D’Annunzio CON LE PAROLE DI... Giuseppe Conte «Un musicale evocatore di miti e visioni» , La poesia di GIUSEPPE CONTE è densa di riferimenti letterari: Goethe, Foscolo, Shelley, ma anche Giovanni Pascoli, per la contemplazione della natura e la ricognizione sul lutto, e GABRIELE D’ANNUNZIO per lo slancio vitale che caratterizza una parte significativa della sua produzione. Lui più che “dannunziano” (come qualche critico l’ha appellato) dice che si definirebbe “foscoliano”, ma non c’è dubbio che d’Annunzio abbia rappresentato per Conte un autore importante. Per questo gli abbiamo chiesto di parlarcene. L’ho incontrato da ragazzo, quando già mi ero appassionato a questa realtà misteriosa e meravigliosa che è la letteratura. Nella mia povera camera di allora, leggevo i suoi versi, ad alta voce, imparandoli per conto mio a memoria, ripetendoli poi come se fossi sul palco di un teatro, e provavo la sensazione di entrare in una vita alternativa, fatta di libertà, bellezza, musica, gioco, erotismo. Non mi toccava nel profondo, mi dava dolci sensazioni sfuggenti. Non mi appariva come un maestro, ma come un grande incantatore. Della sua poesia, nei libri migliori, mi ha colpito la potenza musicale, evocativa, capace di suscitare miti e visioni: a volte la vedo raccolta in sé come una conchiglia, a volte la vedo in corsa con l’energia del vento e delle onde. Della sua figura, mi ha colpito l’uomo d’azione, aviatore e incursore coraggioso durante la Prima guerra mondiale, ma soprattutto il “poeta-comandante” che , per la prima volta al mondo, ha conquistato una città, Fiume, e l’ha governata con uno spirito poetico e una costituzione libertaria, che dava molto spazio alla sacralità del lavoro e all’importanza sociale della musica. Questo aspetto mi ha molto suggestionato, pur essendo consapevole che i pareri degli storici sul d’Annunzio “comandante” sono contrastanti, e spesso negativi. Spero che ancora oggi i ragazzi abbiano orecchio per sentire la musicalità così sottilmente erotica, così incredibilmente ritmica dell’italiano di d’Annunzio. E, ancora di più, spero che possano trovare in lui un cantore della natura, una natura mitica, incontaminata, preservata dall’inquinamento dell’uomo, magnifico regno vegetale e animale, come molti nelle nuove generazioni la vorrebbero. Giuseppe Conte, dove e quando ha incontrato d’Annunzio? Che cosa soprattutto l’ha colpita in lui e nelle sue opere? Che cosa può dire d’Annunzio a una ragazza o a un ragazzo di oggi?