Italo SVEVO – I GRANDI TEMI | 1 | La concezione della letteratura La vocazione alla scrittura costituisce per Svevo un vero e proprio “vizio” da assecondare in modo nascosto, clandestino: un’infrazione alla propria identità di uomo di successo ben inserito nell’ambiente borghese cui appartiene. Il profitto, l’attività commerciale, la morale perbenista: tutti i miti di questo mondo vengono minacciati dall’atto, gratuito e autoreferenziale, di scrivere. Quanto più si è integrati, tanto più la può assumere una : essa può rivelarsi capace di mettere a nudo l’uomo, privandolo degli abiti e delle corazze con cui ipocritamente cela incertezze e ambiguità. , pertanto, in primo luogo perché si configura come un’attività alternativa al mondo e ai valori impartiti dall’educazione paterna e dalla cultura familiare, sentita come ipocrita e inautentica. Al tempo stesso, se la letteratura va praticata con riserbo, ne consegue che essa potrà sottrarsi ai generi e alle poetiche prestabilite, liberandosi tanto dalle mode quanto dai vincoli istituzionali. In altri termini, non sarà esercitata come un mestiere, non obbedirà a estetiche precise, ma diventerà un’ , un’autentica ragione di vita. In tal modo, la diventa per Svevo il privilegiato , analizzando le stravaganze, i tic, gli impulsi irrazionali che agiscono nella coscienza degli individui. Come una forma di terapia, la penna fuori della quale «non c’è salvezza», diviene così uno . Se la vita degli uomini sarà «letteraturizzata» (come scrive lo stesso Svevo), ciascuno potrà capire meglio sé stesso: il presente infatti non è conoscibile, perché manchiamo della distanza necessaria per scorgerne i dettagli, interpretarne le situazioni, intuirne la logica e le relazioni. Per questo a chi vuole comprendere non resta che fissare sulla carta ciò che è già accaduto: così potrà spiegare il «passato che ancora non svanì». letteratura valenza positiva, dirompente e rivoluzionaria Scrivere è una trasgressione esigenza esistenziale scrittura mezzo per scrutare l’esistenza comune e immergersi in essa strumento di igiene interiore e di conoscenza di sé Auguste Rodin, , 1904. Parigi, Museo Rodin. Il pensatore