Luigi PIRANDELLO – LE OPERE | | L’umorismo L’opera in cui Pirandello definisce i princìpi della propria arte è il saggio , pubblicato una prima volta nel e poi, in una seconda edizione rivista e integrata, nel : esso non solo costituisce la chiave d’accesso alla produzione dell’autore ma può essere anche considerato il manifesto teorico di una nuova poetica, in netta antitesi con quella del Verismo. L’umorismo 1908 1920 è il manifesto teorico della poetica pirandelliana. FISSO I CONCETTI L’umorismo Si tratta di un testo composto per ragioni contingenti e pratiche: Pirandello aveva bisogno di «comprovare» la propria «operosità» accademica e presentare una pubblicazione scientifica per concorrere alla cattedra di professore ordinario al Regio istituto superiore di Magistero femminile a Roma, dove già insegnava come supplente. Tale finalità si coglie nella struttura dell’opera, divisa in , la prima delle quali consiste in un’erudita . L’autore infatti analizza il termine “umorismo” e tratteggia una sorta di storia della letteratura umoristica, cercando di dimostrare che questa particolare attitudine del pensiero e della sensibilità estetica è rintracciabile in ogni epoca. Un’indagine storico-letteraria… due parti indagine critico-letteraria La seconda parte, più strettamente teorica, contiene invece una compiuta : qui si trova la formulazione più stringente e dettagliata del concetto pirandelliano, corredata di esempi divenuti celebri, passaggi determinanti per la comprensione della poetica dell’autore. … e una teoria estetica definizione dell’arte umoristica / T1 / Il segreto di una bizzarra vecchietta , parte II, capp. 2-6 L’umorismo L’umorismo, Presentiamo alcuni passi tratti dalla seconda parte del saggio in cui vengono toccati i punti salienti della poetica pirandelliana. Centrale è il passo della «vecchia imbellettata», seguito da considerazioni più ampie sulla funzione della riflessione e sull’identità plurima dei personaggi della vita reale e della letteratura. / «Avvertimento» e «sentimento del contrario» / Ordinariamente […] l’opera d’arte è creata dal libero movimento della vita interiore che organa le idee e le immagini in una forma armoniosa, di cui tutti gli elementi han corrispondenza tra loro e con l’idea-madre che le coordina. La riflessione, durante la concezione, come durante l’esecuzione dell’opera d’arte, non resta certamente inattiva: assiste al nascere e al crescere dell’opera, ne segue le fasi progressive e ne gode, raccosta i varii elementi, li coordina, li compara. […] 5