Ungaretti UNA LEZIONE CON LE PAROLE DI... DI ESSENZIALIT Gian Mario Villalta Gian Mario Villalta, dove e quando ha incontrato Ungaretti? Alla scuola media: le poesie scritte al fronte durante GIAN MARIO VILLALTA è poeta, narratore, insegnante, ma soprattutto è un grande conoscitore della poesia del Novecento, seguendo da molti anni il panorama poetico italiano. Per questo abbiamo chiesto a lui di aiutarci a entrare nel mondo del poeta che in Italia ha fondato la lirica contemporanea, determinando una vera e propria rivoluzione stilistica: GIUSEPPE UNGARETTI. la Prima guerra mondiale. La poesia che conoscevo era quella di Leopardi e di Pascoli. stato il primo esempio di poesia moderna, il più potente allora e il principale confronto con la consapevolezza che less is more: vince la forma più condensata, concentrata sull essenziale. Che cosa soprattutto l ha colpita? Lo ripeto: l essenzialità. Ogni parola, anche il più semplice articolo, ha una presenza necessaria, per creare quella intensità che fa in modo di risuonare nel lettore come una presenza, non una semplice descrizione o una comunicazione. Per comunicare si deve incanalare la parola verso un solo senso. Invece quelle poesie sospendono il senso di ogni singola parola per coinvolgerti in un sentire, in una presenza, come dicevo; o, per dirlo ancora meglio, in qualcosa che stava accadendo e non si sarebbe potuto dire in modo diverso. Che cosa può dire Ungaretti ai ragazzi e alle ragazze di oggi? Proprio oggi, che le ragazze e i ragazzi scrivono tanto in forma breve in privato e sui social network, quelle poesie di Ungaretti possono far comprendere la differenza tra un tipo di espressione che è utile solo a far passare una volontà, o un giudizio, e un altro genere di espressione che incarna il desiderio di un coinvolgimento più personale. Quando non ci interessano le strategie che danno forma e conferma a un profilo social, ma vogliamo davvero scavare nell intimità, cercare un contatto con l altra persona a un livello differente, allora scopriamo 616 / IL PRIMO NOVECENTO