Montale CON LE PAROLE DI... Milo De Angelis «Una nitida esplorazione del mistero dell’esistenza» Per MILO DE ANGELIS la poesia è ricerca stilistica, ma anche impegno intellettuale. Nei propri componimenti De Angelis, attraverso il recupero del potere misterioso della parola, ci parla di una dimensione straniata e tragica dell’esistenza, il cui ordine appare irrimediabilmente sfuggente. Sono tematiche vicine a quelle della poesia di EUGENIO MONTALE : per questo abbiamo chiesto a De Angelis di parlarci di lui. Durante la scuola media, grazie a un professore intelligente e coraggioso, capace di proporre a noi studenti il meglio del Novecento italiano, compreso Montale, naturalmente. La mia prima impressione è stata fortissima. Sentivo che Montale era il “nostro” poeta, il poeta di un’intera generazione di giovani appassionati allo scavo interiore e alla ricerca dell’essenziale, alla ricerca di una parola verticale, decisa a scendere nei baratri più oscuri e scoscesi dell’esistenza, nel suo drammatico mistero. Ecco, di Montale ho subito ammirato questa nitida esplorazione delle zone misteriose, impervie e segrete della nostra vita. Mi ha colpito innanzitutto il rifiuto di ogni appoggio religioso, storico, civile, di ogni consolazione che potesse alleviare il “male di vivere”. Mi ha colpito la diagnosi furiosamente nichilista che orienta la sua visione del mondo. Mi è subito sembrato il vero erede di Lucrezio e di Leopardi: nulla esisteva prima di noi, nulla esisterà dopo di noi, siamo sospesi tra il vuoto che ci precede e il vuoto che ci attende: ma proprio per questo la vita ha un valore inestimabile. Ai giovani del nostro tempo, abituati al mondo delle immagini e allo scintillio delle mille icone, Montale può insegnare il valore immenso della singola parola. Può insegnare la necessità di scegliere sempre quella più esatta, di non essere approssimativi. Perché in poesia non si tratta solo “esprimere” qualcosa, ma anche di chiamarla con il suo giusto nome, con il suo unico nome, sepolto sotto uno strato di nomi convenzionali o di maniera. E per far questo occorre iniziare un arduo cammino notturno e sotterraneo nel regno del linguaggio, frugare dappertutto con la propria umile lanterna, superare mille ostacoli, scavalcare un numero infinito di barriere, dighe, posti di blocco. Ma se e quando finalmente verrà alla luce, la nostra parola avrà tutto il peso, la forza e la verità di questo lunghissimo viaggio. Milo De Angelis, quando ha incontrato Montale? Che cosa soprattutto l’ha colpita? Che cosa può dire Montale a un ragazzo o a una ragazza di oggi?