Dalla poesia pura all Ermetismo I modelli di Ungaretti e Montale Nei primi decenni del Novecento la poesia vive in Italia una stagione luminosa, grazie non solo ai movimenti d avanguardia, ma anche ad alcune grandi figure di poeti che assumono un ruolo di guida con i loro primi libri, diventando modelli e punti di riferimento per la generazione successiva. Parliamo di Giuseppe Ungaretti e di Eugenio Montale, autori chiave di quella che viene definita poesia pura , una scrittura poetica che fa tesoro della lezione del Simbolismo (e in parte, almeno nel caso di Ungaretti, anche del Futurismo), per sviluppare uno stile basato sulla nudità, sulla purezza della parola, liberata dalla presenza a volte ingombrante degli aggettivi, talora (sempre nel caso di Ungaretti) persino da quella della punteggiatura; una poesia, infine, che cerca di essere il più possibile indipendente da condizionamenti esterni (di tipo ideologico o politico). Questi due autori sono accomunati dalla volontà di superare la retorica di stampo dannunziano (in uno dei primi versi di Ossi di seppia Montale cita polemicamente i «poeti laureati ) e di raggiungere una comunicazione immediata (cioè, letteralmente, priva di mediazioni, dunque diretta) con i lettori: da ciò la ricerca di uno stile nuovo contrassegnato dall opzione per componimenti brevi, costruiti su versi a loro volta brevi o brevissimi , che in entrambi i poeti è da subito personalissimo e riconoscibile, nonché destinato a fare scuola. FISSO I CONCETTI I modelli della poesia italiana del primo Novecento sono: Ungaretti e Montale, autori chiave della poesia pura ; Quasimodo, esponente dell Ermetismo. Quasimodo e la nuova scuola Il terzo poeta che assume un ruolo di modello nel panorama italiano del primo Novecento, anche se di alcuni anni più giovane dei primi due, è Salvatore Quasimodo, che viene riconosciuto come il caposcuola di una nuova corrente, fiorita soprattutto a Firenze negli anni Trenta e Quaranta. A questa esperienza il critico Francesco Flora assegna nel 1936 il nome di Ermetismo : un etichetta usata in senso spregiativo per alludere al carattere oscuro e difficile della scuola poetica, promossa da alcune riviste come Il Frontespizio e Campo di Marte e da autori come, oltre allo stesso Quasimodo, Alfonso Gatto, Piero Bigongiari, Vittorio Sereni e il giovanissimo Mario Luzi. William Turner, Ombra e tenebre, la sera del Diluvio, 1843. Londra, Tate National Gallery. la parola ERMETISMO/ Prima del suo impiego in ambito storicoletterario, il termine ermetismo indica una corrente religioso-filosofica del tardo ellenismo (II-III secolo d.C.), che trova espressione in un gruppo di scritti esoterici a carattere filosofico e teologico, chiamati libri ermetici perché attribuiti al dio Ermete, considerato (come l egiziano Thoth) dio dell astrologia e della scienza e perciò designato con il nome di Ermete Trismegisto (in greco questo epiteto significa letteralmente tre volte grandissimo , vale a dire grande in sommo grado ). Tali libri erano di difficile comprensione per i non iniziati: da qui l uso estensivo dell aggettivo ermetico per indicare tutto ciò che è oscuro e di ardua interpretazione. L ERMETISMO / 727