Raccontare la Shoah PERCORSI NEL 900 Il banale compito di annientare Gli ingranaggi dello sterminio Nei lager sembra che anche Dio sia morto e, con lui, l uomo, alienato, integrato in un meccanismo di distruzione che ne ha cancellato ogni tratto di umanità. Il campo di sterminio è il prodotto del sonno della ragione che genera mostri , la metafora tragica dell uomo ridotto a burocrate dello sterminio, ad automa che svolge una funzione macabra, liberato a priori da ogni interrogativo di ordine morale. La disumanizzazione colpisce del resto allo stesso modo vittime e carnefici: le prime vengono degradate a materia prima senza più volto e a oggetto di consumo (letteralmente); i secondi si trasformano in impiegati robotizzati che costituiscono gli ingranaggi di un apparato industriale. Il carattere moderno del terrore: la riflessione di G nther Anders Su questo aspetto ha ragionato il filosofo tedesco G nther Anders (pseudonimo di G nther Stern, 1902-1992), che dall America, dove si era rifugiato per sfuggire al nazismo, ha offerto alcune delle più rivelatrici intuizioni sul significato intrinsecamente moderno della persecuzione antiebraica. Anders individua nelle camere a gas lo strumento perfetto di un «cannibalismo post-civilizzato : esse non sono delle semplici macchine atte a uccidere il nemico, ma i luoghi anonimi di una pianificazione eseguita come lavoro ordinario. Riportiamo due brevi passi saggistici: il primo è tratto da L uomo è antiquato (1956), il secondo da Essere o non essere (1961). Le forme dell annientamento / T3 / G nther Anders 5 5 La proposizione rispettabile tutti gli uomini sono mortali aveva perduto definitivamente il suo significato, era ormai diventata ridicola. Se la si fosse posta sopra i portoni d ingresso degli impianti di sterminio al posto della scritta doccia che si usava per assicurare la sollecitudine del lavoro avrebbe suscitato una risata di scherno, in cui le voci dei candidati alla morte si sarebbero unite all unisono in un coro infernale con le voci di coloro che li scortavano. Il vecchio motto aveva ormai trasmesso la sua verità a una nuova sentenza, la quale avrebbe dovuto suonare così: Tutti gli uomini sono eliminabili . In quanto distruzione , la guerra ha cessato di essere un atto strategico per trasformarsi in un processo puramente tecnico che la annulla in quanto guerra. Chi elimina le mosche con l insetticida, senza fare i conti con nessuna forma di resistenza, non fa la guerra; si limita piuttosto a eseguire un operazione tecnica. Analogamente, quando faceva entrare i prigionieri dei lager nelle camere a gas, Hitler non faceva una guerra contro gli ebrei, gli zingari o altri sottouomini, ma li annientava. La meccanica disumanità della Shoah Anders sottolinea dunque come il progetto criminale hitleriano possa essere assimilato a un lavoro di routine: razionale, da eseguire con scrupolo e responsabilità, senza il bisogno della passione o di una motivazione, per così dire, meditata. I carnefici non fanno altro che portare a termine un compito, per le cui conseguenze non hanno responsabilità, né etiche né politiche. Il loro assassinio di massa è, in altri termini, commissionato da un entità superiore a cui obbedire con assoluta e bestiale acriticità. Hannah Arendt e La banalità del male Questo aspetto a-ideologico della brutalità della Shoah è al centro della riflessione condotta dalla pensatrice e filosofa tedesca naturalizzata statunitense Hannah Arendt (1906-1975) nel famoso libro dal titolo significativo La banalità del male. Si tratta del resoconto delle sedute del processo, a cui lei assiste come giornalista per la rivista New Yorker , svoltosi nel 1961 a Gerusalemme, a carico di Karl Adolf Eichmann, il criminale nazista a capo dal 1941 di uno speciale ufficio a cui era stato assegnato il compito di individuare e deportare gli ebrei verso i lager. Il libro non si limita tuttavia a svolgere la cronaca del dibattimento, al termine del quale Eichmann sarà condannato a morte; esso infatti getta lo sguardo sull imputato: non quale simbolo del male assoluto, ma in quanto uomo in carne e ossa, nella sua meschina 840 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA