ANALIZZIAMO INSIEME O Signor, per cortesia / T3 / Iacopone da Todi / La sofferenza fisica come esperienza dei peccati / Iacopone augura a sé stesso le più terribili malattie: nella sofferenza fisica e nel disprezzo di cui sarebbe fatto oggetto intravede infatti una possibilità, seppure remota e inadeguata, di espiare i propri peccati. Audio LETTURA METRO Ballata con ripresa di 2 ottonari (xx) e 18 quartine di versi per lo più ottonari, ma anche novenari e decasillabi (aaax). 5 10 15 20 O Signor, per cortesia, manname la malsanìa! 1-2 Signore, per cortesia, mandami la malattia (malsanìa). A mme la freve quartana, la contina e la terzana, la doppla cotidiana co la granne ydropesia. 3-6 Mi vengano (A mme) la febbre (freve) quartana, la continua e la terzana, quella che viene due volte al giorno e (co) la grave idropisia. A mme venga mal de dente, mal de capo e mal de ventre; a lo stomaco dolur pognenti e n canna la squinanzia. 7-10 Mi vengano il mal di denti, il mal di testa e il mal di pancia, dolori acuti (pognenti) allo stomaco e l infiammazione (squinanzia) in gola ( n canna). Mal dell occhi e doglia de flanco e la postema al canto manco; tiseco me ionga enn alto e d onne tempo fernosìa. 11-14 Mi vengano una malattia agli occhi e dolore al fianco e un ascesso (la postema) al lato sinistro (manco); nella parte alta del corpo (enn alto) mi sopraggiunga (me ionga) la tisi (tiseco) e il delirio (fernosìa) in ogni momento (d onne tempo). Aia l fecato rescaldato, la melza grossa e l ventr enflato e llo polmone sia mplagato cun gran tòssa e parlasia. 15-18 Che io abbia il fegato infiammato (rescaldato), la milza ingrossata, il ventre gonfio, il polmone sia piagato con grande tosse e paralisi (parlasia). A mme venga le fistelle con migliaia de carvuncilli, e li granci se sian quelli che tutto replen ne sia. 19-22 Mi vengano le fistole (fistelle) con migliaia di bubboni (carvuncilli), e ci siano talmente tanti cancri (granci) che io ne sia tutto pieno. 2 malsanìa: il filologo Gianfranco Con- tini suggerisce di interpretare il termine non come malattia in senso generico, ma come lebbra , argomentando che sarebbe alquanto singolare che Iacopone citasse nel testo tutte le malat- tie tranne proprio la lebbra, assai diffusa nel Medioevo. 3 freve: le febbri elencate sono tutte febbri malariche (la quartana viene ogni quattro giorni e la terzana ogni tre). 6 co: letteralmente, con . ydropesia: PARAFRASI (vv. 1-6) Sin dai primi versi, Iacopone ribalta la tradizionale preghiera a Dio, invocando su di sé i peggiori malanni. l idropisia è una malattia che consiste in un abnorme ritenzione dei liquidi e che determina il rigonfiamento degli arti e di altre parti del corpo. 12 al canto manco: cioè vicino al cuore. 13 enn alto: cioè ai polmoni. LA POESIA E LA PROSA DEL DUECENTO / 103