La morte di Beatrice e la «donna gentile La visione anticipatoria della dipartita di Beatrice si concretizza nel capitolo 28, con la morte effettiva della donna. Per distrarsi dal pensiero angoscioso della scomparsa dell amata, Dante scrive e dipinge, finché, nell anniversario del trapasso di Beatrice, una «donna gentile sembra avere pietà di lui (capitolo 35). Egli però prova presto rimorso per essersi lasciato distogliere dal pensiero dell amata, componendo versi che lodavano la pietà di quest altra donna (capitolo 37). Ancora una volta è un improvviso evento interiore a sciogliere la situazione: Beatrice torna nell animo del poeta come era apparsa la prima volta e lo spinge verso un intimo recupero della memoria (capitolo 39). FISSO I CONCETTI necessaria una poesia più alta per descrivere la «mirabile visione nale. Il proposito di una poesia più alta L ultimo sonetto, Oltre la spera che più larga gira (capitolo 41,  T4, p. 195), accosta Beatrice a uno sfondo di eternità celeste: essa è ormai irraggiungibile per l intelletto, anche se il suo ricordo resta indelebile nel cuore. Da qui l annuncio dell ultimo capitolo (  T5, p. 196): la «mirabile visione potrà essere ritratta soltanto da una poesia più alta, da una nuova maturazione d arte e di pensiero. Con questa tensione verso un ideale, ancora una volta insieme etico e poetico, si chiude il libro della memoria . L interpretazione Al centro dell opera c è Dante stesso, o meglio la storia del suo amore dal momento dell innamoramento al tempo successivo alla morte di Beatrice, un sentimento sopravvissuto alla scomparsa della donna e ricostruito nelle sue varie fasi: dapprima come passione bruciante, poi come l espressione di un animo lieto di contemplare la bellezza e la virtù dell amata, infine come testimonianza di una fedeltà sempre viva nel ricordo. Tuttavia l interpretazione della Vita nuova è ancora oggi controversa. In passato si è cercato di trovare precise corrispondenze tra quest opera e la biografia di Dante, vagliando la fedeltà autobiografica dei singoli momenti narrativi: si discuteva, cioè, su quanto di vero e su quanto di inventato ci fosse nel testo. La disputa critica è oggi essenzialmente fra chi pone l accento sul carattere mistico-agiografico dell opera e chi ne privilegia invece il carattere laico, insistendo sul solo significato letterario e poetico. | L INTERPRETAZIONE RELIGIOSA | Riferimenti biblici e simboli religiosi A sostegno della prima tesi si può notare l alto numero di riferimenti biblici, espliciti e impliciti, che, se per le liriche possono essere interpretati come metafore (ricorrenti, del resto, anche nella poesia provenzale e in quella italiana coeva a Dante), nella prosa vengono a costituire un insieme sistematico e quindi particolarmente significativo. A ciò si aggiungono altri elementi: le frequenti analogie cristologiche; temi come quello della salute, evidente simbolo religioso (l allusione alla salvezza portata da Cristo); il tono agiografico con cui è rievocata, soprattutto a partire dal momento della lode, la vita di Beatrice insieme con la certezza della sua gloria celeste. Dante e Beatrice, pittura francese di autore ignoto. 184 / LE ORIGINI E IL DUECENTO