CONSONANZE CONTEMPORANEE Mario Luzi e Vittorio Sereni il viaggio della vita sulle orme di dante La è la storia di un viaggio: un vero viaggio corporeo, come ci avvisa l’autore, non dissimile da quello compiuto nel regno dei morti da Enea e raccontato da Virgilio. Ma è anche il viaggio di un uomo che, a dispetto dei drammi personali, non intende rinunciare a cercare la via per la felicità e per la salvezza. In fondo, indimenticabili pagine di letteratura raccontano viaggi o serie ininterrotte di tappe, di incontri attraverso lo spazio e il tempo: tutte le grandi culture hanno nella propria radice la narrazione di un viaggio che acquista significati simbolici, che sia l’ per il popolo ebraico, l’ per i greci, l’ per i latini, la , appunto, per noi. Commedia Esodo Odissea Eneide Commedia Si tratta di un archetipo che attraversa i secoli, un’esperienza ineluttabile per scoprire il senso dell’esistenza, anche a costo di perdere le proprie certezze. Nell’epoca contemporanea, la tematica diventa una costante della riflessione poetica, metafora psicologica ed emotiva: nel viaggio, molti scrittori colgono un’opportunità per riscoprire una memoria personale o un’identità collettiva, per sviluppare l’esperienza dell’altro, per ascendere dantescamente ai cieli della purezza, dell’essenza, dello spirito. Non è un caso che echi danteschi siano facilmente individuabili in queste due significative testimonianze novecentesche, opera di due tra i massimi poeti italiani contemporanei, Mario Luzi (1914-2005) e Vittorio Sereni (1913-1983). Negli endecasillabi della lirica , contenuta nel volume (1957), Luzi fa una sorta di provvisorio, ma già necessario bilancio esistenziale, frammisto di ansie e di gioie, in un alternarsi simile a quello di «luce e pioggia» (v. 8) nel cielo di marzo. Nel suo percorso ha intrecciato legami e conosciuto affetti dileguatisi nel nulla: riportare alla superficie ricordi che paiono sopiti può lasciare cicatrici dolorose. Eppure recuperare nella memoria le persone amate, e le vie percorse insieme a loro, permette al poeta di fare chiarezza nella propria anima e di scoprire la verità più profonda del suo stare al mondo. Nell’imminenza dei miei quarant’anni Onore del vero Il pensiero m’insegue in questo borgo cupo ove corre un vento d’altipiano e il tuffo del rondone taglia il filo 1 sottile in lontananza dei monti. Sono tra poco quarant’anni d’ansia, d’uggia, d’ilarità improvvise, rapide 2 com’è rapida a marzo la ventata che sparge luce e pioggia, son gli indugi, lo strappo a mani tese dai miei cari, dai miei luoghi, abitudini di anni rotte a un tratto che devo ora comprendere. L’albero di dolore scuote i rami… Si sollevano gli anni alle mie spalle a sciami. Non fu vano, è questa l’opera che si compie ciascuno e tutti insieme i vivi i morti, penetrare il mondo opaco lungo vie chiare e cunicoli fitti d’incontri effimeri e di perdite o d’amore in amore o in uno solo di padre in figlio fino a che sia limpido. E detto questo posso incamminarmi spedito tra l’eterna compresenza del tutto nella vita nella morte, sparire nella polvere o nel fuoco se il fuoco oltre la fiamma dura ancora. (Mario Luzi, , 2 voll., Garzanti, Milano 1998) Tutte le poesie : uccello migratore, più grande della rondine. 1 rondone : fastidio, tristezza. 2 uggia Eugène Delacroix, , 1822, Parigi, Museo del Louvre. La barca di Dante Nella seconda parte della poesia , edita in (1947), Sereni immerge il proprio transito nel mondo dentro la nebbia spessa dell’incertezza e dell’inquietudine, in un’atmosfera che ricorda alcuni episodi del , ambientati nella fitta caligine. Durante il suo impegno di soldato in Grecia, nel cuore della Seconda guerra mondiale, l’io lirico si sente paralizzato nell’animo e vittima dell’accidia: assimilato a un «viandante stupefatto» cerca una via d’uscita che lo conduca verso l’alto, mentre si affastellano confuse immagini della sua vita. La ragazza d’Atene Diario d’Algeria Purgatorio […] Presto sarò il viandante stupefatto avventurato nel tempo nebbioso. Deboli voli, nomi inerti ormai ad una ad una si sgranano note per staccarsi dal coro, oscuri scorci d’un perduto soggiorno: Kaidari, 3 una conca dolceamara d’ulivi nel mio pigro rammentare – o quelle navi perplesse al vento del Pireo. E tutto che si prese sguardo e ascolto confitto nella bruma è già passato. […] (Vittorio Sereni, , Garzanti, Milano 1986) Tutte le poesie : sobborgo d’Atene nel quale erano accampati, nel 1942, reparti dell’esercito italiano destinati al fronte egiziano. 3 Kaidari Gustave Doré, , illustrazione del canto III dell’ , da un’edizione ottocentesca della . Caronte Inferno Divina Commedia Per DISCUTERNE Il poeta e scrittore portoghese Fernando Pessoa (1888-1935) ha scritto: «La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo» . Forse non esiste esperienza, reale e al tempo stesso simbolica, più efficace del viaggio per rappresentare – come Dante ci insegna – la necessità umana di crescere, evolversi, conoscere. Anche a te sarà capitato, esplorando terre diverse, città, villaggi o luoghi remoti, di riflettere e fare luce su te stesso. Racconta le tue esperienze, confrontandole con quelle dei tuoi compagni.