IL TESTO SIMBOLO T11 Il «folle volo» di Ulisse , XXVI, vv. 85-142 Inferno diamo i numeri CHE ULISSE DICE DI AVER AFFRONTATO CON I COMPAGNI 100 000 I PERICOLI 10 GLI ANNI DEL DELL'EROE, SECONDO VIAGGIO OMERO fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza Mediante l’immortale figura dell’eroe omerico il poeta celebra l’ : la curiosità e la sete della conoscenza. ESSENZA DELL’UOMO L’esperienza di Ulisse insegna che l’intelligenza da sola non basta e anzi porta alla rovina, se non è guidata dalla . VIRTÙ DELLA FEDE Dante contrappone il proprio , , a quello dell’eroe, dettato invece dalla superbia intellettuale. VIAGGIO VOLUTO DA DIO Il racconto compendia l’epica e la tragedia: da una parte l’avventura, dall’altra la di un uomo eccezionale. FINE LUTTUOSA pagina 238 Nell’ottavo cerchio, detto Malebolge, si trovano punite le differenti specie dei fraudolenti, ovvero coloro che ingannarono il prossimo. Tra questi dannati, si trovano i consiglieri di frode, cioè quanti spinsero altri ad azioni riprovevoli mediante l’inganno e parole astute. Ogni peccatore è avvolto da lingue di fiamme, ma Dante è attratto da una fiamma doppia, biforcuta: Virgilio gli rivela che al suo interno bruciano Ulisse e Diomede, eroi greci puniti per le loro astuzie delittuose (prima tra tutte, l’invenzione del cavallo di Troia). Il brano seguente riporta le parole con cui Ulisse rievoca il proprio ultimo viaggio. La passione della conoscenza PARAFRASI Lo maggior corno de la fiamma antica cominciò a crollarsi mormorando, pur come quella cui vento affatica; 87 85-87 La punta ( corno ) più alta ( maggior ) dell’antica fiamma cominciò a oscillare ( crollarsi ) mormorando, proprio ( pur ) come fa quella che il vento agita ( affatica ); la punta più alta della fiamma è quella di Ulisse, eroe del mito greco, famoso per la sua astuzia. 85 Lo maggior… antica: indi la cima qua e là menando, come fosse la lingua che parlasse, gittò voce di fuori e disse: «Quando 90 88-90 quindi muovendo ( menando ) la cima qua e là, come fosse una lingua che parlasse, mandò ( gittò ) fuori la voce e disse: «Quando mi diparti’ da Circe, che sottrasse me più d’un anno là presso a Gaeta, prima che sì Enëa la nomasse, 93 91-93 mi allontanai ( mi diparti’ ) da Circe, che mi trattenne ( sottrasse ) più di un anno là presso Gaeta, prima che Enea così la chiamasse ( nomasse ), durante i dieci anni di peregrinazione nel Mediterraneo, dopo la partenza da Troia, Ulisse e i compagni giunsero sulle coste del Lazio, dove rimasero prigionieri della maga Circe, che con i suoi poteri aveva ammaliato e poi trasformato in porci i compagni di Ulisse. nell’ di Virgilio si racconta che Enea seppellì in quel luogo la sua vecchia nutrice Caieta: da qui il toponimo Gaeta. 91 Circe: 92-93 Gaeta… nomasse: Eneide né dolcezza di figlio, né la pieta del vecchio padre, né ’l debito amore lo qual dovea Penelopè far lieta, 96 94-96 né la dolcezza del figlio, né la devozione ( pieta ) per il vecchio padre, né l’amore dovuto ( debito ) a Penelope, che doveva farla felice ( lieta ), Telemaco, che Ulisse lasciò in fasce quando partì per Troia. Laerte, re di Itaca che, quando Ulisse partì per Troia, abbandonò la reggia e visse nei campi in attesa del ritorno del figlio. moglie di Ulisse, simbolo della fedeltà coniugale. 94 figlio: 95 vecchio padre: 96 Penelopè: vincer potero dentro a me l’ardore ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore; 99 97-99 poterono ( potero ) vincere dentro di me l’ardore che io ebbi di divenire esperto del mondo, e dei vizi e del valore umani; ma misi me per l’alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto. 102 100-102 ma mi misi nel profondo ( alto ) mare aperto con una sola nave ( legno ) e con quel piccolo gruppo di compagni ( compagna picciola ) dai quali non fui abbandonato ( diserto ). L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna, fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi, e l’altre che quel mare intorno bagna. 105 103-105 Vidi una costa ( lito ) e l’altra fino alla Spagna, fino al Marocco, e l’isola dei Sardi, e le altre che quel mare bagna intorno. Ulisse attraversa il Mediterraneo verso ovest, tenendo quindi a destra la costa europea (fino alla Spagna) e a sinistra quella africana (fino al Marocco); nel viaggio incontra la Sardegna e le isole Baleari ( isole). 103-105 L’un lito… bagna: l’altre Io e’ compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce stretta dov’ Ercule segnò li suoi riguardi 108 acciò che l’uom più oltre non si metta; da la man destra mi lasciai Sibilia, da l’altra già m’avea lasciata Setta. 111 Io e i compagni eravamo vecchi e lenti ( ) quando giungemmo ( ) a quello stretto varco ( ) dove Ercole pose i suoi segnali ( ) 106-108 tardi venimmo foce segnò li suoi riguardi affinché ( ) l’uomo non vada ( ) oltre; sul lato destro ( ) superai ( ) Siviglia ( ), dall’altro avevo già lasciato Céuta ( ). 109-111 acciò che si metta da la man destra mi lasciai Sibilia Setta la perifrasi indica lo stretto di Gibilterra, le “colonne d’Ercole” degli antichi; secondo il mito, infatti, Ercole aveva innalzato una colonna sull’estremità europea e una su quella africana per ammonire i naviganti a non procedere oltre. Siviglia si trova nell’entroterra spagnolo, Céuta (qui nominata con la forma medievale del nome, Setta) sulla costa marocchina. 107-109 Foce stretta… metta: 110-111 Sibilla… Setta: “O frati” dissi, “che per cento milia perigli siete giunti a l’occidente, a questa tanto picciola vigilia 114 d’i nostri sensi ch’è del rimanente non vogliate negar l’esperïenza, di retro al sol, del mondo sanza gente. 117 112-117 “Fratelli”, dissi, “che attraverso ( per ) centomila ( cento milia ) pericoli ( perigli ) siete giunti al limite occidentale del mondo ( a l’occidente ), non vogliate negare a ciò che rimane di questa breve ( picciola ) veglia dei sensi l’esperienza, al seguito ( di retro ) del Sole, del mondo disabitato ( sanza gente )”. nel breve tempo della vita sensibile (cioè terrena) che vi resta da vivere. 114-115 tanto picciola… rimanente: secondo le teorie del tempo, si riteneva che la terra fosse tutta concentrata nell’emisfero settentrionale e che quello meridionale fosse interamente coperto d’acqua e quindi disabitato. 117 mondo sanza gente: Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come , ▶ bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. 120 118-120 Considerate la vostra origine ( semenza ): non foste creati ( fatti ) per vivere come bestie ( bruti ), ma per seguire la virtù e il sapere ( canoscenza )”. TRECCANI ▶ Le parole valgono Se un essere umano mostra di possedere forza , ha qualcosa di bestiale. In effetti, il primo significato dell’aggettivo è “privo della ragione, insensibile, simile a un animale”. Da qui, per estensione, l’uso di come sostantivo, per definire l’uomo che compie azioni indegne della sua natura, con particolare riferimento ad atti efferati e violenti. bruto bruta bruto bruto Anche la materia può essere definita : che cosa si intende? ➔ bruta Li miei compagni fec’io sì aguti, con questa orazion picciola, al cammino, che a pena poscia li avrei ritenuti; 123 Con questo breve (picciola) discorso (orazione) io resi (fec’io) i miei compagni così solerti (aguti) al viaggio (al cammino), che dopo (poscia) a fatica (a pena) li avrei trattenuti (ritenuti); 121-123 e volta nostra poppa nel mattino, de’ remi facemmo ali al folle volo, sempre acquistando dal lato mancino. 126 124-126 e volta la poppa verso est ( al mattino ), rendemmo ( facemmo ) i remi ali per il folle volo, avanzando ( acquistando ) sempre verso sinistra ( dal lato mancino ). la poppa è la parte posteriore della nave: rivolta a est indica che la nave va a occidente, lasciandosi alle spalle il vecchio mondo. 124 poppa nel mattino: Tutte le stelle già de l’altro polo vedea la notte, e ’l nostro tanto basso, che non surgëa fuor del marin suolo. 129 La notte già vedeva ( ) tutte le stelle dell’altro emisfero ( ) e il nostro tanto basso che non emergeva ( ) dalla superficie del mare ( ). 127-129 vedea polo surgëa marin suolo la nave di Ulisse ha oltrepassato l’Equatore, entrando nell’emisfero australe (meridionale); qui si vedono stelle diverse da quelle che si osservano nell’emisfero boreale (settentrionale). 127-129 Tutte le stelle… marin suolo: Cinque volte racceso e tante casso lo lume era di sotto da la luna, poi che ’ntrati eravam ne l’alto passo, 132 130-132 Per cinque volte si era accesa ( racceso ) e altrettante ( tante ) spenta ( casso ) la luce ( lo lume ) sulla faccia inferiore della luna ( di sotto da la luna ), dopo che ( poi che ) eravamo entrati ( ’ntrati ) nel difficile cammino ( alto passo ), c’erano state cinque lunazioni (la faccia inferiore della luna si era illuminata cinque volte), dunque erano passati quasi cinque mesi. 130-131 Cinque volte… la luna: quando n’apparve una montagna, bruna per la distanza, e parvemi alta tanto quanto veduta non avëa alcuna. 135 quando apparve una montagna, fosca ( ) per la distanza, e mi parve ( ) alta quanto nessun’altra che avessi mai visto. 133-135 bruna parvemi la montagna del Purgatorio. 133 montagna: Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; ché de la nova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto. 138 136-138 Noi ci rallegrammo ( allegrammo ), ma subito l’allegria si mutò ( tornò ) in pianto; perché dalla terra sconosciuta ( nova ) nacque un turbine ( turbo ) e percosse la parte anteriore ( primo canto ) della nave ( legno ). Tre volte il fé girar con tutte l’acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com’altrui piacque, 141 Tre volte la fece ( ) girare con tutte le acque; alla quarta fece alzare ( ) la poppa in su ( ) e andare ( ) la prua ( ) in giù, come ad altri ( ) piacque, 139-141 fé levar suso ire prora altrui a Dio. 141 altrui: infin che ’l mar fu sovra noi richiuso». 142 fino a quando ( ) il mare fu richiuso sopra di noi». 142 infin che pagina 240 DENTRO IL TESTO I contenuti tematici L’ costituisce, secondo Dante, il . Un conto è tuttavia desiderare la visione di Dio, nella quale sono scritte tutte le verità dell’universo, e saper bene valutare i limiti umani, che non consentono all’individuo di raggiungere la conoscenza assoluta se non di fronte a Dio stesso; un altro conto è avere la presunzione di potere arrivare ovunque, affidandosi solo alle forze umane e lanciandosi in modo folle e arrogante verso un ignoto inconoscibile mediante la sola ragione. amore per il sapere desiderio più nobile dell’anima umana Conoscenza e superbia Ulisse rappresenta proprio questa seconda, peccaminosa strada. Quando giunge di fronte alle colonne d’Ercole , egli conosce il monito che impone di fermarsi e non procedere oltre. Nonostante questo, esorta i compagni a proseguire, facendo leva sul sentimento di superiorità che l’uomo prova nei confronti degli altri esseri: Considerate la vostra semenza / fatti non foste a vivere come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza (vv. 118-120). L’esortazione costituisce, certo, un compendio dell’umanità desiderosa di far valere i propri strumenti intellettuali, andando alla scoperta del nuovo; allo stesso tempo, essa ignora colpevolmente i limiti ( riguardi , v. 108) posti dalla divinità a tale aspirazione. L’eroe senza Dio La nave procede così in un viaggio che viene definito folle (v. 125) in quanto temerario e contrario alla volontà di Dio, e giunge in vista di ciò che non è lecito vedere: l’isola su cui sorge la montagna del Purgatorio. L’orgoglio dell’eroe va dunque considerato alla stregua di una intollerabile e blasfema tracotanza : la punizione divina è una tempesta che affonda la nave e conduce alla morte Ulisse e i suoi compagni. I limiti dell’umano pagina 241 Il poeta non può fare a meno di condannare l’eroe, ma al tempo stesso lascia trasparire per lui e per la sua sete di conoscenza tutta la propria ammirazione. Ulisse è una figura verso cui sente una profonda affinità : è uno specchio nel quale vede sé stesso, e in particolare il sé stesso degli anni dedicati agli studi filosofici. Anch’egli, del resto, aveva creduto in passato che la ragione umana potesse indagare tutte le verità, osando superare quelle di fede: e in questo risiede una delle ragioni del suo traviamento morale e della caduta nella “selva oscura” del peccato. È proprio il pentimento per questo atto di superbia intellettuale a indurre Dante a intraprendere il percorso che conduce alla salvezza: un pentimento che l’eroe non è stato capace di avviare. Dante e Ulisse Le scelte stilistiche Il discorso di Ulisse si compone di , organizzate in modo simmetrico: la prima e l’ultima, di carattere narrativo, incastonano i nove versi dell’ (v. 122). Il tono delle diverse sequenze muta sensibilmente: quando Ulisse racconta la propria vicenda, non rinuncia a esprimere in modo solenne ed elevato la propria consapevole amarezza di avere agito colpevolmente. Il discorso ai compagni costituisce invece un mirabile esempio di : con accenti appassionati, l’eroe omerico si rivolge in apostrofe ai marinai ( , v. 112), rievoca con un’iperbole le imprese e i pericoli affrontati ( / , vv. 112-113) prima di incitarli facendo appello al loro orgoglio di uomini desiderosi di seguire (v. 120). tre parti orazion picciola retorica persuasiva * O frati * cento milia perigli virtute e canoscenza Un’orazione appassionata William Blake, , 1824. Melbourne, National Gallery of Victoria. Ulisse e Diomede VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE E ANALIZZARE Quali sono i legami familiari a cui l’eroe rinuncia per proseguire il suo viaggio? 1 La rinuncia agli affetti Che cosa simboleggiano le colonne d’Ercole? 2 Oltre Gibilterra Con quali argomenti Ulisse convince i suoi compagni a proseguire la navigazione oltre le colonne d’Ercole? 3 Il contenuto dell’orazione Come termina il viaggio dell’eroe? 4 La fine dell’avventura INTERPRETARE Ulisse rappresenta l’aspirazione assoluta alla conoscenza, che arriva a infrangere i limiti posti da Dio all’essere umano. Qual è il giudizio di Dante in proposito? Che rapporto c’è tra il desiderio di sapere proprio della ragione umana e la verità rivelata da Dio? 5 La conoscenza e la fede Scrivere per… Esistono, a tuo giudizio, dei limiti umani alla conoscenza? In che misura uno scrupolo etico o religioso può costituire un freno al desiderio, innato nell’uomo, di progredire? Ragiona su questo problema in un testo argomentativo di circa 40 righe. 6 Esprimere la propria opinione