L uomo che racconta la propria tragedia e la sorte dei suoi figli uccisi dalla fame desta umana pietà, così come non può che straziare il lettore il racconto della prigionia, del sogno premonitore, degli sguardi, dei pianti e dei silenzi impotenti delle povere creature incarcerate con lui. La belva sanguinaria che addenta le carni di un altro uomo e la sua ferocia bestiale non possono, d altra parte, che suscitare orrore. Un ambiguità di sentimenti che la chiusa dell episodio accentua in modo sinistro: Poscia, più che l dolor, poté il digiuno (v. 75), dice Ugolino, con allusiva reticenza, alimentando nel lettore il drammatico sospetto di un padre che, vinto dalla fame, arriva al punto di cibarsi del cadavere dei figli. La barbarie delle lotte civili Come possono conciliarsi dunque la compassione e l orrore che questa grande e sinistra figura suscita? La risposta sta nella collocazione stessa di Ugolino in questa zona del nono cerchio. Egli era stato considerato un traditore della patria e della sua parte perché, pur essendo ghibellino, aveva stretto accordi con i guelfi per interesse personale, e perché dopo la battaglia della Meloria (1284), incaricato di difendere gli interessi di Pisa, aveva condotto trattative opache con i nemici genovesi. Non sappiamo per certo quale sua azione suggerisca a Dante di condannarlo; sappiamo invece che Ugolino fu al centro di una vita politica fatta di odi, inganni e tradimenti: di questo degrado e dalla barbarie delle lotte civili egli diventa il simbolo. Le scelte stilistiche Orrore e pietà La strategia retorica messa in atto da Dante in questi versi si pone l obiettivo di colpire il lettore, suscitandogli al tempo stesso orrore e pietà. La natura spaventosa della scena con cui si apre il canto è enfatizzata dalla voce di Dante-autore con l anticipazione del sostantivo bocca, proprio in apertura (v. 1), a richiamare subito l attenzione sull atto cannibalesco compiuto da Ugolino. Il discorso del protagonista è caratterizzato invece da toni patetici e drammatici, come si vede dalla presenza delle interrogative retoriche e dei diminutivi dal valore affettivo (figliuoli, v. 38; figliuoi, v. 48; Anselmuccio mio, v. 50). VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE E ANALIZZARE 1 UNA TRAGICA FINE | A quale morte è andato incon- INTERPRETARE 6 tro Ugolino a causa dell arcivescovo Ruggieri? Chi altri è morto insieme a lui nella Torre della Muda? 2 IL SOGNO E LA REALT | Quali elementi rendono premonitore il sogno fatto da Ugolino? 3 UN ATTO EQUIVOCATO | A un certo punto, per il do- lore, Ugolino si morde le mani. Quale interpretazione viene data al gesto da parte dei figli? 4 DOPO LE PAROLE | Quale azione compie Ugolino dopo aver terminato il suo discorso? 5 UNA FIGURA RETORICA | Il verso 9 (parlare e lagri- mar vedrai insieme) contiene una figura retorica. Quale? a Chiasmo. c Litote. b Zèugma. d Ossimoro. 246 / LE ORIGINI E IL DUECENTO UN VERSO AMBIGUO | In base all interpretazione che si dà al verso 75 (Poscia, più che l dolor, poté l digiuno) cambia l epilogo della vicenda di Ugolino. In che cosa consiste l ambiguità di questo verso? Quali argomenti possono essere addotti a sostegno della tesi della tecnofagia? SCRIVERE PER 7 ESPRIMERE la propria opinione I poveri figli di Ugolino scontano la colpa del padre. una costante della civiltà umana: ingiusta ma puntuale. Ma fino a che punto, a tuo giudizio, si può comprendere che le responsabilità dei genitori ricadano su degli innocenti? Ragiona su questo argomento in un testo di circa 30 righe.