ANALIZZA TU – VERSO L’ESAME DI STATO T16 Una zuffa tra due diavoli Inferno, XXII, vv. 133-151 Ci troviamo nella quinta bolgia dell’ottavo cerchio (fraudolenti), nella quale sono puniti, immersi nella pece, i barattieri, cioè coloro che si sono macchiati della frode propria di chi ricopre una carica pubblica. Nel passo che presentiamo assistiamo alla zuffa tra due diavoli: Calcabrina si avventa su Alichino, colpevole di essersi lasciato sfuggire un dannato da tormentare (Ciampolo di Navarra); i due finiscono con il cadere nella pece, rimanendone cotti e appiccicati. Il loro capo, Barbariccia, dovrà mandare altri quattro diavoli in loro aiuto. Si tratta di una situazione comica, per la quale l’autore utilizza un linguaggio basso, plebeo e dalla sonorità aspra. La scomposta violenza dei ministri infernali PARAFRASI Irato Calcabrina de la buffa, volando dietro li tenne, invaghito che quei campasse per aver la zuffa; 135 e come ’l barattier fu disparito, così volse li al suo compagno, artigli e fu con lui sopra ’l fosso . 138 ▶ ghermito 133-138 Infuriato per la beffa ( irato de la buffa ), Calcabrina lo inseguì ( dietro li tenne ) volando, contento (invaghito ) che quello ( quei ) si salvasse ( campasse ), per cogliere così il pretesto per azzuffarsi ( per aver la zuffa ) con Alichino; e non appena ( come ) il barattiere scomparve dentro la pece, subito ( così ) conficcò ( volse ) gli artigli nel suo compagno, e si avvinghiò ( fu… ghermito ) con lui sopra il fossato pieno di pece. I diavoli vengono caratterizzati con attributi animaleschi. (v. 137) TRECCANI ▶ Le parole valgono Le parole di origine longobarda hanno sempre una vivacissima espressività. è una di queste: non significa solo “afferrare”, ma “catturare con gli artigli”. Si capisce perciò come l’uso figurato di questo verbo dia intensità all’azione. ghermire Ghermire ➔ Individua quale tra i seguenti verbi non è sinonimo di ghermire : abbrancare ; sgraffignare ; agguantare . la beffa è quella messa in atto da Ciampolo di Navarra (al quale si riferisce il del verso successivo), che si è sottratto ai diavoli con un salto nella pece. 133 buffa: li Ciampolo di Navarra (indicato al verso successivo come ). 135 quei: ’l barattier Alichino. 137 suo compagno: forma passiva con valore riflessivo. Il verbo , che normalmente si riferisce ai rapaci, sottolinea l’animalità del comportamento dei diavoli. 138 fu con lui… ghermito: ghermire Ma l’altro fu bene sparvier grifagno ad artigliar ben lui, e amendue cadder nel mezzo del bogliente stagno. 141 Ma Alichino si dimostrò assai ( ) pronto e feroce come uno sparviero ( ) ad afferrarlo solidamente ( ) con gli artigli, ed entrambi ( ) caddero in mezzo allo stagno ribollente. 139-141 bene sparvier grifagno ben amendue in , IV, 123 «occhi grifagni» sono gli occhi fieri di Cesare. 139 grifagno: Inferno sùbito fue; Lo caldo sghermitor ma però di levarsi era neente, sì avieno inviscate l’ali sue. 144 142-144 Il calore separò ( sghermitor… fue ) subito i due litiganti, ma non per questo ( però ) era loro possibile sollevarsi, tanto le loro ali erano invischiate nella pece. Il caldo induce i duellanti a lasciare la presa: l’espressione usata da Dante, che assegna al calore la funzione di paciere, accentua l’atmosfera di beffa che spira sull’episodio. (v. 142) : il calore della pece bollente. perciò (in latino per ), per il fatto che i due diavoli si sono separati. era neente: l’espressione deriva dal latino (“non c’è alcuna possibilità di”). 142 Lo caldo 143 però: hoc nihil est quod Barbariccia, con li altri suoi dolente, quattro ne fé volar da l’altra costa con tutt’i raffi, e assai prestamente 147 di qua, di là discesero a la posta; porser li uncini verso li ’mpaniati, ch’eran già dentro da la crosta; 150 cotti e noi lasciammo lor così ’mpacciati. Barbariccia, avvilito ( ) insieme con gli altri suoi compagni, ne fece volare quattro sull’argine opposto ( ) con tutti gli uncini ( ), e assai velocemente da una parte e dall’altra ( ) discesero al luogo loro fissato ( ); protesero gli uncini verso i due invischiati ( ), che erano già scottati ( ) sotto la superficie dello stagno di pece ( ); e noi li lasciammo così imbarazzati. 145-151 dolente da l’altra costa raffi di qua, di là a la posta ’mpaniati cotti dentro da la crosta Il poeta sembra divertirsi a schernire i diavoli, immersi nella pace definendoli impietosamente cotti (“bolliti”). (v. 150) il termine indicava il luogo di appostamento del cacciatore. 148 posta: secondo la maggior parte dei commentatori è la stessa pece, ma poiché questa di fatto non è indurita sulla superficie, alcuni intendono come la pelle dei diavoli e interpretano: “i due erano già cotti nella carne, sotto la superficie della pelle”. 150 crosta: crosta Dante e Virgilio. 151 noi: «imbarazzati, gli uni negli sforzi vani e penosi di liberare sé stessi, gli altri nel rabbioso adoperarsi alla liberazione dei compagni» (Scartazzini-Vandelli). ’mpacciati: VERSO L’ESAME COMPRENSIONE Quale azione compie il diavolo Calcabrina? 1 Con quale similitudine viene resa l’abilità di Alichino? 2 Perché i due diavoli non riescono a uscire dalla pece? 3 Oltre ai due contendenti, nel brano compare anche un altro diavolo. Chi è e che cosa fa? 4 Individua le rime inusuali e fonicamente marcate da suoni consonantici e spiega qual è il loro effetto. 5 Quali campi semantici ricorrono nella descrizione dell’evento? 6 INTERPRETAZIONE Il brano costituisce un esempio assai efficace della comicità, che è un tratto non insolito nella rappresentazione dantesca dell’ . Dopo aver spiegato attraverso quali espedienti il poeta ottiene questa caratterizzazione, metti in evidenza le ragioni che gli suggeriscono di marcare in questo modo vicende e personaggi come quelli presenti in questo passo. 7 Inferno Gustave Doré, , illustrazione del canto XXII dell’ , da un’edizione ottocentesca della . Alichino e Calcabrina Inferno Divina Commedia