A partire dall XI secolo e poi soprattutto nel XII, infatti, si registra una vera e propria rinascita. Le nuove tecniche di produzione agricola permettono maggiori rendimenti, le terre più difficili da coltivare vengono dissodate e complessivamente aumentano la quantità e la varietà di cibo disponibile. Migliorano le vie di comunicazione e i commerci riacquistano vigore. Accanto a questi primi segnali di ripresa economica si registra un aumento demografico e le città, dopo un lungo periodo di decadenza e spopolamento, tornano a popolarsi e a rifiorire. Se nei secoli precedenti i centri urbani erano stati soppiantati dai castelli, ora assumono di nuovo il ruolo di snodi fondamentali per i traffici e per l intera vita civile, poli di attività economiche, professionali e artistiche. Alla cultura legata alla terra, su cui si fondava la società feudale, subentra una visione più dinamica, basata sullo scambio, sulla comunicazione, sul denaro, sull attività imprenditoriale di cui si fa promotore un nuovo ceto sociale, la borghesia mercantile (dal latino burgus, cioè borgo ). Lo sviluppo delle città mette dunque in crisi il potere politico legato ai rigidi schemi feudali e ne incrina le strutture. Il panorama geopolitico comincia a mutare: in Francia e in Spagna prendono forma le prime monarchie nazionali, mentre nell Italia centro-settentrionale, soprattutto in Lombardia e Toscana, si sviluppano ricche e organizzate autonomie cittadine. Nell Italia meridionale, dall XI secolo sotto la dominazione normanna, rimane invece forte la monarchia centralizzata. I nuovi centri urbani della penisola, che prendono il nome di Comuni, organizzano lle proprie strutture attraverso meccanismi sempre più efficienti: cittadini che provengono dalle diverse categorie produttive e sociali (magistrati, artigiani, piccoli proprietari terrieri) si uniscono in forme associative istituzionali e regolamentano la vita collettiva grazie alla magistratura civile e a una crescente autonomia amministrativa. Questa capacità organizzativa e l alto grado di libertà che ne deriva entrano rapidamente in collisione con l Impero, che vede messe in pericolo le proprie prerogative, come la riscossione delle tasse, oppure la nomina del massimo magistrato civile, il podestà, o ancora il diritto di ricevere uomini e mezzi per le campagne belliche. 28 / LE ORIGINI E IL DUECENTO LA PAROLA BORGO/ Estensione della città fuori dalle antiche mura. Il significato originario pare quello di luogo fortificato. In Germania e nella Francia settentrionale veniva chiamato borgo anche il massimo centro murato, cioè la città. Dal XII secolo, mentre in Germania la parola comincia a indicare la rocca feudale, in Italia rimane a designare nel villaggio fortificato il gruppo delle abitazioni del popolo, contrapposto al castrum o castellum, dimora del signore. A metà del XII secolo, l imperatore Federico I detto il Barbarossa tenta infatti di riaffermare la propria autorità sui Comuni, ma viene sconfitto e con la pace di Costanza (1183) è costretto a riconoscere loro una sostanziale autonomia politica. Né esito diverso ottiene il disegno del nipote Federico II di restaurare il dominio imperiale in Italia: la sconfitta a Parma (1248) contro una lega di Comuni settentrionali e la sua morte (1250) sanciscono la fine di ogni realistico progetto di ripristino dei diritti imperiali. La realtà comunale, al di là dei conflitti con l Impero, non è però pacifica. All inizio, il Comune è governato da esponenti della nobiltà, tra i quali viene scelto il podestà; poi nel corso del Duecento guadagnano una maggiore forza politica i membri della borghesia, più influenti dal punto di vista economico. Questi ultimi prendono presto le redini del potere, relegando ai margini sia il popolo minuto, che viene estromesso dalle cariche cittadine, sia la piccola nobiltà. Il risultato è una situazione di costante turbolenza istituzionale, di violenta conflittualità, rinfocolata anche dalle alleanze delle varie fazioni con l Impero o con il Papato. Intorno alla metà del Duecento, infatti, sono frequenti i conflitti tra i guelfi (così vengono designati gli esponenti filopapali, dalla casata di Baviera dei Welfen, devoti alla Santa Sede) e i ghibellini (i sostenitori della causa imperiale, il cui nome deriva dal castello svevo di Waiblingen). I primi avranno la meglio acquistando, alla fine del Duecento, il potere nella maggior parte dei Comuni italiani. Federico II con lo scettro e il globo crucigero, attributi del potere imperiale, in una raffigurazione del XIV secolo.