Raffaello, Parnaso (particolare con Corinna e Francesco Petrarca), 1510-1511. Città del Vaticano, Musei Vaticani. DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Un peccato pericolosissimo Nel primo libro del Secretum, a Francesco che lamentava l infelicità e la disperazione che gli avvelenano l esistenza, Agostino aveva risposto mostrando la radice di tanta sofferenza, ovvero quel difetto della volontà che impedisce anche ad animi non meschini di scegliere il vero bene e dirigersi verso di esso con fermezza. Ora, nel secondo libro, la posizione di Agostino si fa più netta: con un vero e proprio atto d accusa, sottopone l interlocutore a un esame impietoso, mostrandogli uno per uno tutti i peccati di cui egli si è macchiato; tra questi, ultimo in ordine di analisi ma non certo di importanza e gravità, compare l accidia (tristitia in latino), una vera e propria malattia dello spirito, uno stato di depressione acuta che induce all ozio e alla negligenza, comportando rifiuto e odio del creato. Una vittima masochista Costretto dalle domande pressanti di Agostino, Francesco descrive il proprio stato d animo: è perennemente insoddisfatto, vittima di una tristezza da cui non riesce (o perfino non vuole) liberarsi, si sente inerte, paralizzato, incapace di uscire da una condizione di mortale pessimismo. E ciò che è più paradossale affiora in lui perfino un insano piacere per la sofferenza e il pianto: anche se la vittima è consapevole che nell accidia tutto è aspro, doloroso e orrendo (r. 7), tuttavia non sa sottrarsi a una sorta di masochistica voluttà del dolore. Proprio questo irrazionale compiacimento accentua la sua debolezza, impedendogli di riemergere dall apatia e di riavvicinarsi a Dio e ai valori dello spirito. Nessuna ribellione sembra possibile: circondato da una realtà minacciosa che pare opprimerlo da ogni parte, Francesco riconosce di avere ormai disprezzo dello stato umano (r. 51), di tutte le cose, sia che riguardino la triste sfera della sua esistenza, sia che appartengano agli altri. Le scelte stilistiche Un dialogo senza respiro Il ritmo con il quale Agostino incalza l interlocutore non gli concede respiro: l incisiva brevità delle battute e la frequenza delle domande lo inchiodano, mostrando l assalto vittorioso che l accidia sferra fin dentro la debole cittadella del- L AUTORE / FRANCESCO PETRARCA / 307