| 3 | LE ISTITUZIONI CULTURALI La scomparsa delle scuole romane Tra le conseguenze della caduta dell Impero romano, quelle che riguardano l istruzione e la cultura non sono certo di poco conto. Nell età imperiale (a partire dal I secolo d.C., con l imperatore Vespasiano) il sistema scolastico romano era divenuto uno strumento assai importante per la trasmissione del sapere. Articolato su vari livelli e sostenuto da un massiccio intervento statale, a livello sia legislativo sia finanziario, esso aveva permesso una diffusa alfabetizzazione della popolazione e una crescente specializzazione grazie al consolidamento dell insegnamento elementare e superiore e a forme di istruzione privata, quasi sempre controllata dalle autorità statali. Con il declino politico dell Impero, tale organizzazione entra in crisi per poi scomparire del tutto. Un oasi di sapere: i monasteri Quali istituzioni si occupano dunque di sostituire le strutture laiche non più presenti? L unico punto di riferimento rimasto è la Chiesa, che promuove lo sviluppo di scuole parrocchiali e vescovili al fine di educare religiosi ed ecclesiastici. Fondamentale, soprattutto, si rivela il ruolo delle scuole monastiche, dapprima sorte per istruire i monaci, ma presto destinate a diventare il centro di cultura più importante nel Medioevo. Diffusisi in tutta Europa sul modello dell abbazia di Montecassino (fondata nel 529 da Benedetto da Norcia), i monasteri ospitano biblioteche ricche di volumi e i cosiddetti scriptoria, veri laboratori dove i monaci amanuensi copiano i manoscritti antichi, svolgendo in tal modo una straordinaria funzione di conservazione e trasmissione culturale. In un primo momento, nelle scuole interne ai conventi vengono copiati e studiati soprattutto la Bibbia e i testi dei Padri della Chiesa. Più tardi, intorno al VII secolo, quando lo studio della grammatica, della retorica e delle opere letterarie greco-romane comincia a essere ritenuto utile per la lettura delle Scritture, anche il patrimonio dell antichità pagana viene approfondito e diffuso. Le materie di studio medievali Secondo una distinzione fissata da Marziano Capella, un grammatico della tarda antichità (V secolo), le discipline necessarie alla formazione dell intellettuale (che si identifica con il chierico , cioè con l ecclesiastico) sono le sette arti 34 / LE ORIGINI E IL DUECENTO Notai al lavoro, Matricola dei Notai di Perugia, XV secolo. Perugia, Biblioteca Augusta. liberali , così definite perché appannaggio dell uomo libero, non assoggettato ai vincoli del lavoro e perciò in grado di dedicarsi alla conoscenza. Di queste discipline, tre riguardano la parola (grammatica, retorica e dialettica), il cosiddetto Trivio, e quattro comprendono le materie scientifiche (aritmetica, geometria, musica e astronomia), riunite nel Quadrivio. La preminenza data alle arti liberali si può spiegare facilmente: esse vengono ritenute attività dell anima, base di un sapere spirituale e di una cultura intesa essenzialmente come studio e contemplazione. Viceversa le cosiddette arti meccaniche , ovvero manuali, sono finalizzate a scopi pratici, essendo prerogativa di uomini non liberi. Dovremo attendere la civiltà rinascimentale per assistere a un rinnovato interesse e apprezzamento nei confronti di arti quali la pittura e la scultura, a cui verrà attribuita una nuova dignità nell ambito di una più ampia valorizzazione delle conoscenze e delle attività umane. Ricostruire sulle macerie: la Rinascita carolingia Nonostante il ruolo assunto dai monasteri nel recupero e nella salvaguardia dei classici, le scuole fiorite al loro interno sono poco frequentate. Il basso livello di cultura non riguarda solo i laici, ma anche la grande maggioranza degli ecclesiastici. Proprio dalla coscienza della decadenza dell istruzione, a cavallo tra