T11 O cameretta che già fosti un porto , 234 Canzoniere Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE CDE. Troviamo in questo sonetto il rovesciamento di un motivo fra i più presenti nel , cioè la ricerca della solitudine ( , T6, p. 330). Ormai l’angoscia amorosa è così intollerabile per il poeta, che persino la solitudine diventa insostenibile. Egli sceglie dunque di confondersi tra la gente, per provare a lenire la sofferenza d’amore. Canzoniere Solo et pensoso i più deserti campi ▶ Metro La ricerca degli altri per lenire la sofferenza parafrasi O cameretta che già fosti un porto a le gravi tempeste mie diurne, fonte se’ or di lagrime nocturne, che ’l dì celate per vergogna porto. 4 O cameretta che in passato ( ) sei stata un rifugio ( ) dai miei pesanti sconvolgimenti ( ) durante il giorno, ora sei il luogo in cui scaturisce ( ) durante la notte un pianto che di giorno nascondo perché me ne vergogno. 1-4 già porto gravi tempeste fonte O letticciuol che requie eri et conforto in tanti affanni, di che dogliose urne ti bagna Amor, con quelle mani , ▶ eburne solo ver’ me crudeli a sì gran torto! 8 O caro letto che eri (luogo di) riposo ( ) e consolazione nelle angosce così grandi (che vivevo), con quante lacrime ti bagna Amore, attraverso quelle mani bianchissime ( ), così ingiustamente ( ) crudeli solo verso di me! 5-8 requie eburne a sì gran torto TRECCANI ▶ Le parole valgono Quest’aggettivo non è sulla bocca di tutti, visto che appartiene a un registro aulico. E non si può certo pretendere che si sappia che in latino vuol dire “avorio”. Eppure anche chi non può definirsi dotto sa che un crocifisso può essere , che sono i denti bianchissimi che invidiamo all’amico o all’amica e che è la torre – appunto d’avorio – nella quale metaforicamente si rifugiano tutti coloro che mostrano disinteresse per il mondo e la società. eburneo ebur eburneo eburnei eburnea ➔ Conosci altri aggettivi qualificativi che traggono origine da una precisa materia? Prova a elencarne alcuni. letteralmente, “vasi di dolore”. 6 dogliose urne: sono le mani di Laura. 7 mani eburne: Né pur il mio secreto e ’l mio riposo fuggo, ma più me stesso e ’l mio pensero, che, seguendol, talor levòmmi a volo; 11 Ma non fuggo soltanto la mia solitudine ( ) e il mio sonno ( ), ma ancor più me stesso e i miei sentimenti ( ), che, quando mi è capitato di assecondarli, talvolta mi hanno sollevato al di sopra delle cose terrene ( ); 9-11 il mio secreto ’l mio riposo ’l mio pensero levòmmi a volo i termini indicano rispettivamente la camera e il letto. 9 secreto… riposo: quasi un rapimento estatico. 11 levòmmi a volo: e ’l vulgo a me nemico et odioso (chi ’l pensò mai?) per mio refugio chero: tal paura ò di ritrovarmi solo. 14 e cerco ( ) come mia salvezza ( ) – chi mai l’avrebbe pensato? – la gente, (che prima consideravo) nemica e odiosa: tanto grande è la paura che ho di trovarmi da solo. 12-14 chero per mio refugio latinismo. 13 chero: DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Nelle quartine il poeta si rivolge alla propria stanza e al proprio letto. La prima in passato era un rifugio, ora invece è divenuta un luogo di dolore, nel quale egli sfoga le proprie sofferenze. Il letticciuol (v. 5), che un tempo gli dava riposo, ora viene inondato dalle sue lacrime. L’immagine che segue è piuttosto complessa: Amore versa vasi ( urne , v. 6) di lacrime attraverso le mani crudeli (v. 8) di Laura. La donna, creatura gentile, è ritratta come ingiustamente fredda nei suoi confronti. Un rifugio che diventa luogo di dolore pagina 348 Del resto, il pensiero d’amore che a volte ha permesso al poeta di sollevarsi ad altezze sublimi ( talor levòmmi a volo , v. 11) allo stesso tempo ha alimentato in lui fantasie smentite dalla realtà e perciò causa di frustrazione. La fuga si configura dunque come un’azione disperata : egli sa bene che non sta scappando da un luogo specifico (la sua camera da letto), ma da sé stesso e dalle contraddizioni che lo avvolgono. Questo è il motivo di una scelta per lui insolita: la ricerca della compagnia delle persone, nella speranza di distrarsi e trovare sollievo dalla propria ossessione passionale . In cerca di compagnia Le scelte stilistiche Nel contrapporre due distinti momenti temporali, l’autore utilizza una serie di antitesi * . Al già del v. 1 (il passato) si contrappone l’ or del v. 3 (il presente). Al porto del v. 1 si oppone la paura del v. 14. Il porto che era la cameretta (v. 1) ora è stato sostituito, nel v. 13, dal refugio che paradossalmente ( chi ’l pensò mai? , v. 13) è ’l vulgo (v. 12). Una struttura antitetica I concetti sviluppati nel sonetto sono introdotti attraverso un’efficace metafora * : la cameretta è un porto che ripara dalle tempeste della vita (vv. 1-2). La cameretta e il letticciuol sono semplici oggetti, che però vengono quasi animati dal poeta perché possano divenire come degli ideali interlocutori ai quali esprimere la propria afflizione interiore. Gli enjambement * tra i vv. 1-2 ( un porto / a le gravi tempeste ), 5-6 ( et conforto / in tanti affanni ) e 9-10 ( e ’l mio riposo / fuggo ) mettono in evidenza l’ultima parola del primo verso delle tre coppie, ovvero, rispettivamente, porto , conforto e riposo : termini chiave che rimandano a quella tranquillità psicologica che il poeta va affannosamente cercando. Il tessuto retorico VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE E ANALIZZARE La cameretta muta 1 LA FUNZIONE DELLA CAMERETTA il proprio ruolo agli occhi del poeta. Come avviene questa evoluzione nel corso del testo? Perché al v. 12 il poeta definisce 2 LA GENTE OSTILE il , cioè la gente, ? vulgo nemico et odioso Quale figura retorica introduce 3 LA FIGURA RETORICA l’espressione (v. 1)? O cameretta INTERPRETARE Che cosa intende il poeta con la 4 LA METAFORA parola (v. 11)? volo SCRIVERE PER… Confronta il desiderio di compagnia 5 CONFRONTARE espresso in questo sonetto con quanto l’autore afferma in Solo et pensoso i più deserti campi ( T6, p. 330). Descrivi in un testo di circa 20 righe ▶ analogie e differenze tra gli stati d’animo delineati con esempi tratti dai sonetti. Leggi i versi del sonetto di Guido 6 CONFRONTARE Cavalcanti riportati Noi siàn le triste penne isbigotite di seguito e confrontali con quelli di Petrarca in un brano di circa 15 righe che evidenzi le analogie e le differenze dal punto di vista tematico e linguistico. Noi siàn le triste penne isbigotite, / le cesoiuzze e ’l coltellin dolente, / ch’avemo scritte dolorosamente / quelle parole che vo’ avete udite. // Or vi diciàn perché noi siàn partite / e siàn venute a voi qui di presente: / la man che ci movea dice che sente / cose dubbiose nel core apparite. DIBATTITO IN CLASSE La cameretta è il luogo in cui il poeta sta in solitudine: 7 essa è gradita, in quanto è il riparo dalle pene e dagli affanni del mondo, ma allo stesso tempo è tormentosa, perché il poeta è costretto a confrontarsi con le proprie angosce interiori. Quale valore dai tu alla solitudine? È qualcosa che cerchi o che rifuggi? Confrontati con i compagni.