Giovanni Boccaccio I GRANDI TEMI 1 La letteratura e il mondo degli uomini Sul suo sepolcro Boccaccio volle che fosse scritto un epitaffio, da lui stesso composto, che si concludeva così: , ovvero il suo amore fu la poesia che dà vita, nutrimento, energia e, al tempo stesso, ripara dalle sofferenze della vita. Ecco: in questa sintetica affermazione è condensata la sua concezione della vita e della letteratura. Per lui il racconto e l’invenzione artistica adempiono a una , costituendo una sorta di spazio ameno che diverte e compensa il genere umano delle difficoltà e delle sofferenze affrontate nella vita. studium fuit alma poesis funzione consolatoria Boccaccio non si assume il compito di riflettere sulla verità religiosa o sulla presenza di Dio nel mondo: tutta la sua opera si presenta come il . Egli non ha dogmi da difendere né preoccupazioni trascendenti da assecondare: il suo è e unicamente volto alla , nella quale la presenza determinante e imprevedibile della “fortuna”, ovvero del caso, può essere gestita e controllata dallo spirito d’iniziativa e dall’intelligenza degli uomini, arbitri del proprio destino. racconto delle passioni, degli amori e delle avventure umane orizzonte laico rappresentazione terrena del vivere L’essere umano infatti deve sì conformarsi alla natura e obbedire alle proprie inclinazioni, ma non per questo deve soggiacere in modo passivo e irrazionale agli istinti, che al contrario vanno disciplinati grazie all’ . uso della ragione , p. 383; , p. 393 DAI TEMI AI TESTI: T2 T3 pagina 365 2 Cortesia e borghesia Sono principalmente due gli universi ideologici e valoriali nel cui ambito Boccaccio si forma e che rifletterà nelle sue opere: quello cortese e quello borghese. Si tratta di sistemi di idee e princìpi antitetici che egli si propone di integrare, in una difficile che costituiscono il fondamento dell’etica aristocratica che anima i comportamenti della nuova classe borghese egemone. Tale sintesi lo porta, al tempo stesso, a criticare gli eccessi di queste due visioni del mondo contrapposte: da un lato i costumi cortesi rischiano di apparire anacronistici, se non vengono filtrati e attualizzati all’interno di un contesto sociale ed economico nuovo, nel quale è necessario mirare all’utile con ingegno e oculatezza; dall’altro la logica mercantile del guadagno, se non è accompagnata da senso della misura e considerazione dei rapporti umani, diventa avidità, grettezza, deprecabile cinismo. conciliazione tra la generosità, l’eleganza e la magnanimità e lo spirito d’intraprendenza , che Boccaccio pone alla base del vivere civile, dello scrittore, che ha fatto conoscenza diretta, attraverso le vicende della sua vita, di mondi e valori tanto diversi. Il periodo trascorso a Napoli (1327-1340) lo porta infatti a contatto con una corte sfavillante, come quella angioina, in cui osserva e ammira la vita mondana dell’aristocrazia, fatta di feste sontuose e cerimonie galanti. A Firenze, invece, l’autore frequenta una realtà dominata da banchieri e mercanti, che fanno della città uno dei principali centri dell’economia mondiale. Su questo modello ideale agisce l’esperienza biografica concreta Negli anni tra Due e Trecento (lo si è visto a proposito dell’età di Dante) le lotte civili tra le opposte fazioni – prima i guelfi e i ghibellini e successivamente, divenuta Firenze stabilmente guelfa, i neri e i bianchi – riflettevano i contrasti tra : in particolare il ceto dei ricchi (rappresentato dalle arti maggiori), i piccoli (associati nelle arti minori) e i rappresentanti della (magnati). Boccaccio appartiene al primo ceto, ma conosce da vicino anche gli altri: un mondo che con il ritrarrà in tutte le sue molteplici sfaccettature. gruppi sociali diversi mercanti e banchieri artigiani nobiltà feudale Decameron La casa di Boccaccio a Certaldo. , p. 305; , DAI TEMI AI TESTI: T9 myDbook.it Guido Cavalcanti pagina 366 3 L’amore come sentimento terreno Nella sua produzione letteraria Boccaccio celebra l’ come un’ che ingentilisce l’anima ed esalta il corpo, coinvolgendo uomini e donne, di ogni età e di ogni classe sociale. L’amore viene rappresentato in tutte le sue forme: come passione disperata o come fonte di sublimazione morale, come sentimento tragico o come godimento libero e perfino licenzioso. Non mancano gli ideali della purezza stilnovistica e neppure l’esaltazione borghese del vincolo matrimoniale. amore irresistibile potenza naturale Nel , in particolare, anche il diventa fondamentale e non più soggetto a censura. In questo sta la grande novità della concezione boccacciana: lo scrittore parla dell’amore alla stregua di un’ pienamente , descrivendo anche gli aspetti più concreti della passione: l’attrazione fisica, la dimensione sessuale e la naturalità del richiamo dei sensi. In diverse novelle del , in particolare, si farà , polemizzando apertamente con quell’ideale ascetico, tipicamente medievale, che vedeva nella rinuncia, nell’astinenza e nella castità la via più certa alla salvezza dell’anima. Decameron desiderio carnale esperienza umana e terrena Decameron difensore dei “diritti della natura” Marie Spartali Stillman, , 1879. Collezione privata. Fiammetta che canta , p. 378; , p. 421 DAI TEMI AI TESTI: T1 T7