giorni, da un mercoledì al martedì di due settimane dopo, perché il venerdì e il sabato l attività narrativa è sospesa per il riposo e la preghiera. Così vengono raccontate dieci novelle ogni giorno per dieci giorni, per un totale di cento. Le sette ragazze e i tre ragazzi raccontano quotidianamente una novella ciascuno, sotto il «reggimento di un narratore diverso che decide il tema della giornata, con le eccezioni della Prima e della Nona, entrambe a tema libero. Al solo Dioneo tra i novellatori quello più anarchico e fuori dagli schemi è consentito di trattare gli argomenti che preferisce (è il «privilegio di Dioneo ). La struttura L opera nel suo complesso comincia con un breve Proemio (contenente una dedica alle donne innamorate) e si chiude con una Conclusione dell autore. Ogni giornata (così si chiamano i dieci raggruppamenti ciascuno di dieci novelle) è aperta da una Introduzione e terminata da una Conclusione (che contiene sempre una ballata). Particolarmente importanti e più estese sono l Introduzione alla Prima giornata che descrive l epidemia di peste e racconta la decisione della «onesta e «lieta brigata di isolarsi dal contesto cittadino e che quindi è, di fatto, un introduzione a tutta l opera e l Introduzione alla Quarta giornata, che presenta un autodifesa dell autore da alcune critiche che gli erano state mosse sulla licenziosità delle novelle che erano già circolate. Ogni novella è preceduta inoltre da una rubrica, cioè una sorta di titolo o sommario che ne sintetizza in poche righe il contenuto. La cornice Il Proemio e la Conclusione dell autore rappresentano dunque il contesto all interno del quale viene collocata la cornice narrativa, cioè la narrazione relativa alle azioni dei dieci giovani narratori delle cento novelle, contenuta nelle introduzioni, nelle conclusioni e anche negli spazi iniziali e finali delle singole novelle. Nelle introduzioni e nelle conclusioni delle giornate oltre che nel Proemio Boccaccio parla in prima persona come narratore eterodiegetico onnisciente (cioè esterno alla narrazione, che domina dall alto in ogni suo aspetto), mentre nel resto del Decameron, vale a dire nelle novelle, cede la parola ai personaggi-narratori. FISSO I CONCETTI Con la dedica alle donne innamorate, Boccaccio: sottolinea la propria concezione di letteratura come intrattenimento; individua un nuovo pubblico che legge per diletto. Il Proemio e la dedica alle donne Nel Proemio è contenuta la dedica dell opera alle donne innamorate: queste ultime appaiono a Boccaccio bisognose di conforto, giacché vivono in una perenne condizione di repressione («ristrette da voleri, da piaceri, da comandamenti de padri, delle madri, de fratelli e de mariti ); l autore, che ricorda di avere sperimentato in prima persona la sofferenza d amore, provando «compassione verso le donne, dedica loro le cento novelle come un occasione di svago e di consolazione. Boccaccio afferma di volere così correggere «il peccato della fortuna , che ha posto le donne in una situazione di sottomissione alla volontà della controparte maschile, offrendo loro, con il suo libro, un piacevole passatempo. Poiché nel Medioevo le donne erano considerate persone prive di cultura, dedicare a loro la propria opera significava catalogarla come appartenente a un genere minore: in questo senso si tratterebbe di una sorta di dichiarazione di modestia da parte dell autore. Tuttavia sembra che sia anche presente, in Boccaccio, l intenzione di individuare un nuovo pubblico, un pubblico che legge per piacere e divertimento. La poetica del diletto Infatti, sempre nel Proemio, si afferma seppure indirettamente, ma in modo molto chiaro un concetto nuovo, cioè la concezione edonistica (l autore parla di «diletto ) della narrazione: una concezione della letteratura assai lontana dalle finalità moralistiche della narrativa medievale, basata sugli exempla, cioè su situazioni esemplari da cui trarre insegnamenti morali o religiosi utili per la vita. 368 / IL TRECENTO