T5 La novella delle papere , IV, Decameron Introduzione (riscrittura in italiano moderno di Aldo Busi) Pare che alcune novelle del Decameron fossero cominciate a circolare prima che Boccaccio completasse l’opera e che l’autore ne avesse ricavato aspre critiche. Si spiega così il contenuto dell’ alla Quarta giornata, nella quale Boccaccio risponde ai rimproveri mossigli. I suoi detrattori sostengono che a un uomo maturo come lo scrittore non si addica trattare temi leggeri quali quelli delle sue novelle e in particolare assecondare e lodare le donne, come sembra voler fare con la sua opera (dedicata proprio alle donne innamorate). Boccaccio si difende: lo fa argomentando e rispondendo punto per punto alle critiche, ma soprattutto attraverso una novella (inserita all’interno della stessa ), che mostra l’innocente naturalezza del sentimento amoroso e della stessa attrazione erotica. La traduzione ha modificato il termine originale papere in oche. Introduzione Introduzione Il potere della natura e dell’istinto sull’educazione Testo plus – (originale) La novella delle papere Asset ID: 293 ( ) let-altvoc-la-novella-delle-papere240.mp3 Audiolettura Quando ancora Berta filava, viveva nella nostra città un certo Filippo Balducci, 1 un uomo sorretto da una buona dose di pragmatismo e al quale, nonostante la modesta estrazione sociale, non mancavano certo i soldi e che era ben avviato nei suoi affari. Andava d’amore e d’accordo con sua moglie, insieme facevano una vita tranquilla e beata senza altra preoccupazione che superarsi a vicenda nel volersi 5 bene, ma improvvisamente venne anche per quella santa donna il momento di passare a, si fa per dire se non l’ho già detto prima, miglior vita e Filippo restò solo con l’unico figlio che gli aveva dato e che aveva circa due anni. Nessuno ha mai sofferto tanto per la scomparsa di una persona o di una cosa cara come Filippo dopo la morte della moglie, ma visto che niente gli avrebbe più reso la 10 donna che lo aveva lasciato sconsolatamente solo, senza titubanze decise di mettere 2 la propria esistenza e quella del figlioletto al servizio del Signore. Lasciò così tutte le sue ricchezze alla Chiesa e, senza pensarci troppo, se ne andò a abitare con il bambino in una piccola capanna sul monte Senario a vivere di elemosina, digiuni e preghiere. 3 Filippo faceva sempre molta attenzione a non parlare a suo figlio del mondo al di là 15 del fico e si guardava bene dal farvigli mettere piede, per timore che qualcosa potesse distogliere il ragazzo da quella vita di penitenza. La gloria della vita eterna, Dio e i santi tutti erano gli unici argomenti delle loro conversazioni e le preghiere erano l’unica materia che Filippo riteneva degna di essere insegnata al figlio, che per anni e anni non mise mai il naso fuori dalla capanna e nessun’altra persona vide oltre al padre. 20 Ogni tanto il bravuomo era solito ritornare a Firenze per racimolare le offerte di qualche cristiano caritatevole e ritornarsene subito dopo alla sua capanna fornito di quelle cose di prima necessità. Intanto il tempo passava, lui invecchiava, e un giorno suo figlio, che aveva ormai diciotto anni, gli chiese dove mai andasse quando si allontanava. 25 Filippo glielo disse e il ragazzo disse: «Padre mio, voi non siete più tanto giovane e non potete strapazzarvi in questo modo. Perché una volta non mi portate con voi a Firenze per farmi conoscere i vostri amici e i bravi cristiani che ci sostentano? Io sono giovane e non mi dà fastidio camminare, così potrei andare io a Firenze quando occorre e voi potrete restarvene 30 qui tranquillo a aspettarmi.» espressione che “significa” molto tempo fa. 1 Quando… Berta filava: esitazioni, dubbi. 2 titubanze: zona collinare a pochi chilometri da Firenze dove si trova il santuario omonimo, uno dei più importanti della Toscana. 3 monte Senario: Il bravuomo rifletté un attimo: in effetti, suo figlio era ormai grande e si era così abituato a quella vita al servizio del Signore che il mondo ormai non avrebbe sicuramente più potuto traviarlo con le sue malie e, concluso con un “Ha proprio 4 ragione”, la volta dopo ce lo portò. 35 Immaginatevi lo stupore del ragazzo quando cominciò a vedere palazzi, case, chiese, insomma tutto quello che c’è da vedere in una metropoli; per quanto si sforzasse di richiamare alla memoria qualcosa di simile, non gli veniva in mente nulla che potesse essere paragonato a questo spettacolo e così il padre si ritrovò bombardato dalle domande del figlio, che voleva sapere come si chiamava questo, 40 a cosa serviva quello, cos’era quest’altro e non era mai sazio delle risposte che riceveva. Mentre l’interrogatorio continuava incessante, i due si imbatterono in un gruppetto di belle ragazze vestite all’ultima moda che ritornavano da un matrimonio. Non appena le vide, il ragazzo trasecolò e chiese al padre che cose erano quelle lì 45 5 e il padre gli disse: «Abbassa gli occhi, per carità, non guardarle, sono pericolose.» E il figlio: «Come si chiamano?» Suo padre, per non correre il rischio di risvegliare nel ragazzo quel turbamento 50 ancestrale che sfocia inevitabilmente nel desiderio di fare pratica con tutti i piaceri che ne conseguono, non gli disse il nome proprio, cioè femmine, ma disse: «Si chiamano oche.» Adesso viene il bello! Quel ragazzo che non aveva mai visto creature simili, dimenticò di colpo i palazzi, il bue, l’asinello, il cavallo, i grandi magazzini che 55 trasudavano ricchezza, insomma tutto quello che aveva visto e col cuore in gola disse: «Padre, vi supplico, fate in modo che possa avere una di quelle oche.» «Quante volte te lo devo ripetere» gli disse il padre «che sono pericolose?» «È così che sono fatte le cose pericolose?» ribattè stupito il ragazzo. 60 «Sì» tagliò corto il padre. E il figlio allora disse: «Non capisco perché parliate così né perché siano pericolose. Per quanto mi riguarda, non mi è mai capitato di vedere una tale meraviglia. Sono così belle! Sono più belle degli angeli dipinti che mi avete mostrato tante volte. Vi prego, se 65 mi volete un po’ di bene, lasciatemi portare una di queste oche su da noi che ci penserò io a ingozzarla.» 6 «Toglitelo dalla testa» disse il padre «tu non hai neanche idea di cosa ci vuole per ingozzarle» e improvvisamente capì che tutti i suoi ammaestramenti non avevano 7 alcun potere contro le forze dell’istinto e si pentì di aver portato suo figlio a 70 Firenze. tentazioni. 4 malie: rimase sbalordito. 5 trasecolò: metafora sessuale. 6 ci... ingozzarla: risposta del padre alla metafora sessuale. 7 tu... ingozzarle: pagina 412 DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Quello realizzato da Filippo Balducci con suo figlio è un esperimento pedagogico estremo e pericoloso, seppure compiuto a fin di bene (o, meglio, quello che Filippo ritiene il bene). Traumatizzato dalla morte dell’amata moglie, l’uomo decide di andare in eremitaggio con il bambino di due anni, crescendolo lontano dalle tentazioni mondane. Quando il ragazzo ha compiuto diciotto anni, egli pensa che tutte le preghiere, le meditazioni, le penitenze insegnategli e praticate con lui fin dall’infanzia abbiano definitivamente orientato il giovane a una vita esclusivamente spirituale, in cui non trovino spazio altri interessi, soprattutto quello per il sesso femminile. Ma il padre ha sottovalutato la forza dell’istinto naturale . Ecco che basta la vista di un gruppo di fanciulle per far crollare il sistema educativo costruito con tanto impegno. La forza della natura La novelletta delle papere si colloca all’interno dell’ Introduzione alla Quarta giornata come una sorta di exemplum , che diventa, da parte di Boccaccio, anche una dichiarazione di poetica , cioè l’affermazione di quelli che sono gli intenti e i criteri che guidano il suo lavoro di narratore: egli è intenzionato a rappresentare la realtà nella sua interezza e nella sua concretezza, al di là degli schemi morali astratti a cui era ancora vincolata la stragrande maggioranza dei letterati del suo tempo. Una dichiarazione di poetica VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE E ANALIZZARE 1 La volontà dell’autore Perché Boccaccio inserisce questa novella nell’ Introduzione alla Quarta giornata? 2 La scelta di un padre Perché Filippo Balducci ha isolato il figlio, sin da bambino, dalla realtà sociale? 3 L’interesse del figlio Elenca le cose che colpiscono l’attenzione del figlio di Filippo appena giunto a Firenze. 4 L’ironia Individua nel testo degli esempi di ironia. INTERPRETARE 5 Il significato delle papere Perché, secondo te, fra tutti gli animali Filippo sceglie proprio le papere per riferirsi alle donne? scrivere per... 6 ARGOMENTARE Educare fuori dal mondo, in un contesto completamente isolato, è stata una delle utopie della pedagogia. Secondo te è possibile? Può essere efficace? perché? Spiegalo in un testo argomentativo di circa 30 righe. Giotto, particolare dagli affreschi della Cappella degli Scrovegni, 1304-1306. Padova.