85 90 95 100 105 110 115 120 125 130 «Ma non devi credere che gli altri giorni della settimana noi riposiamo. Semplicemente l inseguimento e la cattura avvengono in altri luoghi, nei quali ella agì o pensò crudelmente contro di me. Questa pena durerà per tanti anni quanti furono i mesi in cui ella fu crudele nei miei confronti. E dunque lascia che la giustizia divina segua il suo corso e non volerti opporre a quello che tu non potresti contrastare . A queste parole Nastagio rabbrividì. Non c era un solo pelo sul suo corpo che non si fosse arricciato per il terrore. Si tirò indietro, continuando a guardare la donna tutto tremante, in attesa di ciò che avrebbe fatto il cavaliere. Il quale, come un cane rabbioso, si gettò con lo stocco in mano sulla giovane che, inginocchiata e trattenuta dai mastini, gridava e chiedeva pietà. Il cavaliere la colpì al petto con tutte le sue forze, trapassandola da parte a parte. Ella cadde bocconi, sempre piangendo e gridando, e il cavaliere, messa mano a un coltello, le squarciò la schiena, ne estrasse il cuore con le altre viscere e li gettò ai due mastini, che avidamente li divorarono. Un attimo dopo la donna, come se non fosse successo niente, si alzò in piedi e riprese la fuga verso il mare. I cani le si lanciarono appresso, sempre azzannandola e strappandole la carne a brani, e il cavaliere, rimontato a cavallo e ripreso lo stocco, si dette anch egli a inseguirla. Si allontanarono velocemente e presto scomparvero alla vista di Nastagio. Il giovane restò a lungo turbato da questa visione, diviso tra l orrore e la pietà. Poi gli venne in mente che forse ne avrebbe potuto trarre qualche vantaggio, visto che il fatto si verificava regolarmente in quel luogo ogni venerdì. Cosi segnò il posto e se ne tornò ai suoi padiglioni. Dopo qualche tempo mandò a chiamare i parenti e gli amici e disse loro: «Voi mi avete invitato molte volte a smettere di amare questa fanciulla che mi è nemica, così ho deciso di seguire i vostri consigli. A patto però che voi mi facciate un grande favore. Dovete ottenere che venerdì prossimo vengano qui a pranzare con me messer Paolo Traversari, sua moglie, sua figlia e tutte le donne loro parenti e quanti altri piaccia a voi di invitare. Il motivo di questo invito lo capirete quel giorno . Agli amici e ai parenti la richiesta di Nastagio sembrò tutto sommato un piccolo favore. Se ne tornarono a Ravenna e invitarono tutti quelli che il giovane aveva detto. E benché fosse duro ottenere che anche la fanciulla sdegnosa accettasse l invito, pure riuscirono a farla andare. Nastagio aveva fatto preparare un magnifico pranzo e aveva fatto apparecchiare con sfarzo le tavole all aperto, sotto i pini, proprio là dove gli era apparsa la terribile visione. Disponendo i posti degli invitati, aveva fatto in modo che la fanciulla amata sedesse proprio dirimpetto al luogo dove il fatto doveva accadere. Era già stata servita l ultima portata quando si cominciò a udire il rumore dell inseguimento. Gli ospiti, meravigliati, iniziarono a chiedersi a vicenda cosa fosse e nessuno sapeva rispondere. Si alzarono da tavola per guardare meglio ed ecco apparire l infelice donna e i suoi inseguitori. Tra i commensali ci fu turbamento e grande scompiglio, e molti si fecero avanti per aiutare la giovane che fuggiva. Ma il cavaliere, parlando con loro come aveva fatto con Nastagio, li fece indietreggiare, riempiendoli al tempo stesso di terrore e di meraviglia. Poi compì la sua opera come l altra volta, facendo strazio della giovane. L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 423