ANALIZZA TU – VERSO L’ESAME DI STATO T9 Chichibio e le gru , VI, 4 Decameron Raccontata da Neifile, questa celebre novella ha per protagonista un cuoco bugiardo, non troppo intelligente e pauroso, che però – non sa nemmeno lui come – con una battuta improvvisata riesce a scampare a un grande pericolo. Siamo nella Sesta giornata, quella dedicata ai motti di spirito, in cui Boccaccio celebra le espressioni pronte e fulminee, frutto di un abile uso della parola, valore esaltato in tutto il  Decameron . Una battuta fulminea salva un cuoco bugiardo   Testo plus –  (riscrittura in italiano moderno di Aldo Busi) Chichibio e le gru Chichibio, 1 cuoco di Currado Gianfigliazzi, 2 con una presta parola a sua salute 3 l’ira di  Currado volge in riso e sé campa dalla mala ventura 4 minacciatagli da Currado. […] , sì come ciascuna di voi e udito e veduto puote avere, sempre  Currado Gianfigliazzi 5 della nostra città è stato , e vita cavalleresca  notabile cittadino, liberale e magnifico 6       tenendo continuamente in cani e in uccelli s’è dilettato, le sue opere maggiori  5 al presente lasciando stare. Il quale con un suo falcone avendo un dì presso a 7  Peretola  una gru ammazzata, trovandola grassa e giovane, quella mandò a   8 un suo e era viniziano; e sì gli mandò dicendo  buon cuoco, il quale era chiamato Chichibio 9 che a cena l’arrostisse e governassela bene. Chichibio, il quale come   10 nuovo      era così pareva, acconcia la gru, la mise a fuoco e con      10 bergolo 11 12 ▶ sollecitudine a cuocer la cominciò. La quale essendo già presso che cotta e grandissimo odor   13 venendone, avvenne che una feminetta della contrada, la quale Brunetta era  14 chiamata e di cui Chichibio era forte innamorato, entrò nella cucina, e sentendo l’odor  della gru e veggendola pregò caramente Chichibio che ne le desse una coscia. 15 I due personaggi principali incarnano molto : appartengono a due mondi sociali e culturali agli antipodi, come si evincerà più avanti anche dal loro linguaggio. (rr. 1-11) caratteri diversi TRECCANI ▶ Le parole valgono «Vi preghiamo di volerci rispondere con cortese »: nel linguaggio della burocrazia, formule del genere abbondano. Ma essere esprime una bella disposizione dell’animo: quella di chi si dà cura e si preoccupa – con prontezza, diligenza e premura – di una persona o di una cosa.  sollecitudine sollecitudine solleciti ➔ La sollecitudine non va confusa con il sollecito : che cosa si indica con questo sostantivo? Chichibìo è un nomignolo che deriva dalla voce veneta (a carattere onomatopeico) , che significa letteralmente “fringuello” e per traslato “cervello d’uccellino”, “buono a nulla”. Si tratta di un personaggio d’invenzione. 1 Chichibio: cicibìo personaggio storico appartenente a una nobile e ricca famiglia di banchieri. 2 Currado Gianfigliazzi: con una battuta pronta detta per salvarsi. 3 con una presta parola a sua salute: si salva dalle sciagure. 4 sé campa dalla mala ventura: può. 5 puote: ragguardevole. 6 notabile: ora ( ) tralasciando di menzionare le sue opere più importanti (in campo politico ed economico). 7 le sue opere… lasciando stare: al presente borgo del contado fiorentino. 8 Peretola: gliela. 9 gli: la preparasse. 10 governassela: sembrava proprio quello strano ( ) sempliciotto ( ) che era. 11 come nuovo… pareva: nuovo bergolo preparata. 12 acconcia: profumo d’arrosto. 13 odor: un personaggio d’invenzione. 14 Brunetta: gliene. 15 ne le:     Chichibio le rispose cantando e disse: «   15 Voi non l’avrì da mi, donna Brunetta, 16 ». voi non l’avrì da mi Di che donna Brunetta essendo turbata, gli disse: «In fé di Dio, se tu non la mi  17 dai, tu non avrai mai da me cosa che ti piaccia», e in brieve le parole furon molte;   18 alla fine Chichibio, per non crucciar la sua donna, spiccata l’una delle cosce  19 20     alla gru, gliele diede. 20 La schermaglia amorosa tra il cuoco e la serva è resa con vivace . (rr. 15-20) realismo linguistico voi non l’avrete da me (la frase mima il dialetto veneziano). 16 Voi non l’avrì da mi: adirata. 17 turbata: insomma litigarono. 18 in brieve le parole furon molte: scontentare. 19 crucciar: staccata. 20 spiccata: Essendo poi davanti a Currado e a alcun suo forestiere messa la gru senza  21 coscia, e Currado maravigliandosene, fece chiamare Chichibio e domandollo che  fosse divenuta l’altra coscia della gru. Al quale il vinizian bugiardo subitamente  22 rispose: «Signor mio, ». le gru non hanno se non una coscia e una gamba     Currado allora turbato disse: «Come diavol non hanno che una coscia e una  25 gamba? Non vid’io mai più gru che questa?». 23 Chichibio seguitò: «Egli è, messer, com’io vi dico; e quando vi piaccia, io il vi  farò veder ne’ vivi». 24 Currado per amore de’ forestieri che seco avea non volle dietro alle parole andare,   25     ma disse: «Poi che tu di’ di farmelo veder ne’ vivi, cosa che io mai più non  30 26 vidi né udi’ dir che fosse, e io il voglio veder domattina e sarò contento; ma io ti  27 giuro in sul corpo di Cristo che, se altramenti sarà, che io ti farò conciare in maniera,  che tu con tuo danno ti ricorderai, sempre che tu ci viverai, del nome mio». 28 Finite adunque per quella sera le parole, la mattina seguente, come il giorno      apparve, Currado, a cui non era per lo dormire l’ira cessata, tutto ancor gonfiato   35 29 si levò e comandò che i cavalli gli fossero menati; e fatto montar Chichibio sopra  un ronzino, verso una fiumana alla riva della quale sempre soleva in sul far del  30 31 dì vedersi delle gru, nel menò dicendo: «Tosto vedremo chi avrà iersera mentito,  o tu o io».     Chichibio, veggendo che ancora durava l’ira di Currado e che far gli conveniva  40 pruova della sua bugia, non sappiendo come poterlasi fare cavalcava appresso a  32 Currado con la maggior paura del mondo, e volentieri, se potuto avesse, si sarebbe  fuggito; ma non potendo, ora innanzi e ora adietro e dallato si riguardava, e ciò  che vedeva credeva che gru fossero che stessero in due piè. 33 Il cuoco cerca di giustificarsi ma la sua suscita l’ira del padrone. (r. 24) assurda risposta ad alcuni suoi ospiti. 21 a alcun suo forestiere: che fine avesse fatto. 22 che fosse divenuta: forse non ho mai visto un’altra gru prima di questa? 23 Non vid’io mai più gru che questa?: nelle gru vive. 24 ne’ vivi: continuare nella discussione. 25 dietro alle parole andare: dici. 26 di’: ecco, ebbene (si tratta della cosiddetta paraipotattica, che unisce una proposizione dipendente alla successiva principale). 27 e: e finché sarai in vita. 28 sempre… viverai: gonfio d’ira. 29 gonfiato: cavallo di razza non pregiata. 30 ronzino: corso d’acqua. 31 fiumana: doveva fornire le prove. 32 far gli conveniva pruova: su due zampe. 33 in due piè: Mercanti raffigurati in una miniatura del XIV secolo.     Ma già vicini al fiume pervenuti, gli venner prima che a alcun vedute sopra la  45 34 riva di quello ben dodici gru, le quali tutte in un piè dimoravano, sì come quando  dormono soglion fare; per che egli, prestamente mostratele a Currado, disse:  «Assai bene potete, messer, vedere che iersera vi dissi il vero, che le gru non hanno se  non una coscia e un piè, se voi riguardate a quelle che colà stanno».     Currado vedendole disse: «Aspettati, che io ti mostrerò che elle n’hanno due», e  50 fattosi alquanto più a quelle vicino, gridò: «Ho, ho!», per lo qual grido le gru, mandato  l’altro piè giù, tutte dopo alquanti passi cominciarono a fuggire; laonde Currado  35 rivolto a Chichibio disse: «Che ti par, ghiottone? parti che elle n’abbian due?». Chichibio quasi sbigottito, non sappiendo egli stesso donde si venisse, rispose:  36     «Messer sì, ; ché se così gridato  55 ma voi non gridaste “ho, ho!” a quella d’iersera aveste ella avrebbe così l’altra coscia e l’altro piè fuor mandata, come hanno fatto queste». La risposta divertente salva Chichibio: non è tanto l’intelligenza ad averla ispirata, quanto una , dettata dalla paura. (rr. 54-57) trovata improvvisa e spontanea vide prima di chiunque altro. 34 gli venner… vedute: perciò. 35 laonde: da dove gli venissero quelle parole. 36 donde si venisse: A Currado piacque tanto questa risposta, che   tutta la sua ira si convertì in festa , e disse: «Chichibio, tu hai ragione: ben lo doveva fare». e riso 37 Così adunque con la sua pronta e    risposta Chichibio cessò la mala  ▶ sollazzevol     ventura e paceficossi col suo signore. 60 38 Il , celebrata da Boccaccio, ha prodotto i suoi effetti: la clemenza e la cortesia di Corrado lo inducono a perdonare il suo cuoco. (rr. 58-fine) potere della parola TRECCANI ▶ Le parole valgono In latino significa “conforto”, “ristoro”: infatti poche parole nella nostra lingua esprimono il concetto di divertimento allegro, schietto e disimpegnato come . Quando esclamiamo «Che !», ce la stiamo spassando senza troppe preoccupazioni. E così l’aggettivo esprime una qualità godibilissima, che può riferirsi a una persona gioviale o a una cosa simpatica e spiritosa.  sollazzevole solatium sollazzo sollazzo sollazzevole ➔ «Essere il sollazzo della compagnia» non è però una condizione invidiabile. Indica quale tra le seguenti parole può sostituire, in questo caso, sollazzo : zimbello ; istrione ; mattatore ; furbastro . avrei proprio dovuto farlo. 37 ben lo doveva fare: evitò la punizione e fece pace. 38 cessò… paceficossi: VERSO L’ESAME COMPRENDERE E ANALIZZARE Riassumi il contenuto della novella in circa 10 righe. 1  Qual è l’occupazione di Currado? Che cosa sappiamo di lui sin dalle prime righe? 2  Perché a tavola Currado decide di non continuare la discussione con Chichibio? 3  Perché Currado perdona Chichibio? 4  Terzo personaggio della novella, nonché motore dell’azione, è Brunetta. Quali caratteristiche di questa figura femminile possiamo ricavare dal testo? 5  Sottolinea gli aggettivi con cui potresti descrivere il registro narrativo della novella. 6  comico • realistico • fiabesco • ironico • sarcastico • patetico INTERPRETARE La conclusione della novella può essere considerata coerente con la visione del mondo e dei rapporti umani promossa da Boccaccio nel ? 7  Decameron Boccaccio esalta l’intelligenza e l’arguzia, doti che egli ritiene indispensabili nella nuova società borghese. Ritieni che la risposta pronta e l’uso acuto della parola siano virtù fondamentali anche oggi? perché? 8