165 (r. 166) Nella terza sequenza vediamo il protagonista tornare a casa e scontrarsi con la moglie, involontariamente colpevole per aver 170 rotto l incantesimo. Il venir meno dell illusione di possedere la pietra magica fa emergere in lui tratti nuovi della sua personalità: 175 egli non è solo uno sciocco ma anche un violento pieno di pregiudizi misogini. 180 185 190 195 Entrossene144 adunque Calandrino così carico in casa sua. Era per avventura la moglie di lui, la quale ebbe nome monna Tessa, bella e valente145 donna, in capo della scala: e alquanto turbata146 della sua lunga dimora,147 veggendol148 venire, cominciò proverbiando149 a dire: «Mai, frate, il diavol ti ci reca!150 Ogni gente ha già desinato quando tu torni a desinare . Il che udendo Calandrino, e veggendo che veduto era, pieno di cruccio151 e di dolore cominciò a gridare: «Oimè, malvagia femina, o eri tu costì? Tu m hai diserto152 ma in fé di Dio io te ne pagherò! 153 e salito in una sua saletta e quivi scaricate le molte pietre che recate avea, niquitoso154 corse verso la moglie e presala per le trecce la si gittò a piedi, e quivi, quanto egli poté menar le braccia e piedi, tanto le diè per tutta la persona:155 pugna e calci, senza lasciarle in capo capello o osso addosso che macero156 non fosse, le diede niuna cosa valendole il chieder mercé con le mani in croce.157 Buffalmacco e Bruno, poi che co guardiani della porta ebbero alquanto riso, con lento passo cominciarono alquanto lontani158 a seguitar Calandrino; e giunti a piè dell uscio159 di lui sentirono la fiera160 battitura la quale alla moglie dava, e faccendo vista di giugnere pure allora161 il chiamarono. Calandrino tutto sudato, rosso e affannato si fece alla finestra e pregogli che suso a lui dovessero andare.162 Essi, mostrandosi alquanto turbati,163 andaron suso e videro la sala piena di pietre, e nell un de canti la donna scapigliata, stracciata, tutta livida e rotta164 nel viso dolorosamente piagnere; e d altra parte Calandrino scinto e ansando a guisa d uom lasso,165 sedersi. Dove, come alquanto ebbero riguardato, dissero: «Che è questo, Calandrino? vuoi tu murare,166 ché noi veggiamo qui tante pietre? e oltre a questo soggiunsero: «E monna Tessa che ha? E 167 par che tu l abbi battuta: che novelle168 son queste? Calandrino, faticato169 dal peso delle pietre e dalla rabbia con la quale la donna aveva battuta, e dal dolore della ventura la quale perduta gli pareva avere,170 non poteva raccogliere lo spirito171 a formare intera la parola alla risposta; per che soprastando,172 Buffalmacco ricominciò: «Calandrino, se tu aveva altra ira,173 tu non ci dovevi perciò straziare174 come fatto hai; ché, poi sodotti ci avesti175 a cercar teco della pietra preziosa, senza dirci a Dio né a diavolo,176 a guisa di due becconi nel Mugnon ci lasciasti, e venistitene, il che noi abbiamo forte per male; ma per certo questa fia la sezzaia che tu ci farai mai .177 144 Entrossene: se ne entrò. 145 valente: di valore. 146 turbata: adirata. 147 dimora: ritardo. 148 veggendol: vedendolo. 149 proverbiando: rimproverandolo. 150 Mai... reca!: finalmente, fratello, il dia- volo ti riporta a casa! Frate era appellativo di uso confidenziale (Calandrino è marito, non fratello di monna Tessa). 151 cruccio: irritazione, risentimento, collera. 152 diserto: rovinato. 153 te ne pagherò: te la farò pagare. 154 niquitoso: inferocito. 155 tanto... persona: altrettanto le diede colpi (con le braccia e con i piedi) per tutto il corpo. 156 macero: ridotto male, ammaccato. 157 niuna cosa... in croce: e non le servi- va a nulla il fatto che essa lo supplicasse con le mani giunte di aver pietà. 158 alquanto lontani: a una certa distanza. 159 a piè dell uscio: davanti alla porta. 160 fiera: feroce, violenta. 161 pure allora: proprio in quel momento. 162 pregogli... andare: li pregò di salire da lui. 163 turbati: seccati. 164 rotta: ferita. 165 lasso: affranto. 166 murare: costruire muri. 167 E : pleonastico. 168 novelle: novità. 169 faticato: affaticato, stancato. 170 della ventura... avere: della fortuna che pensava di aver perso. 171 spirito: fiato. 172 per che soprastando: e poiché non rispondeva. 173 altra ira: un altro motivo di ira ver- so di noi. 174 straziare: prendere in giro. 175 poi sodotti ci avesti: dopo che ci hai convinto con i tuoi bei discorsi. 176 senza dirci... a diavolo: senza dirci addio e senza mandarci al diavolo (cioè senza nemmeno salutarci). 177 a guisa... mai: ci hai lasciato nel Mugnone come due stupide bestie (becconi, letteralmente caproni ) e te ne sei tornato a casa, il che non ci è piaciuto per niente; ma certamente questa sarà l ultima (sezzaia) burla che ci farai. L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 447