| La letteratura medicea | FISSO I CONCETTI La corte fiorentina di Lorenzo de Medici è un importante centro culturale grazie al mecenatismo del signore. I temi Il legame tra politica e cultura Assunto il governo di Firenze nel 1434 con Cosimo il Vecchio, i Medici danno uno straordinario impulso a tutte le arti, inaugurando con raffinata intelligenza un rapporto di proficua collaborazione fra intellettuali e potere. In particolare Lorenzo, alla guida della città dal 1469, pur non rinunciando alle prerogative di un signore assoluto, tenta di salvaguardare l apparenza di una gestione liberale e tollerante, circondandosi di uomini di cultura e consiglieri politici di alto profilo. Arte e goliardia Attorniato da una «brigata di amici e scrittori, Lorenzo sa perseguire una capillare strategia politico-culturale giocando su un doppio registro e perlustrando tutti i territori della cultura: da un lato con il suo munifico mecenatismo favorisce l espressione più alta delle arti, dall altro asseconda quella naturale pulsione popolaresca e goliardica che a Firenze aveva una tradizione consolidata. Con lui la corte diviene il luogo della festa, del ritrovo signorile, dell intrattenimento disimpegnato, da offrire a un pubblico di selezionati aristocratici. Al tempo stesso, però, non si trascurano altre manifestazioni, organizzate fuori dal palazzo, tra le strade e le piazze cittadine, a beneficio della più vasta massa dei sudditi, coinvolti in riti carnevaleschi, giostre, tornei e cortei popolari. Giorgio Vasari, Ritratto di Lorenzo il Magnifico, 1534 ca. Firenze, Galleria degli Uffizi. Tra eleganza e gioco La versatilità culturale dell ambiente mediceo si traduce in letteratura nella fioritura di una produzione camaleontica : da una parte troviamo lo sviluppo di una poesia elegante ed elitaria, incentrata sull esaltazione della bellezza e della figura femminile; dall altra si assiste al proliferare di forme giocose, parodiche e comiche, come quelle realizzate, prima dell avvento di Lorenzo, da un verseggiatore trasgressivo e irriverente quale Domenico di Giovanni detto Burchiello (1404-1449). La duplicità dei toni e dello stile Felicità e inquietudine Sul delicato equilibrio tra evasione amorosa e controllo delle passioni si innestano i motivi ricorrenti della produzione poetica dello stesso Lorenzo (1449-1492) e del più geniale interprete della poesia quattrocentesca, Angelo Poliziano (1454-1494). Entrambi infatti affrontano i temi della bellezza, della giovinezza felice e dell aperto godimento dei doni della vita, sui quali però agisce una vena di perplessa malinconia dovuta alla percezione dello scorrere del tempo. Giardini fioriti al sole tiepido della primavera, amori delicati vissuti nel tripudio dei colori della natura, l allegria della giovinezza increspata da una sottile ansietà per l incertezza di un domani imprevedibile: sono questi i motivi ricorrenti di una lirica in cui convivono una vena giocosa dai tratti popolareschi e una vena più elegiaca e sentimentale, elegantemente aristocratica. 492 / UMANESIMO E RINASCIMENTO