tu non cercare, è illecito sapere, che fine a me, che fine a te, Leuconoe, ci hanno dato gli dei, e non tentare calcoli babilonici: meglio è subire quello che sarà, se molti inverni ci ha assegnato Giove, o questo è l ultimo, che adesso, contro le scogliere, fiacca il mare Tirreno: rifletti bene, versati il vino, e taglia la tua lunga speranza in breve spazio: mentre parliamo, è già fuggito, a noi ostile, il tempo: vivi questo tuo giorno, e non fidarti niente di un domani: (Edoardo Sanguineti, Imitazione da Orazio, ne Il gatto lupesco. Poesie 1982-2001, Feltrinelli, Milano 2002) Non domandare, è male, la fine mia, la tua. Non cercar gli oroscopi. Ti basti, quel che sarà, patire. Altri inverni verranno o questo è l ultimo che ora affanna ai promontori il mare Tirreno. Tu che sai, versa altro vino: la vita è breve, è lunga la speranza. Recidila. Ti parlo e l ora va. Ridi al giorno. Altro non c è. (Franco Fortini, Non domandare, in Composita solvantur, Einaudi, Torino 1994) Affresco con scena di banchetto, proveniente da Ercolano, I secolo d.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale. PER SCRIVERNE Evidenzia gli aspetti che caratterizzano il testo di Pavese, la lirica di Sanguineti e quella di Fortini: trovi solo diverse modalità stilistiche oppure anche il contenuto ti sembra difforme? quale preferisci e perché? Per rispondere a queste domande, scrivi un testo interpretativo-valutativo, nel quale illustrare la tua personale opinione: utilizza un lessico preciso e, se possibile, tecnico, un registro formale e una sintassi non banale, ricorri a delle subordinate per argomentare, stabilire nessi di causa-effetto, parallelismi, contrapposizioni, concessioni. A questo scopo, è assai utile esprimersi attraverso l uso di connettivi, che ti aiuteranno a evidenziare e chiarire il tuo lavoro di analisi e comparazione: sia sia; d altra parte; invece; al contrario; mentre; tuttavia ecc. LA POESIA DEL QUATTROCENTO / 503
CONSONANZE CONTEMPORANEE - Pavese, Sanguineti e Fortini - Tre diversi carpe diem