L’INTERVISTA – Ariosto con le parole di... Paolo Di Paolo «FIDUCIA TOTALE NEL POTERE DEL RACCONTO» è uno degli scrittori oggi più in vista in Italia. Ma non è solo un romanziere di successo, è anche un fine critico letterario e studioso di letteratura. Per questo abbiamo deciso di porre a lui alcune domande su un grande “narratore in versi” come , che nel suo capolavoro, il poema cavalleresco , esalta l’invenzione e la fantasia come valori indispensabili non solo per l’arte, ma anche per la vita. PAOLO DI PAOLO LUDOVICO ARIOSTO Orlando furioso Paolo Di Paolo, dove e quando ha incontrato Ludovico Ariosto? Da ragazzo leggevo spesso dei volumi illustrati per l’infanzia contenenti adattamenti dei grandi classici della letteratura mondiale. Tra questi ce n’era uno dedicato all’ , il capolavoro di Ludovico Ariosto. Frequentavo le scuole elementari, e naturalmente a quell’età non avevo alcuna competenza critica in ambito letterario, eppure intuivo in qualche modo che oltre a quella versione semplificata dell’opera di Ariosto c’era dell’altro. In altre parole che quella versione riassuntiva e scorciata rimandava a qualcosa di più imponente e potente. Quella lettura era una promessa che si sarebbe compiuta al liceo, quando incontrai il nella veste originale. E allora ho avuto conferma dell’energia creativa che il poema ariostesco conteneva in sé. Orlando furioso Furioso Che cosa soprattutto l’ha colpita? Potrei dire molte cose: il gusto per il racconto, il piacere dell’intreccio, la vivezza dei personaggi, ma voglio sottolineare soprattutto un elemento, la dimensione del paesaggio. Mi spiego: in Ariosto c’è una verità quasi tangibile della natura. Leggendo l’ ho capito che cosa significa per un narratore l’ambientazione: un paesaggio descritto e rappresentato nel suo rapporto con i personaggi. La natura in Ariosto è boschiva, frondosa, oscura, talora labirintica, comunque sempre da attraversare. Simboleggia il perturbante, il pericolo, ma anche la dimensione avventurosa. Poi c’è un’altra cosa che mi affascina in Ariosto. Orlando furioso Quale? L’energia che si sprigiona dalla passione amorosa. È un’energia che confina con la follia, ma che mette in moto qualcosa di vitale. Che cosa può dire Ariosto alla gioventù di oggi? Ariosto, come tanti classici del passato, può essere distante dal mondo dei ragazzi di oggi. Il suo immaginario non è il nostro, il suo modo di raccontare non è il nostro. Non dobbiamo mai nascondere la distanza. Ma dopo che abbiamo riconosciuto questa distanza, possiamo guardare a ciò che può parlare a noi. In tal senso credo che l’opera di Ariosto contenga un invito alla libertà. Dentro alla gabbia della metrica con le sue costrizioni formali c’è, paradossalmente, una libertà sovrana: è la libertà della mente, dell’emotività, delle passioni, dei desideri, della fantasia. Ariosto insegna così che la forma non necessariamente limita la libertà, anzi la può esaltare. Qual è a suo avviso la principale eredità consegnata da Ariosto alla letteratura? La fiducia totale nel potere del racconto, della narrazione. L’idea che chi narra una storia è padrone del mondo, che può dominare, e dunque capire, la realtà. Poi c’è in lui una caratteristica tipicamente rinascimentale, che lo rende particolarmente rappresentativo di quell’epoca: nel raccontare, l’autore inserisce tutto ciò che sa del mondo. La fiducia nella narrazione è dunque fiducia nella conoscenza, perché narrazione e conoscenza sono in fondo la stessa cosa. Quindi direi che una sua importantissima eredità è la convinzione del valore conoscitivo della letteratura. Lei, da scrittore, che cosa ha imparato da Ariosto? Tante cose, ma forse soprattutto una: la temperatura ironica tipica del suo sguardo sul mondo. Quello di Ariosto è uno sguardo bonario, sorridente, non sarcastico, cattivo o feroce; la sua ironia è mite, benevola, è un tratto della sua intelligenza. L’ironia è un tono che non ci allontana dall’umano, al contrario ci avvicina ad esso. L’ironia confina con l’empatia, ci aiuta a entrare in relazione con gli altri, a capirli, a dialogare con loro. Per uno scrittore che voglia comunicare qualcosa a chi leggerà i suoi testi questa è una dimensione fondamentale. Qual è il messaggio fondamentale di Ariosto? Oltre a tutto ciò che abbiamo detto sin qui, aggiungerei un’ultima cosa: l’invito a fidarci dell’invisibile, ad affidarci alla fantasia, che ci aiuta a cogliere quanto sta oltre la realtà materiale e visibile. Ariosto ci dice, e ci mostra con la sua opera, che il mondo è più vasto e misterioso di quello che ricade sotto i nostri cinque sensi. è nato a Roma nel 1983. Dopo la laurea in Lettere all’Università di Roma “La Sapienza”, ha ottenuto un dottorato di ricerca in Studi di storia letteraria e linguistica italiana all’Università di Roma Tre. Nel 2003 ha esordito con la raccolta di racconti . È autore di (2007) e di (2008). Nel 2009 ha pubblicato e Sono seguiti (2011), (2013), (2016), (2019, premio Viareggio-Rèpaci per la narrativa 2020), (2020) e la storia per l’infanzia (2021). PAOLO DI PAOLO Nuovi cieli, nuove carte Ogni viaggio è un romanzo. Libri, partenze, arrivi Raccontami la notte in cui sono nato Questa lontananza così vicina Dove siamo stati felici. La passione per i libri. Dove eravate tutti Mandami tanta vita Una storia quasi solo d’amore Lontano dagli occhi Svegliarsi negli anni Venti I desideri fanno rumore