110 115 120 S io l ho con laude ne miei versi messo, dice ch io l ho fatto a piacere e in ocio; più grato fòra essergli stato appresso. 106-108 Se io l ho lodato nei miei versi, dice che l ho fatto a mio piacere e per passatempo (in ocio); più gradito (grato) sarebbe stato (fòra) l essergli stato vicino (appresso). E se in cancellaria m ha fatto socio a Melan del Constabil, sì c ho il terzo di quel ch al notaio vien d ogni negocio, 109-111 E se mi ha associato a Constabili [nelle rendite] della cancelleria a Milano, così che ho un terzo di quel che il notaio incassa per ogni affare (negocio), gli è perché alcuna volta io sprono e sferzo mutando bestie e guide, e corro in fretta per monti e balze, e con la morte scherzo. 112-114 ciò accade (gli è) per il fatto che in alcune occasioni io sprono e frusto (sferzo) i cavalli cambiando le bestie e le guide, e corro velocemente per montagne e precipizi (balze), e metto a rischio la vita (con la morte scherzo). Fa a mio senno, Maron: tuoi versi getta con la lira in un cesso, e una arte impara, se beneficii vuoi, che sia più accetta. 115-117 Fa come dico io (a mio senno), Marone: getta i tuoi versi con la tua arte in un cesso e impara un mestiere (una arte) che sia più gradito [al Cardinale], se vuoi delle rendite (beneficii). Ma tosto che n hai, pensa che la cara tua libertà non meno abbi perduta che se giocata te l avessi a zara; 118-120 Ma una volta che li hai ottenuti (tosto che n hai), sappi (pensa) che hai perduto la tua preziosa libertà non meno che se te la fossi giocata a zara; e che mai più, se ben alla canuta età vivi e viva egli di Nestorre, questa condiz on non ti si muta. 121-123 e che mai più questa condizione cambierà per te (non ti si muta), neppure se (se ben) tu vivi e lui viva fino all età del canuto Nestore. 109-110 in cancellaria Constabil: nel 1516 il cardinale aveva fatto ottenere al poeta il beneficio di una parte degli utili della cancelleria vescovile di Milano, in società con Antonio Costabili e Benedetto Fantini (così si spiega la successiva allusione al terzo / di quel ch al notaio). 115 Maron: Andrea Marone (1474/14751528), poeta bresciano, che avrebbe voluto seguire il cardinale nel viaggio ungherese, ma fu scartato a favore di un altro cortigiano. 120 zara: gioco d azzardo con i dadi, ri- cordato anche da Dante nella Commedia (Purgatorio, VI, 1-9). 122 Nestorre: Nestore, personaggio omerico, proverbiale per la sua longevità (visse per tre secoli). Approfondisci DENTRO IL TESTO TEMI NEL TEMPO La satira: un genere non convenzionale I contenuti tematici Il duro mestiere del cortigiano L occasione di comporre questi versi è il rifiuto del poeta di seguire il cardinale Ippolito d Este in Ungheria. Tale decisione nasce dalla volontà di contrapporre al servilismo cortigiano (v. 10) le proprie convinzioni di uomo libero, espresse a viso aperto e non con fraude (v. 21). D altro canto, il cardinale non gradisce l attività letteraria di Ariosto, alla quale antepone i più prosaici servigi dei suoi dipendenti: il ruolo di artista è considerato un inutile passatempo (vv. 106-107). La difesa della libertà Tuttavia il trattamento riservatogli non induce Ariosto a recedere dalle sue convinzioni: egli continuerà a rivendicare la propria libertà e a salvaguardarla a costo di perdere i vantaggi pratici derivanti dalla condizione di asservimento. Nella parte restante della satira, l autore ribadirà il proprio irrinunciabile attaccamento a una vita improntata allo studio e alla semplicità. Ariosto afferma questa visione dell esistenza con tono a un tempo affabile e intransigente: la sua denuncia, tutt altro che innocua, mostra l assolutezza del vincolo cortigiano e lo stato di subalternità a cui è costretto il letterato nella dorata corte ferrarese. L AUTORE / LUDOVICO ARIOSTO / 549