/ Il programma dell opera / La parte introduttiva del poema è organizzata in quattro stanze che ne costituiscono il proemio. Il poeta enuncia l argomento, invoca indirettamente la propria Musa ispiratrice e dedica l opera al cardinale Ippolito d Este. Audio LETTURA METRO Ottave di endecasillabi con schema di rime ABABABCC. 5 10 Invocazione 15 Dedica 20 1 Le donne, i cavallier, l arme, gli amori, le cortesie, l audaci imprese io canto, che furo al tempo che passaro i Mori d Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, seguendo l ire e i giovenil furori d Agramante lor re, che si diè vanto di vendicar la morte di Troiano sopra re Carlo imperator romano. ottava 1 Io canto la bellezza e il fascino femminile (Le donne), le gesta dei cavalieri, i fatti d armi, i sentimenti e gli amori, gli atti cortesi e nobili, le imprese coraggiose, che avvennero (furo) nel tempo in cui i Mori attraversarono il mare, partendo dall Africa, e in Francia [dove sbarcarono] arrecarono grandi danni (nocquer tanto), seguendo l animo gonfio d ira e di furore giovanile del loro re Agramante, il quale aveva dichiarato (si diè vanto) di voler vendicare la morte di Troiano su Carlo Magno, imperatore romano. 2 Dirò d Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai né in rima: che per amor venne in furore e matto, d uom che sì saggio era stimato prima; se da colei che tal quasi m ha fatto, che l poco ingegno ad or ad or mi lima, me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso. ottava 2 Nello stesso tempo (in un medesmo tratto) racconterò, di Orlando, una vicenda (cosa) non ancora (mai) esposta né in prosa né in versi: cioè il fatto che impazzì (venne in furore e matto) per amore, da uomo che prima era considerato così saggio; se da colei che mi ha reso simile (tal quasi) a Orlando, e che continuamente (ad or ad or) mi assottiglia (lima) il già scarso ingegno, me ne sarà tuttavia lasciato (concesso) tanto quanto mi è necessario (mi basti) per portare a termine l opera che ho annunciato (quanto ho promesso). 3 Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l umil servo vostro. Quel ch io vi debbo, posso di parole pagare in parte e d opera d inchiostro; né che poco io vi dia da imputar sono; che quanto io posso dar, tutto vi dono. ottava 3 Degnatevi (Piacciavi) perciò, o nobile figlio di Ercole (generosa Erculea prole), vanto e splendore dei nostri tempi, Ippolito, di gradire (aggradir) ciò che vuole e soltanto può donarvi il vostro umile servitore. Posso ripagare parzialmente (in parte) il debito di riconoscenza nei vostri confronti con le parole e con la produzione letteraria (opera d inchiostro); e non mi si può rimproverare (da imputar sono) di darvi poca cosa; poiché vi dono tutto ciò che posso dare. 3 Mori: gli arabi del Marocco. La loro in- vasione della Francia era avvenuta ai tempi di Carlo Martello (battaglia di Poitiers, 732), ma l anacronismo nulla toglie alla favola che Ariosto sta per iniziare a narrare. 7 Troiano: il padre di Agramante, ucciso da Orlando di Borgogna. 8 Carlo imperator romano: in realtà l in- coronazione a imperatore (avvenuta a Roma nel Natale dell anno 800 per mano di papa Leone III) è successiva all epoca in cui si svolgono i fatti storici che fanno da sfondo al poema di Ariosto. 13 colei: è Alessandra Benucci, la donna amata dal poeta, qui invocata come musa. tal: cioè pazzo per amore. PARAFRASI Protasi 19 Ippolito: è il cardinale Ippolito d Este, figlio del duca Ercole I. questo: il poema stesso. 20 sol: il poeta afferma di poter donare soltanto la propria opera, non avendo altro. L AUTORE / LUDOVICO ARIOSTO / 565