i paladini, mossi al suo inseguimento. Anche i personaggi dei romanzi cavallereschi erano sempre impegnati in un avventurosa ricerca (la qu te), come quella del Santo Graal, ma quelli di Ariosto cercano un oggetto del desiderio materiale e inafferrabile: il loro è un vagare continuo, destinato a essere sempre interrotto e vanificato da un incontro o da un ostacolo, che allontana e rimanda l obiettivo rendendolo sfuggente. 4. Inserisci nella tabella, accanto ai nomi dei personaggi, i loro oggetti del desiderio e gli oppositori che impediscono loro di raggiungerli. Oggetto/i del desiderio Oppositore/i Angelica Rinaldo Ferraù La selva, metafora del caos La narrazione segue la fuga di Angelica in un bosco (v. 47), la caccia di Rinaldo, l incontro con Ferraù, il duello tra i due paladini, di cui la fanciulla approfitta per scappare nuovamente, in un continuo intrecciarsi di apparizioni e scomparse, lungo direzioni diverse che, prima o poi, finiranno per convergere ricreando ulteriori occasioni di scontri, ricerche e avventure. Come un burattinaio che tira i fili dei vari personaggi, Ariosto li fa emergere sulla scena e poi sparire e riapparire improvvisamente, dopo soste e riprese inaspettate. Teatro del loro vorticoso errare è la selva, che però ha ben poco a che vedere con l ambientazione dantesca, allegoria del peccato. Nel Furioso, essa costituisce piuttosto il luogo simbolico del labirinto in cui si svolgono le vicende terrene, la metafora del caos e dell incapacità degli esseri umani di dare un corso razionale e un governo sensato alla propria vita. 574 / UMANESIMO E RINASCIMENTO 5. Il duello tra Rinaldo e Ferraù è, oltre che violento, insensato e autolesionistico. Perché? 6. Perché queste ottave costituiscono un perfetto esempio dell entrelacement ariostesco? L ironia del narratore Sulle avventure dei suoi personaggi vigila, dall alto, il narratore, incline a ricavare sagge riflessioni dagli eventi raccontati. I suoi interventi non si limitano a fare ordine nell intricata matassa della storia, spostando l attenzione da un episodio all altro, ma offrono un controcanto ironico in forma di commento: in tal modo Ariosto fa capolino nel racconto mostrando il proprio coinvolgimento di uomo e di poeta dinanzi ai capricci della fortuna, alla precarietà dell esistenza, alle debolezze e al vano agitarsi degli esseri umani. La sua ironia, in particolare, tende a dissolvere false certezze e ridicole convenzioni, svelando con sorridente bonomia le illusioni e gli inganni che la finzione sociale trasforma in verità assolute. 7. Ariosto scrive nel v. 149 che Rinaldo e Ferraù si misero ad arbitrio di fortuna. Che cosa sottintende l autore con questa espressione? 8. Da quale situazione il narratore trae spunto per esclamare Oh gran bontà de cavallieri antiqui! (v. 137)? 9. L ironia dell autore si coglie anche nella presenza di una figura retorica come l iperbole. Individuane qualche occorrenza. 10. SCRIVERE per argomentare Rinaldo e Ferraù interrompono il duello per inseguire Angelica. La religione diversa in cui credono nulla può dinanzi al potere dell amore. Ritieni corretto e auspicabile questo comportamento anche ai nostri giorni? Esistono a tuo giudizio idee, circostanze o valori che possono annullare le differenze (di credo, cultura, tradizioni ecc.) tra gli individui? Ragiona su questo problema in un testo di circa 30 righe.