Astolfo recupera il proprio senno 140 e quello di Orlando 145 86 Astolfo tolse il suo; che gliel concesse lo scrittor de l oscura Apocalisse. L ampolla in ch era al naso sol si messe, e par che quello al luogo suo ne gisse: e che Turpin da indi in qua confesse ch Astolfo lungo tempo saggio visse; ma ch uno error che fece poi, fu quello ch un altra volta gli levò il cervello. 87 La più capace e piena ampolla, ov era il senno che solea far savio il conte, Astolfo tolle; e non è sì leggiera, come stimò, con l altre essendo a monte. [ ] 137 tolse: prese. 138 lo scrittor de l oscura Apocalisse: san Giovanni, tradizionalmente considerato autore, oltre che del quarto Vangelo, anche del libro dell Apocalisse, compreso nel Nuovo Testamento e caratterizzato da oscure allegorie. 139 in ch era: nella quale si trovava (il suo senno). messe: mise. 140 che quello ne gisse: che il senno se ne andasse alla sua dimora naturale (il cervello). 141 Turpin: Turpino; confesse: confessi, attesti. 143 uno error che fece poi: nel quarto dei Cinque canti Ariosto racconta che Astolfo si innamorò di una bella castellana che poi rapì. 146 solea far savio: era solito rendere saggio. 147 tolle: prende. 148 a monte: ammucchiata. DENTRO IL TESTO I contenuti tematici Il senno perduto Orlando ha commesso un grave peccato: ha disprezzato il dono divino della forza prodigiosa di cui è dotato, abbandonando il popolo cristiano proprio quando esso aveva maggiormente bisogno del suo aiuto. Così il paladino è stato punito con la pazzia. Ora però è Dio stesso ad aver deciso che il castigo debba avere termine e che a Orlando possa essere restituito il senno perduto, che si trova sulla Luna, qui descritta come simile alla Terra, ma con ogni elemento (i fiumi, i laghi, i monti, le case, i palazzi ecc.) di maggiori dimensioni. Questa, del resto, è una costante di tutto il poema: ogni volta che vuole creare meraviglia, Ariosto ingrandisce le cose. Il mondo lunare appare come l opposto di quello terrestre, essendo una sorta di suo rovescio: la Luna ospita infatti tutto quanto va via dalla Terra (i sospiri degli amanti, la fama, il tempo sprecato, il senno ); soltanto la pazzia qui non si trova, essendo confinata tutta sul nostro pianeta. Da questa raffigurazione emerge la vena pessimistica di Ariosto, legata alla riflessione sulla vanità e sull inconsistenza delle realtà umane. Un viaggio conoscitivo L esperienza di Astolfo non nasconde ragioni trascendenti: la sua finalità è legata al nostro mondo, a capirne il senso, a investigarne il significato. Non a caso, non si tratta di un viaggio di sola andata: il curioso cavaliere potrà tornare sulla Terra dopo aver salvato Orlando e, al tempo stesso, dopo aver capito fino in fondo la realtà della natura umana. L aver visto il nostro pianeta dall esterno gli 610 / UMANESIMO E RINASCIMENTO