lettera a Francesco Vettori, datata 10 dicembre 1513 ( T1, p. 634), sappiamo che Niccolò ha terminato di scrivere Il Principe, per la cui stesura ha interrotto un altra opera a cui lavora da mesi, i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio. | GLI ULTIMI ANNI | Nel 1516 Machiavelli può tornare a Firenze, dove frequenta i giardini della famiglia Rucellai, i cosiddetti Orti Oricellari, punto d incontro di giovani intellettuali di orientamento repubblicano. Nel 1519 Machiavelli viene assunto allo Studio (l università) di Firenze e l anno dopo riceve l incarico dal cardinale Giulio de Medici di comporre un opera storica su Firenze. Di fatto, la stesura delle Istorie fiorentine segna per l autore la fine dell ostilità dei Medici nei suoi confronti. Tuttavia le responsabilità e gli incarichi che gli vengono affidati sono poca cosa rispetto al ruolo rivestito negli anni repubblicani: non è un caso che Niccolò sia impegnato soprattutto nella scrittura. Al 1519-1520 risale la composizione dei libri Dell arte della guerra. Nei mesi precedenti ha preso avvio anche la sua produzione letteraria: la commedia La mandragola e la novella Belfa- il carattere gor arcidiavolo sono del 1518, lo stesso anno in cui l autore prende posizione sulla questione della lingua con il Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua (per alcuni studiosi, l opera va invece collocata più tardi). La disponibilità ad accettare di collaborare con i Medici costa però cara a Machiavelli. Il sacco di Roma del 1527 e la sconfitta di papa Clemente VII (Giulio de Medici) portano infatti a immediate ripercussioni nella vita politica di Firenze. Il governo signorile è rovesciato e viene nuovamente restaurata la repubblica. Machiavelli, accusato di essersi compromesso con i Medici, viene, questa volta definitivamente, escluso da ogni carica pubblica. Il dolore è grande, ma dura poco. Niccolò Machiavelli muore infatti qualche mese più tardi, il 21 giugno 1527, lasciando sei figli in povertà. Secondo una leggenda, poco prima di morire narrò di aver visto in sogno le distinte schiere di alcuni poveri straccioni, destinati al paradiso, e di antichi sapienti, destinati all inferno, fra cui Plutarco e Tacito: e confessò che a questi, non a quelli, avrebbe voluto accompagnarsi, per continuare in eterno i colloqui goduti nelle sere trascorse in esilio, all Albergaccio. Il mito del diabolico spregiatore di ogni legge morale era solo all inizio. UMANISTA CIVILE E IRONICO In pochi autori come in Machiavelli la dimensione pubblica e quella privata coincidono così fedelmente. Possiamo dire che non c è stato momento della sua vita che non si sia intrecciato con l impegno civile e con la passione dell uomo politico. Anzi, l interesse per la vita pubblica sembra vissuto da lui come un ossessione e insieme come un bisogno inderogabile. Un inesauribile curiosità Ciò che interessa Machiavelli scrittore è l uomo nei suoi sentimenti e nei suoi pensieri. Suo scopo è descrivere il mondo nella sua grandezza e miseria, tracciandone impietosamente risvolti, azioni e vicende. Il mondo appare ai suoi occhi come un palcoscenico, dove trovano consistenza e fisicità i protagonisti di ieri e di oggi: a questo fine, anche la lettura degli amati libri di storia si traduce in un colloquio con uomini, costumi ed esperienze che egli considera ancora densi e vitali. La sua non è una ricerca di erudizione o una semplice curiosità storiografica: studiare l antichità per lui significa indagare il presente, non evadere da esso. D altra parte, non si pensi che Niccolò sia un uomo ombroso, cinico spettatore degli eventi del suo tempo, chiuso nel quotidiano colloquio con i classici. Dalle testimonianze epistolari emerge invece un uomo ironico e arguto, cordiale e persino goliardico. In particolar modo l Epistolario ci restituisce l immagine di Machiavelli come un intellettuale curioso tanto delle grandi quanto delle piccole cose della quotidianità, dei segreti di Stato quanto dei discorsi, dei comportamenti e dei costumi degli avventori di un osteria: un uomo che sa mescolare le riflessioni più serie e acute con le battute più leggere, che unisce le forti passioni intellettuali con il gusto dell ironia e dell autoironia; burlone e irriverente, poco preoccupato dell anima, della vita eterna e del peccato, molto interessato invece ai piaceri terreni. Anche (e soprattutto) a quelli della carne, ai quali non sa rinunciare neanche in tarda età, frequentando meretrici, cortigiane e cantanti, senza mai sciogliere il legame con la moglie Marietta Corsini (sposata nel 1501). L AUTORE / NICCOL MACHIAVELLI / 627