ANALIZZIAMO INSIEME T7 Il potere della fortuna , XXV Il Principe Siamo nell’ultima parte del  Principe , quella in cui si analizzano le cause della crisi italiana. Nell’approfondire la questione, l’autore si sofferma su un tema caro alla trattatistica umanistico-rinascimentale: il rapporto tra la virtù e la fortuna. La relazione tra fortuna e libero arbitrio QUANTUM FORTUNA IN REBUS HUMANIS POSSIT ET QUOMODO ILLI SIT OCCURRENDUM 1 E’ non mi è incognito come 2 molti hanno avuto e hanno opinione che le cose , che li uomini con del mondo sieno in modo governate, da la fortuna e da Dio       la prudenza loro non possino correggerle, anzi non vi abbino remedio alcuno; 5 3 e per questo potrebbono iudicare che non fussi da insudare molto nelle cose, ma lasciarsi governare alla sorte. Questa opinione è suta più creduta ne’ nostri tempi 4 5 per la variazione grande delle cose che si sono viste e veggonsi ogni dì, fuora di 6 ogni umana coniettura. A che pensando io qualche volta, mi sono in qualche 7     parte inclinato nella opinione loro. Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio 10 8 non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia    della metà 9 ▶ arbitra delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare  10  l’altra metà, o presso,  a noi. E assimiglio quella a 11 12 uno di questi  che, quando si adirano, allagano e’ piani, rovinano fiumi rovinosi 13 14      li arbori e li edifizi, lievano da questa parte terreno,  pongono da quella altra: ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede all’impeto loro sanza potervi in alcuna parte ostare. 15 15 16 E, benché sieno così fatti, non resta però che gli uomini, 17 18 quando sono tempi queti, non vi potessino fare provedimento e con ripari  19 20      e con argini: in modo che, crescendo poi, o egli andrebbono per uno canale o 20 21 l’impeto loro non sarebbe né sì dannoso né sì licenzioso. Similmente interviene 22 della fortuna, la quale dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resisterle:   e quivi volta e’ sua impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini né e’ ripari a tenerla. E se voi considerrete la Italia, che è la sedia di queste variazioni e quella     che ha dato loro il moto, vedrete essere una campagna sanza argini e sanza 25 23 24 alcuno riparo: che, s’ella fussi riparata da conveniente virtù, come è la Magna, la 25 Spagna e la Francia, o questa piena non arebbe fatto le variazioni grande che la ha, o la non ci sarebbe venuta. E questo voglio basti aver detto, quanto allo opporsi alla fortuna, in universali. 26 È facile credere al , credendo che le vicende umane siano regolate da forze incontrollabili. (rr. 3-7) fatalismo L'uomo deve rivendicare uno spazio di azione per intervenire attivamente nel corso degli eventi: sono infatti sullo stesso piano, dividendosi il potere di incidere sulla vita umana. (rr. 10-13) fortuna e virtù Ecco la prima presente nel capitolo: la Fortuna è assimilata alla violenza di un fiume in piena. (rr. 13-17) metafora TRECCANI ▶ Le parole valgono I tifosi di calcio lo scelgono come bersaglio preferito di facili, e spesso ingiustificate, accuse: l’ , per definizione, è colui che ha libertà di fare o non fare una cosa, di decidere o disporre secondo la propria volontà (a partire dal destino, che – come accerta un luogo comune – è delle vicende umane). L’ dà le norme, controlla che vengano rispettate, regola costumi e abitudini, è giudice inappellabile e padrone assoluto.   arbitro arbitro arbitro arbitro ➔  Proprio questa illimitata autorità che indichiamo con la parola arbitro si riverbera nell’aggettivo derivato, arbitrario , nel quale cogliamo il potere ingiustificato di qualcuno o qualcosa. Forma un paio di frasi con questo aggettivo.    Quanto possa la fortuna nelle cose umane, e in che modo sia possibile resisterle. 1 Quantum... occurrendum :    non ignoro. 2 E’… incognito:    siano governate dalla fortuna e da Dio in modo tale che gli uomini con la loro intelligenza non siano in grado di modificarle. 3 sieno… correggerle:    non occorra impegnarsi molto (per dirigere) le cose, ma (occorra) lasciarsi guidare dalla sorte. 4 non fussi da insudare… alla sorte:    stata. 5 suta:    i continui sconvolgimenti. 6 la variazione grande:    previsione. Machiavelli si riferisce all’interminabile sequela di guerre e cambiamenti politici avvenuti in Italia, a partire dalla discesa di Carlo VIII nel 1494. 7 coniettura:    anch’io, meditando su questi fatti, qualche volta mi sono, in certi aspetti, avvicinato all’opinione di costoro. 8 A che… opinione loro:    tuttavia, affinché non si reputi che la nostra capacità di incidere sugli eventi sia esaurita. 9 Nondimanco… spento:    anche (latino). 10 etiam:    pressappoco. 11 presso:    paragono la fortuna. 12 assimiglio quella:    in senso figurato per intendere “sono in piena”. 13 si adirano:    abbattono. 14 rovinano:    tolgono terreno da una parte e lo mettono dall’altra. 15 lievano… da quella altra:    opporsi (latinismo). 16 ostare:    il soggetto sono i   (r. 13). 17 sieno così fatti: fiumi rovinosi    niente impedisce. 18 non resta:    nei momenti, cioè, in cui non c’è ancora l’inondazione. 19 quando… queti:    possano. 20 potessino:    essi (cioè i fiumi) sarebbero incanalati. 21 egli… canale:    irrefrenabile. 22 licenzioso:    la sede di questi sconvolgimenti e quella che ha dato loro origine ( ). 23 la sedia di queste variazioni… moto: il moto    terra. 24 campagna:    i territori tedeschi. 25 la Magna:    in generale (latino). 26 in universali:     Ma ristringendomi più a’ particulari, dico come si vede oggi questo principe 30 felicitare e domani ruinare, sanza avergli veduto mutare natura o qualità alcuna; 27 il che credo che nasca, prima, da le cagioni che si sono lungamente per lo addreto discorse: cioè che quel principe, che si appoggia tutto in su la fortuna, rovina come quella varia. 28 Credo ancora che sia felice quello che riscontra il modo del 29      : e similmente sia infelice quello che con il 35 procedere suo con la qualità de’ tempi 30 procedere suo si discordano e’ tempi. Perché si vede gli uomini, nelle cose che gli conducono al fine quale ciascuno ha innanzi, cioè gloria e ricchezze, procedervi 31 variamente: ; l’uno per violenzia, l’altro 32 l’uno con rispetto, l’altro con impeto 33 con arte; l’uno con pazienza, l’altro col suo contrario; e ciascuno con questi 34     diversi modi vi può pervenire. E vedesi ancora dua respettivi, l’uno pervenire al 40 35 suo disegno, l’altro no; e similmente dua equalmente felicitare con diversi studii, 36 sendo l’uno respettivo e l’altro impetuoso: il che non nasce da altro, se non da la qualità de’ tempi che si conformano, o no, col procedere loro. Di qui nasce quello ho detto, che dua, diversamente operando, sortiscono el medesimo effetto: e 37 38     dua equalmente operando, l’uno si conduce al suo fine e l’altro no. Da questo ancora 45 depende la variazione del bene; perché se uno, che si governa con rispetti e 39 pazienza, e’ tempi e le cose girono in modo che il governo suo sia buono, e’ viene felicitando: ma se e’ tempi e le cose si mutano, rovina, perché e’ non muta modo di procedere. Né si truova uomo sì prudente che si sappia accommodare a questo: 40      50 sì perché non si può deviare da quello a che la natura lo inclina, sì etiam 41 42 perché, avendo sempre uno prosperato camminando per una via, non si può persuadere . E però l’uomo respettivo, quando e’ gli che sia bene partirsi da quella 43 è tempo di venire allo impeto, non lo sa fare: donde e’ rovina; che se si mutassi 44 natura con e’ tempi e con le cose, non si muterebbe fortuna. 45 La qualità fondamentale per un principe è la , cioè la capacità di modificare il proprio modo di agire a seconda delle circostanze. (rr. 34-35) duttilità Con la sua consueta , Machiavelli distingue i due comportamenti fondamentali dell’uomo: la prudenza e l’audacia. (r. 38) impostazione  dilemmatica Emerge qui il dell’autore, che individua nell’uomo una certa inflessibilità. (rr. 49-52) pessimismo    avere successo. 27 felicitare:    il principe che fa affidamento esclusivamente sulla fortuna è destinato a fallire non appena essa muta indirizzo. 28 quel principe… varia:    adegua. 29 riscontra:    alla condizione specifica del momento. 30 con la qualità de’ tempi:    nelle azioni che li portano a conseguire lo scopo prefissato ( ). 31 nelle cose… innanzi: quale ciascuno ha innanzi    giungervi con mezzi diversi. 32 procedervi variamente:    prudenza. 33 rispetto:    furbizia. 34 arte:    si intende coloro che si muovono guardinghi, con prudenza. 35 respettivi:    raggiungere i medesimi, positivi risultati adottando comportamenti diversi. 36 equalmente… studii:    sottinteso “che”, quello che ho detto. 37 quello ho detto:    ottengono. 38 sortiscono:    si comporta. 39 si governa:    adattare cioè al cambiamento dei   e delle   (r. 46). 40 accommodare a questo: tempi cose    sia. 41 sì:    perché non si può cambiare carattere. 42 perché… inclina:    allontanarsi. 43 partirsi:    passare all’attacco. 44 venire allo impeto:    se (l’uomo) sapesse mutare natura a seconda del momento e delle situazioni, la sua fortuna (positiva) non cambierebbe. 45 se… fortuna:     Papa Iulio II procedé in ogni sua azione impetuosamente, e trovò tanto e’ tempi 55 46 e le cose conforme a quello suo modo di procedere che sempre sortì felice fine. Considerate la prima impresa ch’e’ fe’ di Bologna, vivendo ancora messer Giovanni 47 Bentivogli. Viniziani non se ne contentavano; el re di Spagna, quel medesi mo;  con Francia aveva ragionamenti di tale impresa. E lui nondimanco con la sua 48     ferocità e impeto si mosse personalmente a quella espedizione. La qual mossa 60 49 fece stare sospesi e fermi Spagna e viniziani, quegli per paura e quell’altro per 50 il desiderio aveva di recuperare tutto el regno di Napoli; e da l’altro canto si tirò 51 dietro il re di Francia perché, vedutolo quel re mosso e desiderando farselo amico per abbassare e’ viniziani, iudicò non poterli negare gli eserciti sua sanza iniuriarlo 52     manifestamente. Condusse adunque Iulio con la sua mossa impetuosa quello 65 53 54 che mai altro pontefice, con tutta la umana prudenza, arebbe condotto. Perché, se egli aspettava di partirsi da Roma con le conclusioni ferme e tutte le cose ordinate, 55 come qualunque altro pontefice arebbe fatto, mai gli riusciva: perché il re di Francia arebbe avuto mille scuse e li altri li arebbono messo mille paure. Io voglio lasciare 56     stare le altre sua azioni, che tutte sono state simili e tutte gli sono successe bene: e 70 57 la brevità della vita non li ha lasciato sentire il contrario; perché, se fussino sopravvenuti 58 tempi che fussi bisognato procedere con respetti, ne seguiva la sua rovina: né mai arebbe deviato da quegli modi alli quali la natura lo inclinava. Concludo adunque che, variando la fortuna e’ tempi e stando li uomini ne’     loro modi ostinati, sono felici mentre concordano insieme e, come e’ discordano, 75 59 60 infelici. Io iudico bene questo, che sia meglio essere impetuoso che respettivo: 61 perché la fortuna è donna ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla 62 . E si vede che la si lascia più vincere da questi, che da quegli che freddamente e urtarla 63 procedono: e però sempre, come donna, è amica de’ giovani, perché 64 65     sono meno respettivi, più feroci e con più audacia la comandano. 80 La seconda accosta la Fortuna a una donna, che deve essere battuta per venire sottomessa. Con questa considerazione misogina, Machiavelli esprime la propria visione della , preferendo la forza energica alla cauta prudenza. (rr. 77-fine) immagine metaforica virtù come audacia    Giulio II della Rovere, pontefice dal 1503 al 1513. 46 Papa Iulio II:    l’impresa a cui Machiavelli si riferisce è la conquista, nel 1506, di Bologna, di cui era signore Giovanni Bentivoglio (1443-1508). 47 Bologna:    i veneziani erano ostili alla conquista di Bologna da parte di Giulio II, e allo stesso modo il re di Spagna; i francesi invece non avevano ancora deciso se schierarsi o meno dalla sua parte. 48 Viniziani… impresa:    audacia (latinismo). 49 ferocità:    il re di Spagna. 50 quell’altro:    sottinteso “che”, desiderio che aveva. 51 desiderio aveva:    ridimensionare. 52 abbassare:    decise di non potergli negare i suoi soldati senza umiliarlo apertamente. 53 iudicò… manifestamente:    realizzò. 54 Condusse:    patti e alleanze stipulate. 55 le conclusioni… ordinate:    avrebbero fatto venire. 56 arebbono messo:    hanno avuto successo. 57 gli sono successe bene:    provare. 58 sentire:    va riferito a  . 59 ostinati: uomini    quando. 60 come:    io però ( ) penso questo. 61 Io… questo: bene    sottomettere. 62 tenere sotto:    con prudenza. 63 freddamente:    perciò. 64 però:    in quanto. 65 come:  pagina 672  RISCRITTURA IN ITALIANO MODERNO di Piero Melograni  Non ignoro che molti hanno creduto e credono che le cose del mondo siano a tal punto governate dalla fortuna e da Dio, che agli uomini, anche quando siano saggi, non sia concesso in alcun modo di cambiarle. Questo potrebbe far pensare che non ci si debba affaticare molto, e che ci si debba invece lasciar governare dalla sorte. Tale opinione ha avuto molto successo ai tempi nostri, a causa dei grandi sconvolgimenti che si sono visti e che si vedono ogni giorno, e che nessuno avrebbe potuto prevedere. Io stesso, pensando a questo, mi sono talvolta orientato a credere che tale opinione fosse fondata. 1  Tuttavia, affinché il nostro libero arbitrio non sia completamente cancellato, ritengo possa esser vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, e che essa lasci a noi il governo dell’altra metà, o quasi. E paragono la fortuna a uno di quei fiumi impetuosi che, quando s’infuriano, allagano le pianure, abbattono gli alberi e gli edifici, trascinano masse di terra da una parte all’altra. Ogni essere vivente fugge davanti a essi e cede all’impeto loro, senza potere in alcun modo opporsi. Il fatto che i fiumi siano fatti così non impedisce tuttavia agli uomini, nei periodi calmi, di apprestare ripari e argini in modo che, quando i fiumi poi crescono, possano essere incanalati e il loro impeto possa non risultare così sfrenato e dannoso. 2  Qualcosa di simile accade con la fortuna, la quale dimostra tutta la sua potenza là dove non c’è un’organizzazione predisposta per resisterle, e proprio là essa dirige la sua furia, dove sa che non sono stati apprestati gli argini e i ripari in grado di contenerla. Se prendete in esame l’Italia, che è la causa e il centro dei grandi sconvolgimenti dei tempi nostri, la vedrete simile a una campagna senza argini e senza ripari. Se essa fosse stata protetta da una conveniente forza militare, come la Germania, la Spagna e la Francia, o l’inondazione non avrebbe prodotto tanti sconvolgimenti, e così grandi, o non sarebbe arrivata affatto. Non vorrei aggiungere altro sul modo di opporsi agli impeti della fortuna, in termini generali. 3  Ma passando ai dettagli dico che possiamo vedere un principe oggi aver successo e domani andare in rovina, senza che i suoi caratteri e le sue qualità abbiano subito alcun cambiamento. Ritengo che questo dipenda innanzi tutto dalle ragioni che sono state a lungo esposte nelle pagine precedenti, vale a dire che un principe appoggiatosi unicamente sulla fortuna va in rovina non appena la fortuna cambia direzione. Ritengo inoltre che abbia successo colui che adatta metodi e mezzi alla qualità dei tempi, e analogamente che vada incontro all’insuccesso colui che viceversa non sa adattarsi ai tempi. 4  Vediamo infatti che gli uomini, per raggiungere il fine a cui mirano, vale a dire di esser celebri e ricchi, si comportano in modi molto diversi; uno con cautela, l’altro con impeto; uno con violenza, l’altro con astuzia; uno con pazienza, l’altro con impazienza; e ciascuno di questi modi può consentire di raggiungere il fine che si voleva raggiungere. Vediamo pure che di due persone prudenti una raggiunge il suo scopo e l’altra no. E magari vediamo che due persone possono aver successo con due modi di comportarsi completamente diversi, dato che per esempio una di queste persone è cauta e l’altra impetuosa. La ragione va trovata nel fatto che esista oppur no un rapporto armonico tra l’operato di queste persone e il carattere dei tempi. Per questo ho detto che due persone, operando diversamente, possono raggiungere un identico obiettivo, mentre di due persone che si comportano in modo identico, una può raggiungere l’obiettivo e l’altra no. 5  Da questo dipende la variabile del successo: che se uno si comporta con cautela e pazienza nei tempi che esigono queste qualità, allora gli va bene; ma se i tempi cambiano e non cambiano anche i suoi comportamenti, allora gli va male. Non è possibile trovare un uomo che sia così saggio da sapersi adattare a questi cambiamenti; l’uomo non devia dalla sua inclinazione naturale, e se ha avuto successo seguendo una certa via, non si persuade ad abbandonarla. Ecco perché un uomo cauto, quando è tempo di slanci, non sa farlo e viene sconfitto. Se egli riuscisse a cambiare coi tempi, anche la sua fortuna non cambierebbe. 6  Papa Giulio II fu sempre impetuoso e trovò i suoi tempi tanto adatti alla sua indole, che sempre raggiunse il suo scopo. Esaminate la sua prima impresa, quella di Bologna, mentre era ancora in vita messer Giovanni Bentivoglio. I Veneziani non la vedevano di buon occhio; il re di Spagna pure; con la Francia il papa era in trattative. Eppure, con temerarietà e con impeto, egli si mise di persona alla testa della spedizione. Questa mossa turbò e paralizzò il re di Spagna e i Veneziani; questi ultimi per la paura, e il re per il desiderio che aveva di recuperare tutto il Regno di Napoli. D’altro canto il papa trascinò con sé il re di Francia perché, vedendo che il papa si era ormai mosso e desiderando farselo amico per diminuire il potere dei Veneziani, Luigi XII ritenne di non potergli negare un aiuto militare poiché un rifiuto avrebbe costituito un’offesa. 7  Papa Giulio, dunque, con la sua mossa impetuosa, compì quello che nessun altro pontefice, con tutta la saggezza umana, avrebbe potuto compiere. Se per partire da Roma egli avesse aspettato di firmare tutti i patti necessari e di organizzar bene tutto, come qualunque altro pontefice avrebbe fatto, non gli sarebbe mai riuscito di compiere quel che compì, perché il re di Francia avrebbe trovato mille scuse e gli altri gli avrebbero messo mille paure. Io voglio lasciar stare le altre sue imprese, che tutte sono state simili a questa e tutte gli sono ben riuscite. La brevità della vita non gli fece conoscere sconfitte. Ma se fossero arrivati i tempi in cui bisognava procedere con cautela, avremmo assistito alla sua rovina. Il papa non avrebbe mai deviato da quei metodi ai quali la sua indole lo predisponeva. 8  In conclusione, se la fortuna è mutevole e gli uomini, viceversa, si ostinano a usare sempre gli stessi metodi, è anche vero che gli uomini hanno successo finché metodi e tempi concordano, e vanno verso l’insuccesso in caso contrario. Ritengo bene questo: che sia meglio essere impetuosi piuttosto che cauti, perché la fortuna è donna ed è necessario, volendola sottomettere, percuoterla e contrastarla. Essa si lascia dominare dagli impetuosi, piuttosto che da coloro che si comportano con freddezza. Ecco perché, come donna, essa è amica dei giovani, che sono meno cauti, più impavidi e più audaci nel comandarla. 9  pagina 673  PASSO PASSO Un esempio di procedimento deduttivo Il capitolo si struttura in due parti evidenziate dallo stesso autore: nella prima, egli ragiona in una prospettiva universale affermando la fondatezza del suo ragionamento da un punto di vista teorico; nella seconda, invece, intende restringersi a’ particulari (r. 28). È questo un caso in cui Machiavelli sceglie il metodo deduttivo: la teoria generale serve a spiegare il particolare .  Individua nel testo le due parti da cui è composto. 1.  pagina 674  La fortuna non è invincibile La prima parte inizia subito con un’opposizione al giudizio dominante. L’opinione comune è che la sorte e Dio governino la vita degli uomini senza che questi ultimi possano modificarla. Tale fatalismo si traduce nella passività , nel lasciarsi governare alla sorte (r. 7), che è quanto accade da tempo in Italia, dove l’inerzia è la causa prima della rovina. Proprio in contrapposizione con tale abulia, il consueto nondimanco (r. 10) introduce il punto di vista dell’autore, il quale, sulla scia tracciata dal pensiero umanistico, rivaluta il libero arbitrio e considera la fortuna arbitra della metà delle azioni nostre (rr. 11-12).  Quali circostanze contingenti hanno favorito una visione fatalistica della vita? 2.  In questa prima parte del discorso Machiavelli fa una confessione personale. Quale? 3. Come un fiume in piena A sostegno della tesi, Machiavelli introduce una metafora * : la fortuna è assimilata a uno di questi fiumi rovinosi (rr. 13-14) capaci di abbattere ogni cosa; fiumi che tuttavia, quando le condizioni esterne siano propizie, cioè nei tempi queti (r. 17), possono essere incanalati e resi inoffensivi.  Spiega nel dettaglio la metafora del fiume e degli argini:  4.  il   rappresenta... b  rappresentano... a fiume rovinoso argini  Quale metafora usa l’autore per descrivere l’incapacità dell’Italia di resistere alle invasioni straniere? 5.  Quali sono gli altri paesi europei citati da Machiavelli? Come hanno operato per far fronte alla violenza della fortuna? 6. Elogio della duttilità La seconda parte si apre con un’affermazione che sembra negare in partenza ogni possibilità umana di indirizzare il corso degli eventi: dico come si vede oggi questo principe felicitare e domani ruinare, sanza avergli veduto mutare natura o qualità alcuna (rr. 30-31). Il successo e l’insuccesso dipenderebbero quindi da circostanze esterne e fortuite , indipendenti dalla volontà umana. Tuttavia, un rimedio, anche se parziale e probabilmente fallibile, esiste ancora: il saper “riscontrare”, cioè adattarsi . Diremmo oggi: la capacità di essere camaleontici, di mutare indole a seconda della convenienza, accordandosi a come e’ tempi e le cose girono (r. 47).  Quale principe è in grado di  ? 7. felicitare  Individua la serie di coppie oppositive che descrivono i diversi e possibili atteggiamenti dei principi. 8.  A tuo parere, quali di questi atteggiamenti predilige l’autore? perché? 9.  A quale figura storica fa riferimento Machiavelli? Per quale ragione? 10. Meglio fare che aspettare Nella conclusione del capitolo, Machiavelli raccoglie le fila del discorso dichiarando di propendere per l’ azione energica del principe . Identificando nella donna una creatura irrazionale, istintiva e capricciosa, afferma che la fortuna è donna ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla (rr. 77-78). Come vengono definiti gli uomini all’inizio dell’ultimo paragrafo? Per quale motivo? È, secondo Machiavelli, una caratteristica positiva? perché? 11.   Quali caratteristiche bisogna avere per “comandare” la fortuna? 12.    Machiavelli è convinto che la fortuna sia, almeno in parte, ancora indirizzabile dalla virtù. Riponi anche tu la medesima fiducia sulle possibilità dell’uomo di determinare il corso della propria esistenza? Argomenta la tua opinione in un testo di circa 20 righe. 13. Scrivere per esprimere la propria opinione    Forzare o temporeggiare? Il dilemma è antico: tu sei un sostenitore del coraggio o della prudenza? In quali occasioni ti sei servito dell’uno o dell’altra? Scrivi un testo di circa 30 righe. 14. Scrivere per raccontare la propria esperienza