ANALIZZIAMO INSIEME Il potere della fortuna / T7 / Il Principe, XXV / La relazione tra fortuna e libero arbitrio / (rr. 3-7) facile cedere al fatalismo, credendo che le vicende umane siano regolate da forze incontrollabili. (rr. 10-13) L uomo deve rivendicare uno spazio di azione per intervenire attivamente nel corso degli eventi: fortuna e virtù sono infatti sullo stesso piano, dividendosi il potere di incidere sulla vita umana. Siamo nell ultima parte del Principe, quella in cui si analizzano le cause della crisi italiana. Nell approfondire la questione, l autore si sofferma su un tema caro alla trattatistica umanistico-rinascimentale: il rapporto tra la virtù e la fortuna. 5 10 15 20 QUANTUM FORTUNA IN REBUS HUMANIS POSSIT ET QUOMODO ILLI SIT OCCURRENDUM1 E non mi è incognito2 come molti hanno avuto e hanno opinione che le cose del mondo sieno in modo governate, da la fortuna e da Dio, che li uomini con la prudenza loro non possino correggerle,3 anzi non vi abbino remedio alcuno; e per questo potrebbono iudicare che non fussi da insudare molto nelle cose, ma lasciarsi governare alla sorte.4 Questa opinione è suta5 più creduta ne nostri tempi per la variazione grande6 delle cose che si sono viste e veggonsi ogni dì, fuora di ogni umana coniettura.7 A che pensando io qualche volta, mi sono in qualche parte inclinato nella opinione loro.8 Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia spento,9 iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam10 lei ne lasci governare l altra metà, o presso,11 a noi. E assimiglio quella12 a uno di questi (rr. 13-17) Ecco la prima metafora fiumi rovinosi che, quando si adirano,13 allagano e piani, ropresente nel vinano14 li arbori e li edifizi, lievano da questa parte terreno, capitolo: la Fortuna è assimilata alla pongono da quella altra:15 ciascuno fugge loro dinanzi, ognuviolenza di un fiume 16 no cede all impeto loro sanza potervi in alcuna parte ostare. in piena. E, benché sieno così fatti,17 non resta18 però che gli uomini, quando sono tempi queti,19 non vi potessino20 fare provedimento e con ripari e con argini: in modo che, crescendo poi, o egli andrebbono per uno canale21 o l impeto loro non sarebbe né sì dannoso né sì licenzioso.22 Similmente interviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resisterle: e quivi volta e sua impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini né e ripari 1 QUANTUM... OCCURRENDUM: Quanto possa la fortuna nelle cose umane, e in che modo sia possibile resisterle. 2 E incognito: non ignoro. 3 sieno correggerle: siano governate dalla fortuna e da Dio in modo tale che gli uomini con la loro intelligenza non siano in grado di modificarle. 4 non fussi da insudare alla sorte: non occorra impegnarsi molto (per dirigere) le cose, ma (occorra) lasciarsi guidare dalla sorte. 5 suta: stata. 6 la variazione grande: i continui sconvolgimenti. 7 coniettura: previsione. Machiavelli si riferisce all interminabile sequela di guerre e cambiamenti politici avvenuti in Italia, a partire dalla discesa di Carlo VIII nel 1494. 8 A che opinione loro: anch io, meditando su questi fatti, qualche volta mi sono, in cer- ti aspetti, avvicinato all opinione di costoro. 9 Nondimanco spento: tuttavia, affinché non si reputi che la nostra capacità di incidere sugli eventi sia esaurita. 10 etiam: anche (latino). 11 presso: pressappoco. 12 assimiglio quella: paragono la fortuna. 13 si adirano: in senso figurato per intendere sono in piena . 14 rovinano: abbattono. 15 lievano da quella altra: tolgono terreno da una parte e lo mettono dall altra. 16 ostare: opporsi (latinismo). 17 sieno così fatti: il soggetto sono i fiumi rovinosi (r. 13). 18 non resta: niente impedisce. 19 quando queti: nei momenti, cioè, in cui non c è ancora l inondazione. 20 potessino: possano. 21 egli canale: essi (cioè i fiumi) sarebbero incanalati. 22 licenzioso: irrefrenabile. 670 / UMANESIMO E RINASCIMENTO Le parole valgono arbitro I tifosi di calcio lo scelgono come bersaglio preferito di facili, e spesso ingiustificate, accuse: l arbitro, per definizione, è colui che ha libertà di fare o non fare una cosa, di decidere o disporre secondo la propria volontà (a partire dal destino, che come accerta un luogo comune è arbitro delle vicende umane). L arbitro dà le norme, controlla che vengano rispettate, regola costumi e abitudini, è giudice inappellabile e padrone assoluto. Proprio questa illimitata autorità che indichiamo con la parola arbitro si riverbera nell aggettivo derivato, arbitrario, nel quale cogliamo il potere ingiustificato di qualcuno o qualcosa. Forma un paio di frasi con questo aggettivo.