Gli autori e i testi Baldassarre Castiglione | LA VITA | Dalla corte di Milano a quella di Urbino Di illustre famiglia (la madre era una Gonzaga), Baldassarre Castiglione nasce a Casatico, non lontano da Mantova, nel 1478. Educato secondo la migliore tradizione umanistica, inizia la carriera cortigiana a Milano e poi, dal 1499, al servizio del signore di Mantova, Francesco II Gonzaga. Dal 1504 al 1513 è a Urbino, presso la corte dei Montefeltro. Qui scrive egloghe, versi latini e rime volgari, allestisce la commedia La Calandria del Cardinal Bibbiena (1470-1520) e soprattutto inaugura la riflessione sui doveri dell uomo di corte, cominciando nel 1507 a scrivere Il Cortegiano poi pubblicato nel 1528. La nomina a nunzio apostolico Rientrato nel 1516 a Mantova, si sposa, ma alla morte della moglie intraprende la carriera ecclesiastica. Nel 1524 viene nominato da papa Clemente VII nunzio apostolico in Spagna. Muore cinque anni dopo, nel 1529, a Toledo, compianto dall imperatore Carlo V, che nell elogio funebre lo ricorda come il miglior cavaliere del mondo. Testo PLUS Le virtù della gentildonna FISSO I CONCETTI I temi del Cortegiano: le caratteristiche fisiche e morali dell uomo e della donna di corte; i rapporti del cortigiano con il principe. | LE OPERE | La struttura e il contenuto del Cortegiano Il libro del Cortegiano (questo il titolo completo dell opera) è un trattato in forma di dialogo diviso in 4 libri. Esso mette in scena una discussione che si immagina avvenuta a Urbino, alla corte dei Montefeltro, presso un circolo di nobili, letterati e artisti, che si confrontano sulle qualità del perfetto uomo di corte. Nei primi due libri vengono individuate le sue qualità fisiche e morali in relazione alle diverse circostanze nelle quali deve darne prova: egli sarà di famiglia e d animo nobili, sano nel fisico e disinvolto nelle relazioni mondane, esperto nelle armi ed elegante nel vestire. Dovrà inoltre essere colto, intenditore di pittura e musica, conoscitore della letteratura, spiritoso e piacevole nella conversazione. In particolare, doti essenziali sono la «grazia , vale a dire una spiccata raffinatezza di modi, e la «sprezzatura , cioè la disinvolta naturalezza con cui si affrontano anche i compiti più difficili. Il terzo libro è dedicato alla «donna di palazzo , il cui ritratto ricalca quello del «cortegiano : bellezza, autocontrollo, affabilità e discrezione sono le virtù che le permettono di esprimere nella corte l immagine idealizzata della compostezza e dell equilibrio. Il quarto e ultimo libro tratta il problema dei rapporti con il principe: il cortigiano deve assumersi la responsabilità di dire al signore la verità, pur con i rischi che ciò comporta, indirizzandolo verso una visione elevata della giustizia. Se il gentiluomo non assolvesse tale compito, le sue qualità sarebbero inutili. Il dialogo si chiude infine con una dissertazione sull amore spirituale, pronunciata da Pietro Bembo, sulla falsariga delle teorie enunciate negli Asolani. La nostalgia per una civiltà al tramonto Il Cortegiano fu il libro più amato, letto e tenuto in considerazione per molti decenni non solo in Italia, ma in tutta Europa, tradotto nel giro di pochi anni in spagnolo, francese, latino, inglese e tedesco. Quali sono le ragioni di questo successo così diffuso ed eclatante? Una prima risposta sta nell anno in cui il dialogo è ambientato: il 1506, più di dieci anni prima della stesura dell opera, terminata nel 1518, e più di vent anni prima della sua stampa, allestita da Aldo Manuzio nel 1528. In quel ventennio, l universo della corte aveva già subito forti cambiamenti, perdendo gran parte di quella funzione di aggregazione ed elaborazione culturale e intellettuale che aveva avuto in precedenza. La corte di Urbino appare dunque una realtà anacronistica, ma proprio per questo affascinante e rimpianta. LA POESIA E LA PROSA DEL CINQUECENTO / 715