ANALIZZIAMO INSIEME La notte d amore di Lancillotto e Ginevra / T2 / Chrétien de Troyes, Lancillotto o il cavaliere della carretta / Passione e sofferenza di un cavaliere innamorato / Per liberare Ginevra, la moglie di re Artù fatta prigioniera da un cavaliere straniero di nome Meleagant, si muovono diversi cavalieri della Tavola Rotonda. Tra questi c è Lancillotto, che, spinto dall amore, riesce a restituirle la libertà. Ma la regina non vuole saperne di lui, perché l ha visto esitare per un istante a salire sulla carretta dei condannati a morte: l amore del cavaliere per la sua dama deve essere privo di remore. Ma quando Lancillotto, disperato per il rifiuto, tenta il suicidio, Ginevra non gli nasconde più il sentimento che anch essa prova per lui: ora è finalmente disposta a ricambiare l amore. Audio LETTURA 5 (rr. 6-11) Le parole e il tono complessivo del discorso rivelano la natura cortese del sentimento amoroso provato 10 da Lancillotto nei confronti della regina. 15 20 25 30 Ed ecco infine che Lancillotto arriva al castello. Saluta il re, che lo accoglie con grandissima gioia e lo accompagna dalla regina. Questa volta lei non distoglie lo sguardo.1 Riceve il cavaliere senza nascondere tutta la sua felicità. Discorrono a lungo di tutto ciò che dà loro piacere. La materia non manca: Amore ne dà loro in abbondanza. Quando Lancillotto vede che anche la regina è felice in sua compagnia, abbassa la voce e dice: «Signora, mi chiedo perché l altro giorno mi guardaste in quel modo, quando mi vedeste e non mi diceste una sola parola. Mi avete dato quasi la morte. Non fui abbastanza ardito da chiedervene il motivo, come faccio adesso. Signora, sono pronto a espiare, mi basta che mi indichiate per quale colpa sono stato così punito . La regina gli rispose: «Ma come? Non avete avuto forse vergogna della carretta? Non avete forse esitato? Assai di malavoglia vi saliste dopo un incertezza di qualche istante. In verità è per questo che non ho voluto parlarvi né guardarvi . «Un altra volta, Dio mi guardi dal ripetere un simile misfatto, e che non mi faccia grazia se non avete tutte le ragioni. Signora, in nome di Dio, accettate da me l ammenda d onore2 e ditemi, ve ne prego, se pensate di perdonarmi presto . «Amico mio, siete mondato dalla colpa ,3 dice la regina, «completamente. Vi perdono di tutto cuore . «Signora , riprende lui, «ve ne rendo grazia, ma qui non posso dirvi tutto quel che vorrei. Vi parlerei più liberamente, se fosse possibile . Allora la regina gli indica una finestra gliela mostra con lo sguardo, non la segna a dito e dice: «Venite a parlarmi a quella finestra stanotte, quando tutti saranno addormentati. Verrete attraverso un frutteto. Lì non potrete entrare né fermarvi. Io sarò dentro, voi fuori. Quanto a me, non mi sarà possibile essere con voi che con la parola o toccandovi la mano. Ma, se vi fa piacere, per amor vostro sarò lì finché non sarà giorno. Stare davvero insieme non ci sarà possibile perché nella mia camera, di fronte a me, dorme Keu, il siniscalco,4 che langue a causa delle ferite di cui è tutto piagato. E l uscio non si apre mai, è anzi solidamente sprangato e ben custodito. Quando verrete, fate attenzione che non vi siano spie a scoprirvi . «Signora , risponde lui, «farò di tutto perché nessuno mi veda o mi senta: nessuno potrà fare cattivi pensieri5 né trovare nulla da ridire . 1 Questa volta lei non distoglie lo sguar- do: diversamente dal primo incontro, quando si era manifestata fredda e scostante. 2 l ammenda d onore: le scuse in nome 72 / LE ORIGINI E IL DUECENTO del valore cavalleresco dell onore. 3 mondato dalla colpa: perdonato. 4 siniscalco: dignitario di corte incaricato di sovrintendere alla mensa del re. 5 fare cattivi pensieri: immaginare una relazione disonesta tra Lancillotto e la regina. 6 dà mostra: finge. 7 verziere: frutteto.