104 Capitolo II Renzo e Lucia ALTRE PAGINE ALTRI PERCORSI La figura femminile nella letteratura dell Ottocento Lucia è una delle tante figure femminili divenute immortali nella letteratura ottocentesca. Tra le altre spiccano senz altro la Silvia di Giacomo Leopardi (1798-1837) e la Lupa di Giovanni Verga (1840-1922). La Silvia di Leopardi Nella poesia A Silvia (1828), appartenente alla raccolta Canti, Leopardi apostrofa Teresa Fattorini, la figlia diciottenne del cocchiere di casa, scomparsa in così tenera età per la tubercolosi. Il poeta le assegna il nome di Silvia richiamandosi al giovane personaggio femminile del dramma pastorale di Torquato Tasso (1544-1595) intitolato Aminta (1573): la ragazza scopre alla fine di ricambiare l amore del coetaneo Aminta, anche se nell opera non sono raccontati il loro amore e il matrimonio. Leopardi sembra discorrere con quella ragazza (Teresa), morta dieci anni prima nel 1818, come se fosse lì al suo fianco: Silvia, rimembri ancora Quel tempo della tua vita mortale, Quando beltà splendea Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, E tu, lieta e pensosa, il limitare Di gioventù salivi? Il poeta ricorda quando la ragazza si dedicava alla tessitura e intanto cantava, facendo risuonare della bellezza della sua voce anche le case intorno. Il poeta così sospendeva la sua attività letteraria per ascoltare quel canto soave. Silvia era piena di attese sulla vita, di sogni, di speranze. Una malattia incurabile è, però, l imprevisto in cui si imbatte la giovane, che inciampa proprio mentre sta entrando nell età matura per assaporare le gioie della vita e dell amore. Così, alla fine della poesia, la figura di Silvia si rivela anche nel suo correlato simbolico sotteso: lei rappresenta la speranza, la giovinezza, le illusioni. Con Silvia perisce anche l illusione di una realizzazione piena e di un compimento nell età matura.
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