150 Capitolo IV Fra Cristoforo Analisi e commento La descrizione fisica del frate Il narratore ci offre un attenta descrizione fisica del frate, uomo più vicino ai sessanta che ai cinquanta, dalla barba lunga e bianca, dagli «occhi incavati . La descrizione fisica della figura ci comunica il suo carattere e l indole (per l approfondimento rimandiamo alla rubrica Il personaggio. Fra Cristoforo). La digressione sulla storia di fra Cristoforo Il Capitolo IV è costituito in gran parte da una lunga analessi (si veda la rubrica Manzoni maestro di retorica. L analessi) che racconta le vicende di Lodovico che si converte e diventa fra Cristoforo. Il lettore scopre l educazione che Lodovico ha ricevuto dal padre, improntata a modi eleganti e nobiliari, anche se il giovane non appartiene alla classe sociale nobiliare. L inclinazione di Lodovico è quella di difendere i più deboli dai soprusi dei più forti e arroganti, di far cessare le prevaricazioni, di affermare la giustizia. In lui coesistono, però, anche i limiti della formazione e della cultura nobiliare tipiche del Seicento: il senso dell onore, l orgoglio, il puntiglio. Proprio la commistione tra l indole di Lodovico e l educazione paterna creano il terreno adatto al duello in cui il giovane uccide un nobile. L esperienza dell amore e del perdono Anche prima del duello Lodovico ha meditato sull eventualità di diventare frate. La scelta di entrare nel convento dei frati cappuccini e di intraprendere la strada della vocazione religiosa non avviene ex abrupto (improvvisamente), né tantomeno per motivi di convenienza e di utilitarismo. L omicidio del nobile nel duello è l evento che getta sulla sua vita una luce nuova, che gli mostra che la ricerca della giustizia e il combattimento degli atteggiamenti arroganti della nobiltà non possono avvenire attraverso l uso della violenza, il duello, la forza. Abbrac- ciato e accolto dal convento, Lodovico si converte pienamente e comprende l esperienza dell amore e del perdono. In questo modo si converte. Cambia radicalmente il suo sguardo sulla vita, sulla realtà, sulle persone, illuminato dalla luce nuova della fede. Non dimenticherà mai l omicidio commesso, il cui ricordo gli farà compagnia notte e giorno con il raccapriccio del sangue versato. Non dimenticherà mai neppure l amore del Signore che lo ha salvato dall abisso di male in cui è caduto e dedicherà la sua vita a portare la buona novella dell amore e del perdono che salvano e redimono. Quando Lodovico si reca a casa del fratello del nobile ucciso, chiede che gli venga donato il pane del perdono: «non sarà mai ch io rifiuti i suoi doni. Io sto per mettermi in viaggio: si degni di farmi portare un pane, perché io possa dire di aver goduto la sua carità, d aver mangiato il suo pane, e tenuto un segno del suo perdono. Il gentiluomo, commosso, ordinò che così si facesse; e venne subito un cameriere, in gran gala, portando un pane sur un piatto d argento. Per questo il suo nuovo nome Cristoforo, assunto a ricordo del servitore di famiglia ucciso nel duello, esprime davvero la sua nuova vita (Christophoros significa portatore di Cristo ). Lodovico comprende che la prima persona che deve cambiare è lui stesso. La conversione nelle opere di Manzoni La conversione è indubbiamente l avvenimento che segna più profondamente la vita di Manzoni e che rappresenta il compimento di un cammino di ricerca, come è possibile vedere attraverso le numerose lettere scritte. Non è frutto di un fatto improvviso, com è stato da sempre raccontato attraverso l aneddoto della chiesa di San Rocco (si veda la rubrica L indagine. Quando nacque l aneddoto della chiesa di Saint-Roch? nella Presentazione dell opera). Nella produzione lette-