154 Capitolo IV Fra Cristoforo ALTRE PAGINE ALTRI PERCORSI La conversione di Napoleone e Il cinque maggio La notizia della morte di Napoleone convertito Mentre trascorreva la calda canicola estiva il 16 luglio 1821, nella frescura della villa di Brusuglio, sulla Gazzetta di Milano Manzoni lesse una notizia che lo ammutolì. Era morto l uomo più noto della sua epoca, dal quale i posteri avrebbero addirittura mutuato il nome per ricordare quei decenni: Napoleone Bonaparte. Certo, allora le notizie circolavano con una velocità ben diversa da quella contemporanea. Solo dopo settanta giorni Manzoni aveva avuto informazioni relative alla morte avvenuta il 5 maggio. Del resto l imperatore francese decaduto era stato esiliato nell isola di Sant Elena, a migliaia di chilometri dalla costa continentale africana. Charles de Steuben, Mort de Napoléon Ier à Sainte-Hélène, le 5 mai 1821, 1828 circa. Erano passati dieci anni dal cammino di conversione di Manzoni e ora la notizia più sorprendente era che il personaggio più famoso, ma anche il più ostile al cristianesimo e alla Chiesa, si era convertito prima di morire. «Più superba altezza / al disonor del Golgota / giammai non si chinò (Manzoni). Manzoni, che aveva vissuto la conversione come il punto di snodo centrale della sua vita, cercò di immaginare gli ultimi momenti di quell uomo che aveva segnato la storia e il destino di molti mortali. La composizione de Il cinque maggio in tre giorni Manzoni, che non si era mai spinto né a elogiare l imperatore quando era sul trono e nel pieno dei riconoscimenti celebrativi né tantomeno a denigrarlo quando era sprofondato nella rovina in seguito alla sconfitta, ora compose in soli tre giorni (dal 17 al 19 luglio) un ode a Napoleone. Eppure già tanti artisti e intellettuali contemporanei lo avevano esaltato: fra i tanti il pittore Jacques-Louis David, il musicista Beethoven (che gli dedicò la sinfonia n. 3, la cosiddetta Eroica), il filosofo Hegel. Manzoni s immaginò i sei anni sull Isola e poi gli ultimi giorni del grande uomo. Lo rappresentò in piedi davanti all orizzonte, con le braccia «al sen conserte , con gli occhi carismatici rivolti a terra: è l iconografia con cui Napoleone è spesso rappresentato nei dipinti o nei film. Preso dalla nostalgia, tante volte Napoleone cercò di raccontare le sue vicende, ma sulle pagine di quel diario cadde la sua «stanca man . La memoria fu per lui come un onda che in un primo momento gli fece presagire la terra cui arrivare per trovare la salvezza, ma poi lo sommerse con il peso dell acqua annegandolo. Napoleone aveva senz altro ripensato alle sue conquiste, ai progetti che aveva vagheggiato nel cuore e che poi aveva concretizzato superando ogni attesa. Il suo esercito si era mosso dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno: da nord a sud, da ovest a est in un movimento che riproduceva la croce, segno della morte e della distruzione che portava nel mondo dove passava con i suoi soldati.
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