Il banchetto dal prepotente don Rodrigo Capitolo V 181 ALTRE PAGINE ALTRI PERCORSI I personaggi più cattivi della letteratura Don Rodrigo è un personaggio cattivo, anche se è un mediocre, non spicca certo per intraprendenza, potere e capacità di assoggettare i subalterni. Per perpetrare i suoi piani dovrà far ricorso all Innominato, figura ben più profonda e meglio delineata dal punto di vista psicologico. Nella letteratura tanti personaggi spiccano per cattiveria e malvagità. Alcuni sembrano cattivi per natura (così come vengono rappresentati dai loro ideatori), altri lo diventano magari perché, subita una violenza, meditano vendetta: è il caso di Medea, tradita da Giasone. Medea Da sempre Medea ha affascinato gli scrittori divenendo uno dei personaggi femminili più celebri. Il tragediografo Euripide (485-406 a.C.) non la rappresenta più solo come una maga dalle azioni disumane, ma anche come un eroina cosciente del proprio proposito omicida e bramosa di attuarlo con lucida consapevolezza. Lo scrittore ellenistico Apollonio Rodio (295-215 a.C.) e l autore romano Valerio Flacco (45-90 d.C.) si soffermano molto sul conflitto psicologico della donna, lacerata tra i doveri nei confronti della patria e del padre e l amore sorto per lo straniero Giasone approdato nella terra della Colchide. Anche Seneca (4 a.C. circa - 65 d.C.) le dedica una nota tragedia. Medea rappresenta l archetipo della donna sedotta e abbandonata. Giunto nella Colchide con gli Argonauti per impadronirsi del Vello d oro, Giasone riesce nell impresa solo grazie all aiuto di Medea, figlia del re della regione e maga dal grande potere. La donna s innamora del greco, scappa con lui e arriva a fare a pezzi il fratello Apsirto e a spargerne i pezzi in mare, pur di ostacolare e frenare l inseguimento del padre. Giasone approda così a Jolco con il Vello d oro (insieme agli Argonauti e a Medea) e lo consegna allo zio Pelia che, però, si rifiuta di concedergli il trono, come promesso. Medea allora aiuta ancora l amato, dona una pozione ai figli di Pelia con il pretesto di far ringiovanire il padre, ma, in realtà, con lo scopo di ucciderlo fra atroci sofferenze. Morto Pelia, Giasone e Medea sono banditi dalla città e si rifugiano a Corinto dove si sposano e hanno due figli. Passati alcuni anni, il re di Corinto Creonte offre la figlia in sposa a Giasone, che accetta per divenire il successore al trono. Medea mette allora in atto la sua vendetta. Dona alla futura sposa un mantello intriso di veleno a causa del quale muoiono sia la donna sia il padre di lei. Infine, Medea uccide i due figli. Il Lucifero dantesco Il Lucifero di Dante (1265-1321) è tre in uno, divisione, discordia, tre teste in un solo corpo, parodia del Dio uno e trino. La «divina potestate, la somma sapienza e il primo amore (la Trinità così come è indicata sull epigrafe della porta infernale) si traducono in Lucifero nell impotenza, nell ignoranza e nell odio. Dante descrive quest angelo decaduto di gigantesche dimensioni che stanno a significare il pericolo costante che lui è per la nostra vita. Lucifero è conficcato al centro della Giudecca, dove sono puniti i traditori dei benefattori. Dalla testa centrale fuoriescono le gambe di Giuda Iscariota che ha tradito Gesù Cristo; nelle due teste laterali sono martoriati, con il busto e il capo in fuori, Bruto e Cassio, che parteciparono alla congiura contro Cesare. Virgilio racconta che quando Lucifero si schierò contro Dio precipitò sulla terra dalla