Il colloquio tra padre Cristoforo e don Rodrigo Capitolo VI 199 Analisi e commento Lo scontro tra il frate e don Rodrigo Nel colloquio con don Rodrigo il frate cerca di raccogliere tutta la sua pazienza in modo da contenere l animosità dell arrogante interlocutore e non destare in lui alcun fastidio. Si avvale di diplomazia nelle prime parole attribuendo la responsabilità dell intimidazione del curato a «uomini di mal affare , ma presto mostra il suo carattere poco incline alla mediazione e alla pacatezza quando fa appello alla «coscienza e all «onore . Don Rodrigo non intende in alcun modo sentire prediche in casa sua. Le sue provocazioni nei confronti di fra Cristoforo sono esternate in un climax ascendente: dapprima insinua che il religioso mostri particolari attenzioni per la ragazza «innocente che vuole difendere; poi, suggerisce di mettere Lucia sotto la sua egida. Dinanzi all impertinenza e alla boria del signorotto, sentendosi libero da ogni remora, fra Cristoforo manifesta il suo pensiero senza alcuna titubanza: meglio che abbiate parlato così, che abbiate fatta a me una tale proposta. Avete colmata la misura; e non vi temo più. [ ] Parlo come si parla a chi è abbandonato da Dio, e non può più far paura. La vostra protezione! Sapevo bene che quella innocente è sotto la protezione di Dio; ma voi, voi me lo fate sentire ora, con tanta certezza, [ ] Ho compassione di questa casa: la maledizione le sta sopra sospesa. [ ] Voi avete creduto che Dio abbia fatta una creatura a sua immagine, per darvi il piacere di tormentarla! Voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla! La predizione di fra Cristoforo Il frate pronuncia questa predizione con il braccio e la mano alzati, immagine che ritornerà in sogno a don Rodrigo quando si ammalerà di peste. Di- nanzi a tali parole nel nobile lo spavento si mescola alla rabbia. Don Rodrigo caccia dal palazzo il frate, che prima di andarsene riesce a scambiare qualche parola con un vecchio servitore, al servizio di quella casa da quarant anni, quando il padrone era il padre di don Rodrigo, uomo ben differente da quell arrogante del figlio. L anziano promette al religioso di metterlo a parte dei malvagi disegni del suo signore. Il frate vede in questa promessa i segni della protezione del Cielo. Anche in un luogo così tenebroso e minaccioso si può incontrare qualcosa di imprevisto, «un filo che la provvidenza gli «mette nelle mani . Questo anziano è una comparsa nel romanzo, ma è un personaggio che ben si stampa nella mente del lettore, per concretezza e vivacità umana, come tante altre comparse della storia. Il vecchio servitore Il narratore si interroga se il comportamento di quel vecchio che ha ascoltato di nascosto i discorsi del suo padrone sia accettabile o no: le convenzioni e le norme comuni vietavano simili atteggiamenti, «ma quel caso non poteva riguardarsi come un eccezione? . Solo apparentemente il narratore non prende posizione, chiedendo al lettore di riflettere e di darsi una risposta. In realtà, il narratore mostra chiaramente come esista una coscienza che permetta di distinguere il bene dal male e di schierarsi contro azioni cattive e delittuose. Il progetto del matrimonio di sorpresa Mentre fra Cristoforo discute con don Rodrigo, Agnese propone l escamotage del matrimonio di sorpresa sottolineando la necessità di trovare due testimoni. Renzo provvede al caso. «Le tribolazioni aguzzano il cervello . Il primo testimone sarà Tonio, che vive in una casetta nel paese e che Renzo trova in cucina mentre sta preparando la polenta di grano saraceno. Renzo lo invita all osteria e si offre di saldare il debito che ha contratto con il curato, se gli sarà da testimone. Tonio suggerisce anche una seconda figura, quel «sempliciotto di suo fratello Gervaso, a cui Renzo pagherà da bere e da mangiare.