I progetti del matrimonio di sorpresa e del rapimento di Lucia Capitolo VII 223 Analisi e commento Fra Cristoforo aggiorna Agnese, Renzo e Lucia Fra Cristoforo si reca da Renzo e Lucia per raccontare come sia andato l incontro con don Rodrigo, nell attitudine d un buon capitano che, perduta, senza sua colpa, una battaglia importante, afflitto ma non scoraggito, sopra pensiero ma non sbalordito, di corsa e non in fuga, si porta dove il bisogno lo chiede, a premunire i luoghi minacciati, a raccoglier le truppe, a dar nuovi ordini. Purtroppo, don Rodrigo ha mostrato un atteggiamento arrogante senza alcun segno di ravvedimento. Il frate però invita i due fidanzati ad aver fiducia in Dio: «Non c è nulla da sperare dall uomo: tanto più bisogna confidare in Dio: e già ho qualche pegno della sua protezione . Renzo ottiene il consenso di Lucia Dinanzi alle titubanze di Lucia, sentendo il resoconto di fra Cristoforo relativo alla visita al palazzotto di don Rodrigo, Renzo minaccia di farsi giustizia da solo. Solo a questo punto anche Lucia acconsente al matrimonio di sorpresa. Agnese si propone di partecipare all azione presentandosi davanti alla casa del curato per allontanare Perpetua dall abitazione, distraendola con pettegolezzi e chiacchiere. L incarico a Menico Il giorno dopo, trascorsa una notte agitata, dal momento che Renzo teme di andare da fra Cristoforo per vedere se ci siano novità (il frate gli leggerebbe in volto che sta tramando qualcosa per sposare Lucia), Agnese cerca Menico per affidargli l incarico di andare dal religioso e avere notizie circa le speranze a cui ha fatto riferimento nell incontro precedente. Chi è Menico? un ragazzo di dodici anni che per parentela è una sorta di nipote per Agnese, «bravissimo per fare a rimbalzello . Agnese gli raccomanda di non distrarsi con i compagni, di svolgere bene il suo compito. In cambio gli darà due monetine. Renzo, Tonio e Gervaso all osteria Poco più tardi Renzo va all osteria con Tonio e Gervaso. Un bravo sta alla porta, quasi come una sentinella; altri due giocano alla morra all interno. Sono stati inviati da don Rodrigo per controllare le azioni di Renzo. Entra in scena l oste, di cui non si dice il nome. Circospetto, in attesa di ricevere gli ordini, è rappresentativo da un lato di quella professione (il primo di una lunga serie di osti nel romanzo), dall altro della scaltrezza e dell opportunismo del genere umano. La situazione è teatrale: Tonio e Gervaso sono compiaciuti per la cena; Renzo è teso a istruire accuratamente i due; i bravi assumono atteggiamenti minacciosi, facendo cenni e nascondendo le loro armi; l oste, che si mostra indifferente, ma scruta e comprende tutto, risponde al giovane di non sapere chi siano i due forestieri (i bravi di don Rodrigo), mentre a questi ultimi, interrogato, prontamente fornisce i nomi di Renzo e di Tonio. All oste importa solo che gli «avventori siano galantuomini , sostantivo che compare (al singolare o al plurale) per ben ottanta volte nel romanzo. Chi sono i galantuomini per l oste? Quelli che bevono il vino senza criticarlo, che pagano il conto senza tirare, che non mettono su lite con gli altri avventori, e se hanno una coltellata da consegnare a uno, lo vanno ad aspettare fuori, e lontano dall osteria, tanto che il povero oste non ne vada di mezzo, quelli sono i galantuomini. Non è una valutazione morale quella che consente la distinzione su chi sia galantuomo e chi no, ma un criterio opportunistico e utilitaristico. Il narratore mette in bocca all oste anche una frase molto acuta e saggia: «Le azioni, [ ] l uomo si conosce all azioni . Pronunciata dall oste, nel contesto