La notte degli imbrogli e l addio ai monti Capitolo VIII 253 ALTRE PAGINE ALTRI PERCORSI L addio ai luoghi cari in letteratura L addio di Petrarca ai luoghi cari Il Canzoniere del Petrarca (1304-1374) è una delle più note raccolte di poesia della letteratura italiana, focalizzata sulla figura femminile di Laura. Nella canzone CXXVI, conosciuta come Chiare, fresche e dolci acque, Petrarca apostrofa diversi elementi della natura: il fiume Sorga, un albero a cui si è appoggiata Laura, le erbe e i fiori che ricoprirono la veste dell amata, l aria serena in cui la donna gli è apparsa. Sono le uniche presenze Anonimo, Laura strappa il cuore a Petrarca, affresco conservato che possono ascoltare lo nella casa del poeta. sfogo e il dolore del poeta che si immagina in punto di morte. Lungi dal descrivere in tono realistico i luoghi in cui gli è apparsa Laura, il poeta si avvale di aggettivi esornativi che abbelliscono la natura e rivelano tutto l affetto che egli prova per quanto è entrato in contatto con l amata. Così, le acque sono «chiare, fresche e dolci perché Laura vi ha fatto il bagno, il ramo è gentile, perché ha concesso alla donna di appoggiarvisi, l aria è sacra, perché Laura gli è apparsa facendolo innamorare di sé coi suoi begli occhi. Il poeta chiede di ascoltare le ultime parole che esclamerà prima di morire. Petrarca chiede agli elementi della natura di accogliere il suo corpo quando sarà morto e di ricoprirlo in modo da concedergli sepoltura. «La morte fia men cruda per il poeta se lui potrà portare questa speranza in punto di morte. Ecco i versi della prima stanza: Chiare, fresche e dolci acque ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fianco colonna; erba e fior che la gonna leggiadra ricoverse co l angelico seno; aere sacro, sereno, ove Amor co begli occhi il cor m aperse: date ud enza insieme a le dolenti mie parole estreme. L addio ai monti nell Ortis Ugo Foscolo (1778-1827) è autore del primo romanzo della letteratura italiana, Le ultime lettere di Jacopo Ortis (prima edizione 1802). Fuggito da Venezia, in seguito al trattato di Campoformio (1797), Ortis si reca sui Colli Euganei, ospite di un conoscente dell amico Lorenzo Alderani, il confidente a cui il protagonista indirizza per iscritto i suoi pensieri e le sue vicende. Ivi, conosce la figlia del proprietario di casa, Teresa, e in breve tempo s innamora di lei, ricambiato. Non più di un bacio furtivo è il frutto di questa relazione impossibile. La bella e sensibile ragazza è, infatti, già promessa sposa al ricco Odoardo. Ortis abbandona così la famiglia che gli ha dato ospitalità, deluso anche nella passione amorosa. Viaggia per l Italia: Milano, Firenze, Ventimiglia, poi ancora Ravenna, Venezia. In questo esilio itinerante, alla notizia del matrimonio di Teresa, Ortis medita il suicidio. Muore agonizzante, dopo essere ritornato nella casa dei Colli Euganei, dove aveva per poco tempo pensato di sopire la delusione politica con l amore per una donna. L addio di Ortis alla vita e ai luoghi cari è tra i modelli dell addio ai monti manzoniano. Infatti, l ultima lettera che Ortis scrisse a Teresa il 25 marzo 1799 alle ore 1 è un addio ai luoghi cari, l estremo saluto di un esule che abbandona non più una città o un luogo, ma la vita su questa terra: le sue «montagne , le «solitudini , «il lago de cinque fonti , «le selve, i campi, il cielo , il «rivo . Il protagonista ri-