314 Capitolo X La monaca di Monza. Secondo tempo cibo in abbondanza, ma le mancava la libertà e alla fine morì: «Era morta perché in quel corpicino c era qualche cosa che non si nutriva soltanto di miglio, e che soffriva qualche cosa oltre la fame e la sete . La capinera diventa simbolo delle ragazze monacate a forza senza poter esercitare la loro libertà. Orfana di madre a soli sette anni, Maria è rinchiusa in un convento di Catania con il destino segnato: diverrà monaca di clausura. Scoppiata un epidemia di colera nel 1854, la ragazza torna a casa. Conosce la vita fuori dal convento, inizia nuovi legami di amicizia, avvia un rapporto epistolare con una conversa di nome Marianna e scopre il turbamento dell amore. Nino contraccambia il sentimento, ma Maria è costretta dalla famiglia a tornare in convento, finita l epidemia di colera. La ragazza prende i voti, diviene sempre più malinconica, ancor più alla notizia che Nino si è sposato. Dal convento Maria può perfino vedere i due giovani sposi. Maria sembra quasi impazzire. In seguito alle conseguenze di uno svenimento la ragazza muore: sulle sue labbra si troveranno petali delle rose che Nino un giorno le aveva lasciato in segno d amore. Gli effetti personali di Maria saranno fatti recapitare a Marianna. IL SUGO DELLA STORIA miglia, sottopone a una rigida coercizione la volontà della piccola figlia nella scelta della strada della vita. L infanzia e l adolescenza sono due fasi che devono portare alla scoperta e alla crescita dei talenti presenti nella persona perché nell età adulta lei possa esprimerli in modo consapevole. Per questo è fondamentale che in famiglia e negli altri luoghi deputati all educazione si riceva una formazione corretta che guardi con tenerezza e «con timido rispetto lo stelo che sta crescendo. Vi sono momenti, scrive Manzoni all inizio del capitolo, in cui «l animo [ ] de giovani [ ] s abbandona mollemente sul suo fragile stelo, pronto a concedere le sue fragranze alla prim aria che gli aliti punto d intorno . Per questo i giovani andrebbero protetti e rispettati, perché in certe situazioni basta un po di insistenza e di ostinazione molesta dell adulto per «ottenerne ogni cosa che abbia un apparenza di bene e di sacrifizio . Nell episodio della monaca il narratore sottolinea che, anche se forzata, indossato l abito, Gertrude avrebbe comunque potuto esercitare la sua libertà nel bene, non nel male, «avrebbe potuto essere una monaca santa e contenta, comunque lo fosse divenuta . Insomma, l esercizio della libertà è sempre possibile, nonostante la famiglia e la cultura in cui si è cresciuti. Il valore della libertà nell educazione Il principe sacrifica la figlia Gertrude non per cattiveria, ma per un erroneo senso dell onore che non gli permette di vedere il male che compie. Il blasone e l onore della famiglia giustificano i mezzi da lui utilizzati per mantenere alto il nome della casata. Per questa ragione, quando la figlia supera l interrogatorio del vicario, il padre mostra una tenerezza sincera nei suoi confronti. Con i suoi comportamenti ha, però, estorto alla ragazza una serie di «sì che alla fine la instradano per una via che lei non sente sua. Manzoni ha sempre sottolineato il valore della libertà. La scelta della vocazione è libera, nessuno può essere forzato a intraprendere la via religiosa. Per questo lo scrittore disapprova la violenza con cui il padre di Gertrude, con la complicità di tutta la fa- FACCIAMO IL PUNTO 1 Perché le vicende di Piccarda Donati possono essere considerate opposte a quelle della monaca di Monza? 2 Qual è il differente giudizio nei confronti della Chiesa che emerge nei romanzi di Diderot e di Manzoni? 3 Perché la monacata a forza di Verga è chiamata capinera?
Il sugo della storia. Il valore della libertà nell’educazione