319 UNA PAUSA DI RIFLESSIONE CAPITOLI IX-X Il primo pilastro: la monaca di Monza Il romanzo può essere suddiviso in sei parti: un PROLOGO (I-VIII) e un EPILOGO (XXXVII-XXXVIII) che rispettivamente aprono e chiudono il corpo del romanzo retto da quattro pilastri fondamentali ovvero la MONACA DI MONZA (IX-X), la CARESTIA (XI-XVIII), l INNOMINATO (XIXXXX), la PESTE (XXXI-XXXVI). Manzoni alterna i due pilastri delle figure storiche con i due pilastri costituiti da eventi importanti dell e poca. La figura della monaca di Monza, pur comparendo in scena essenzialmente in due capitoli, è un vero e proprio pilastro portante della cattedrale dei Promessi sposi. Manzoni modifica addirittura le date degli eventi della vita della religiosa per averla in scena negli anni in cui ambienta il romanzo (il biennio 16281630), contraddicendo così ai suoi stessi principi di poetica relativi al vero storico, secondo i quali i fatti storici che compaiono nelle opere devono essere raccontati in modo veritiero e concordante con la realtà accaduta. La monaca di Monza è stata sottoposta a processo nel 1607, quindi più di vent anni prima della vicenda del romanzo. L autore inserisce il personaggio in una posizione significativa all interno dell opera: i Capitoli IX e X sono, infatti, un quarto dei trentotto capitoli complessivi di cui è composto il romanzo. L altro pilastro portante dell opera, l Innominato, comparirà in scena al Capitolo XIX, esattamente a metà del romanzo. Manzoni intreccerà, a quel punto, la storia di Gertrude con l Innominato, riportando in scena, anche se per poco, la religiosa (nel Capitolo XX, che coincide con la metà del romanzo, insieme al XIX). Manzoni presenta il personaggio nell incontro con Agnese e Lucia (11 novembre 1628) offrendoci un ritratto che ha una finezza spettacolare nei dettagli fisici che divengono specchio dell interiorità e della vita dissoluta della donna. La ciocca di capelli che fuoriesce dal velo e la vita dell abito monacale, eccessivamente attillata, testimoniano sia la ribellione alle regole e alla vita conventuale (forzatamente subita) sia l aspirazione a una mondanità e ad una libertà che a lei non è stata concessa, neppure nell infanzia e nell adolescenza.