Renzo all osteria della Luna piena Capitolo XIV 405 L INDAGINE Perché esistono più osterie che chiese nei Promessi sposi? Le osterie del romanzo Chiunque si avventuri per la prima volta nella lettura dei Promessi sposi non può che rimanere colpito dal fatto che un romanzo che incarna pienamente la fede del Manzoni riservi poco spazio alle chiese mentre ne dedichi tanto alle osterie. Si stampano nella mente di tutti quella del paese dei due giovani fidanzati in cui Renzo dà appuntamento a Tonio e Gervaso per organizzare il matrimonio di sorpresa, quella di Milano in cui il giovane si ferma a mangiare e dormire la sera del tumulto di san Martino, quella di Gorgonzola in cui Renzo si rifocilla per poco tempo, il 12 novembre, prima di fuggire verso l Adda. sempre Renzo a trovarsi nell osteria, verso sera, dopo il tramonto e al termine di una giornata particolarmente movimentata e drammatica. Lucia non vi compare mai. Gli abitatori di quelle taverne sono scaltri, furbi, ingannatori, sanno parlare o tacere quando è opportuno, osservano e pongono domande per raggiungere l obiettivo prefissato. I temi del dibattito culturale: la pazzia Perché le pagine dedicate al mondo dell osteria sono così numerose? Che cosa vuole comunicarci Manzoni? Se andassimo a documentarci nelle biblioteche del Seicento, se leggessimo i saggi dell epoca, scopriremmo che gli intellettuali di quel secolo avevano un repertorio di immagini e di motivi ricorrenti per descrivere il mondo e la realtà. Tra questi spiccavano senz altro la pazzia, il teatro, l osteria. La pazzia, che secondo la fisiologia del tempo nasce da uno squilibrio di umori, con un eccesso di bile nera, causa di malinconia, diventa strumento indispensabile di conoscenza: perché in un mondo capovolto (totalmente differente da quello che si pensava fino al secolo prima, in seguito alle scoperte geografiche e astronomiche e alle conseguenti riflessioni antropo-