485 UNA PAUSA DI RIFLESSIONE CAPITOLI XI-XVIII Il secondo pilastro: la carestia Il romanzo può essere suddiviso in sei parti: un PROLOGO (I-VIII) e un EPILOGO (XXXVII-XXXVIII) che rispettivamente aprono e chiudono il corpo del romanzo retto da quattro pilastri fondamentali ovvero la MONACA DI MONZA (IX-X), la CARESTIA (XI-XVIII), l INNOMINATO (XIXXXX), la PESTE (XXXI-XXXVI). Manzoni alterna i due pilastri delle figure storiche con i due pilastri costituiti da eventi importanti dell e poca. Nella terza parte del romanzo Renzo si trasferisce a Milano: un montanaro approda in una grande città, rimanendo stupito di fronte al Duomo (soprannominato «ottava meraviglia del mondo dal narratore colto, non dal popolano e ignorante Renzo) e illudendosi all inizio che l abbondanza del pane e di farina per le strade sia sinonimo di prosperità e di ricchezza. Più tardi Renzo comprende che è giunto in una città in rivolta il giorno di san Martino. Il secondo pilastro che regge il corpo del romanzo è la realtà storica della carestia diffusasi a Milano sul finire del 1628. La discesa di Renzo da un paesino del Lecchese a Milano si configura come una vera e propria catabasi nella sua duplice accezione. Nell antichità catabasi indicava sia la discesa dalle terre interne verso la costa del mare (ad esempio il viaggio da Atene fino al porto del Pireo) sia il viaggio nell aldilà (nel mondo dei morti). Il percorso di Renzo rappresenta da un lato la discesa dal Lecchese a Milano, dall altro l arrivo in un luogo in cui i segni della carestia sono evidenti, la rivolta di san Martino ha portato a violenze e morte e soprattutto Renzo corre il rischio di essere condannato a morte, perché viene considerato un capo della rivolta, quando in maniera ingenua parla davanti alla folla nella quale sono mescolate anche spie della polizia. Manzoni si mostra un grande maestro nella rappresentazione della massa che, incontrollata, dà l assalto al forno delle grucce e alla casa del vicario di provvisione, rivelando come la persona perda la propria capacità di giudizio e l umanità quando si lascia trascinare dagli istinti bestiali e violenti che caratterizzano la folla indistinta.