L incontro con Lucia e la notte dell Innominato Capitolo XXI 547 DAL FERMO E LUCIA AI PROMESSI SPOSI Dal conte del Sagrato all Innominato Nel Fermo e Lucia Manzoni creò un ribaldo decisamente diverso dall Innominato dei Promessi sposi. Gli attribuì il nome di conte del Sagrato per un delitto compiuto un giorno di festa, sul sagrato di una chiesa, dopo la celebrazione della messa, dinanzi a tutti. Il conte insegue la vittima predestinata con l archibugio spianato come in una caccia. Invano il misero inseguito cerca di mescolarsi tra la folla, che però lo isola, non lasciandogli alcuna possibilità di protezione e di copertura. La vittima non lotta solo contro il sopraffattore, ma anche contro tutti gli inerti che non reagiscono, succubi del potere e omertosi. Dinanzi a tutti, senza possibilità di sbagliare il bersaglio, il conte prende di mira la vittima designata, la colpisce e la uccide. La folla sbandata scappa, mentre il conte senza scomporsi se ne va con il suo seguito. Questo omicidio accresce la paura e lo sgomento che il personaggio provoca. Il conte ha suoi bravi sia nello Stato milanese sia nel Veneto, li comanda dal suo castello posto sul confine. Non c è tiranno di città che non si rivolga a lui per portare a termine le sue imprese, perfino principi stranieri si avvalgono del suo aiuto. Per rapire Lucia don Rodrigo si rivolge a lui, conoscendolo per fama e di persona. Nel dialogo don Rodrigo indulge spesso a espressioni spagnole destando il fastidio del conte. Il conte del Sagrato ostenta la sua cattiveria, compiaciuto della sua malvagità. Negoziatore di delitti, contratta sul prezzo del misfatto da compiere. Nel Fermo e Lucia mancano la dimensione tragica del personaggio e la percezione del senso del male che potrebbe aprirsi al pentimento e al cambiamento. Per questo è del tutto assente l episodio dei Promessi sposi in cui la notte l Innominato me- dita il suicidio. Nel Fermo e Lucia, invece, alla domanda del conte «Dov è questo vostro Dio? Lucia risponde con molte parole, con maggior loquacità rispetto ai Promessi sposi: il suo discorso si apre con l asserzione che Dio è ovunque, perfino lì, in quel castello, e si conclude con la frase «Oh Dio perdona tante cose per un opera di misericordia che diventerà nei Promessi sposi la salvezza dell Innominato che deciderà di non spararsi alle tempie. Qui l affermazione della ragazza provoca un immediata reazione nella mente del conte, che non ha nulla di drammatico o di tragico, ma che rimanda alla dimensione mercantile dei delitti a lui appaltati. Allontanatosi da Lucia, il conte visita il suo castello per vedere che tutto sia in ordine, ma l immagine della ragazza non lo abbandona; è seccato di aver voluto vedere in volto la ragazza e di provare ora compassione per lei; auspicherebbe che lei fosse «figlia d uno spagnuolo o di uno di quei birbanti che l ha bandito, così da provar gioia delle sue sofferenze. Manca il dramma della conversione, l esperienza di toccare il fondo del male e della miseria fino al punto di voler annichilirsi e sparire nel nulla. Perfino la frase «Oh Dio perdona tante cose per un opera di misericordia suscita nel conte il dubbio che quella «contadina possa averla pronunciata solo perché l ha udita dal curato. E poi, all improvviso, senza un percorso di sofferenza e di travaglio, scaturisce in lui la volontà di compiere un opera buona, dopo tante scelleratezze. Così il conte, quando è ormai trascorsa gran parte della notte, è vinto dal sonno e si addormenta. L Innominato non dormirà invece tutta notte. La voce dei pellegrini che si recano dal cardinale Federigo Borromeo lo sveglierà. FACCIAMO IL PUNTO 1 Perché nel Fermo e Lucia l Innominato ha il nome di conte del Sagrato? 2 Il conte apprezza le espressioni spagnoleggianti di don Rodrigo? 3 In che senso il conte del Sagrato non ha la stessa dimensione tragica e il senso del male che possiede l Innominato?