Capitolo XXX Audio lettura LA PROTEZIONE DELL INNOMINATO AD AGNESE, DON ABBONDIO E PERPETUA LUOGHI Lecchese: strada verso il castello dell Innominato, castello dell Innominato, paese di Renzo e Lucia, casa di Agnese e Lucia, canonica di don Abbondio TEMPO Settembre e ottobre 1629 PERSONAGGI Don Abbondio, Perpetua, Agnese, l Innominato Trama Lasciata la casa del sarto, la comitiva è in viaggio verso il castello dell Innominato. Don Abbondio manifesta senza sosta la sua paura, si lamenta inoltre del fatto che ci sia una grande affluenza di persone verso quella fortificazione, fatto che potrebbe attirare l attenzione dei Lanzichenecchi. Finalmente i tre giungono a destinazione e chiedono protezione al signore. Mentre il curato è angosciato per il possibile arrivo delle truppe dei Lanzichenecchi, Agnese e Perpetua offrono la disponibilità a svolgere mansioni al castello. I soldati stranieri si avvicinano talvolta al castello e saccheggiano i paesi vicini. Giunta notizia che un villaggio era occupato dai Lanzichenecchi, condotto dall Innominato senz armi, il piccolo manipolo del castello si affretta a sorprendere i ribaldi che, «vedendosi venire addosso gente schierata e pronta a combattere , lasciano il saccheggio a metà e si allontanano in fretta. Passati alquanti giorni, Agnese, Perpetua e don Abbondio decidono di ritornare al loro paese. Sono probabilmente gli ultimi, perché il curato desidera partire solo quando il pericolo si è senza dubbio dileguato. inutile che Perpetua avverta che il ritardo nella partenza potrebbe offrire la possibilità ai birboni del paese di saccheggiare le loro case. I tre giungono in paese: Agnese è tutto sommato contenta dei relativi danni che ha subito la sua abitazione, mentre Perpetua si accorge che i denari che ha nascosto sono stati rubati, così come molti oggetti sono stati, in realtà, sottratti dai compaesani. Il prete è ancora animato dalla paura, tanto più che assiste al passaggio di sporadici gruppi di soldati nei pressi del paese.
CAPITOLO XXX - LA PROTEZIONE DELL’INNOMINATO AD AGNESE, DON ABBONDIO E PERPETUA