Don Abbondio e i bravi Capitolo I 79 L INDAGINE Don Abbondio è ispirato a un parroco contemporaneo a Manzoni Il primo personaggio che entra in scena nel romanzo è il parroco di «una delle terre del Lecchese. Nel manoscritto non si fa cenno del paese né tantomeno del casato del prete. Manzoni, che nutriva grande ammirazione per l amico poeta Carlo Porta (1775-1821), abilissimo nel creare tipi umani vivi, diede vita alla figura di don Abbondio traendo ispirazione da don Alessandro di Bolis, parroco di Germanedo, paesino distante pochi chilometri da Lecco. Manzoni convertì il nome in Abbondio, molto diffuso nel Comasco dal momento che sant Abbondio è il patrono di Como. Nel Salotto della Contessa Maffei Raffaello Barbiera scrive: «Quel disgraziato servo dell altare era la favola di tutto il territorio per la sua pusillanimità. Bastava che qualcuno alzasse la voce e tremava. Si raccontano molti episodi che una specie di bravi (certi giovinastri dei dintorni) gli infliggevano, comandandogli questo e quello, per ridere allegramente alle sue spalle . Don Alessandro di Bolis, morto nel 1832, molto probabilmente non seppe mai di essere stato fonte d ispirazione del personaggio manzoniano, poiché non era amante di libri e gran lettore. Di certo Manzoni, pur ispirandosi alla realtà, creò uno dei personaggi più riusciti della letteratura. FACCIAMO IL PUNTO 1 Chi è il prete che ispira il don Abbondio? 2 Che cosa scrive Barbiera nel Salotto della Contessa Maffei su quel prete? 3 Sapeva quel prete di essere stato fonte di ispirazione per Manzoni?