Renzo a Milano e la madre di Cecilia Capitolo XXXIV 825 salendo sul carro dei monatti il giovane si salva. Il narratore mostra il giudizio spregevole su queste figure che approfittano della loro posizione per arricchirsi in modo disonorevole e immorale. I monatti, infatti, elogiano Renzo credendolo un untore, che permette a loro di far fortuna: si vede che sei un bravo giovine. Fai bene a ungere questa canaglia: ungili, estirpali costoro, che non vaglion qualcosa, se non quando son morti; che, per ricompensa della vita che facciamo, ci maledicono. Poi i monatti brindano alla morte e si augurano che muoia «la marmaglia . La salvezza è passata attraverso una circostanza impensata. Renzo riconosce nella sua vita il segno della provvidenza. Allontanatosi dai monatti, infatti, si ritrova vicino a Porta Orientale dove c è la strada che porta al lazzaretto. L INDAGINE Cecilia è davvero esistita? Manzoni di fronte alla morte dei figli Una bambina di nove anni morì al cospetto della madre la quale non volle che venisse toccata dai monatti. Fu lei stessa a deporre il cadavere sul carro e, rivolta ai monatti, disse: Oggi sul far della sera prenderete anche me e ritornata nella casa, dopo aver contemplato dalla finestra quelle esequie della figlia, spirò poco dopo. Non sono le parole celeberrime dedicate da Manzoni alla figura di Cecilia nel Capitolo XXXIV dei Promessi sposi, ma quelle che il cardinale Federigo Borromeo utilizza nel saggio De pestilentia (capitolo VIII) per descrivere una scena patetica e commovente, verificatasi durante la peste bubbonica: una mamma, ammalata di peste, assiste alla morte della figlia senza poter in alcun modo aiutarla. La descrizione del cardinale Borromeo è fonte di una delle scene più strazianti che si possano descrivere, la tragedia della madre di Cecilia. La grande arte nasce sempre, oltre che da una memoria letteraria, anche dall esperienza e dalla realtà. Manzoni conobbe la sofferenza per la perdita di un figlio. Lo scrittore fu padre di dieci figli. Due morirono neonati, tre, invece, nel loro ventiseiesimo anno di vita, compresa la primogenita Giulia (sposa di Massimo D Azeglio) nel 1834, l anno dopo la morte della madre Enrichetta. Nel 1845 morì in giovane età anche la figlia Sofia, sposata con il marchese Lodovico Trotti Bentivoglio dal quale ebbe quattro figli. Nel 1868 morì poi il figlio Filippo, che gli aveva procurato tanti dispiaceri: da prima finì in carcere e successivamente si sposò con una ragazza da lui compromessa. Il figlio Pierluigi, invece, morì il 28 aprile 1873 a sessant anni. Poche settimane più tardi, il 22 maggio, spirò anche Alessandro Manzoni all età di ottantotto anni, in seguito a una caduta, avvenuta il 6 gennaio dello stesso anno, su